Recensione
Berserk
10.0/10
<i>“Gli uomini impugnano le spade per lenire le piccole ferite dell’anima che subirono in tempi remoti e se ne servono per morire con un sorriso sulle labbra.”</i>
Berserk è un opera fumettistica scritta ed illustrata da Kentaro Miura. Tale opera si svolge in un’ambientazione Dark/Fantasy pseudo medievale ove tutto è avvolto da un alone di misticismo ed oscurità; al suo interno si muove un personaggio altrettanto tenebroso ed oscuro, Gatsu. Esso sarà il protagonista della saga il cui unico obbiettivo e ragione di vita è la vendetta. Questa a grandi linee è la trama di Berserk. Un manga passionale che unisce la poesia dell’amore e dell’odio, l’ambiguità del sacro e il potere del profano, creando così un autentico capolavoro. Ma ciò che rende veramente unico e grandioso questo manga, sono le profonde tematiche affrontate al suo interno, che vanno a legarsi in modo inscindibile con la caratterizzazione dei personaggi, rendendoli affascinanti ed enigmatici. I temi affrontati nell’opera di Miura sono variegati, spaziando pluridirezionalmente, ma a mio parere gli argomenti principali sono due: tema religioso e tema del destino, i quali sono aggrovigliati tra loro in modo indissolubile.
<i>"So per certo che gli uomini non sono liberi di decidere la propria vita. Esiste allora un karma supremo? È la mano di dio che stabilisce il loro destino?”</i>
In Berserk i temi della religione e del destino sono onnipresenti ed assai complessi, essi infatti presentano varie caratteristiche appartenenti sia alle filosofie occidentali sia ha quelle orientali. Un punto fondamentale per la comprensione di tali tematiche è la concezione “Berserkiana”di Dio. Miura in questo caso prende grande ispirazione dalle tesi del filosofo tedesco Feuerback, apportando però notevoli cambiamenti. La religione ha un'origine pratica: l'uomo avverte la propria debolezza, la propria fragilità ed i propri difetti, esso ha bisogno di affidarsi a certezze incrollabili per sopravvivere e cerca la salvezza in un essere, nato dall’alienazione di tutte le accezioni mancanti all’uomo; significa che questo oggetto è la vera e propria essenza del soggetto stesso, proiettata fuori da sé. Dio, dunque, non è altro che l'oggettivazione dei bisogni e delle aspirazioni dell'uomo, la proiezione di essi in un ente immaginario, che viene considerato indipendente dall'uomo e nel quale tali aspirazioni si trovano pienamente realizzate idealmente.
Ma un Dio nato dai più reconditi bisogni e desideri dell’uomo può essere un dio buono? Secondo Miura no. Perché tale ente trascendente è figlio della natura più originaria dell’uomo, esso nasce dagli istinti più insiti nell’uomo che precedono la costruzione della morale e che non tendono di certo alla benevolenza ed all’altruismo.
Una seconda idea fondamentale da comprendere è la legge del Karma, che impregna tutto il mondo fisico e metafisico di Berserk. Essa si rifà ovviamente alle filosofie orientali, specialmente alla concezione Vedica, nella quale è spesso presente. Il Karma è la legge universale che governa e decreta il destino dell’uomo, attraverso il principio di “causa-effetto”. Tale legge è insormontabile ed inderogabile, ogni essere vivente fin dalla nascita è sottoposto al Karma, e nulla può fare per uscire al di fuori di esso. Ogni avvenimento che si trova nella “ragnatela” del Karma accadrà inesorabilmente che lo si voglia o no. All’interno di questo tema si inserisce il simbolismo del personaggio di Gatsu. Egli è un “combattente”, così definito dal cavaliere del teschio, egli combatte contro il proprio fato già inciso sulla propria pelle, una lotta disperata per un semplice uomo. Sì, perché Gatsu è un uomo, e nulla più, egli si ferisce, sputa sangue, cade a terra e prova dolore, un immenso dolore, eppure si rialza, continua a combattere mosso da un altisonante sentimento di odio ed amore. Egli impugnando la sua fedele ammazza draghi, tra sangue e disperazione, avanza contro un Karma a lui avverso. Gatsu rappresenta il sommo potere della volontà umana, che non ha limiti e non si prostra dinnanzi a nulla.
<i>“Può darsi che, anziché essere un semplice riflesso sull'acqua, sarai il pesce che ne farà muovere la superficie.”</i>
Penso che per concludere nel migliore dei modi questa peculiare recensione di Berserk la cosa migliore sia inserire una particolare citazione, che a mio parere esprime tutta la profondità la poesia e il sentimento di questo manga.
<i>"Qualcosa che non si fa per nessuno. E che si realizza... si realizza solo per se stessi. Parlo del Sogno. E se c'è un sogno a cui sacrificare se stessi... c'è anche un sogno che, simile a una tempesta, spazza via migliaia di altri sogni. Per quanto siano irrealizzabili, la gente ama i sogni. Il sogno ci dà forza e ci tormenta, ci fa vivere e ci uccide. E anche se ci abbandona, le sue ceneri rimangono sempre in fondo al cuore... fino alla morte.Se si nasce uomini, si dovrebbe desiderare una simile vita. Una vita di martire... spesa per un Dio di nome "Sogno".</i>
Berserk è un opera fumettistica scritta ed illustrata da Kentaro Miura. Tale opera si svolge in un’ambientazione Dark/Fantasy pseudo medievale ove tutto è avvolto da un alone di misticismo ed oscurità; al suo interno si muove un personaggio altrettanto tenebroso ed oscuro, Gatsu. Esso sarà il protagonista della saga il cui unico obbiettivo e ragione di vita è la vendetta. Questa a grandi linee è la trama di Berserk. Un manga passionale che unisce la poesia dell’amore e dell’odio, l’ambiguità del sacro e il potere del profano, creando così un autentico capolavoro. Ma ciò che rende veramente unico e grandioso questo manga, sono le profonde tematiche affrontate al suo interno, che vanno a legarsi in modo inscindibile con la caratterizzazione dei personaggi, rendendoli affascinanti ed enigmatici. I temi affrontati nell’opera di Miura sono variegati, spaziando pluridirezionalmente, ma a mio parere gli argomenti principali sono due: tema religioso e tema del destino, i quali sono aggrovigliati tra loro in modo indissolubile.
<i>"So per certo che gli uomini non sono liberi di decidere la propria vita. Esiste allora un karma supremo? È la mano di dio che stabilisce il loro destino?”</i>
In Berserk i temi della religione e del destino sono onnipresenti ed assai complessi, essi infatti presentano varie caratteristiche appartenenti sia alle filosofie occidentali sia ha quelle orientali. Un punto fondamentale per la comprensione di tali tematiche è la concezione “Berserkiana”di Dio. Miura in questo caso prende grande ispirazione dalle tesi del filosofo tedesco Feuerback, apportando però notevoli cambiamenti. La religione ha un'origine pratica: l'uomo avverte la propria debolezza, la propria fragilità ed i propri difetti, esso ha bisogno di affidarsi a certezze incrollabili per sopravvivere e cerca la salvezza in un essere, nato dall’alienazione di tutte le accezioni mancanti all’uomo; significa che questo oggetto è la vera e propria essenza del soggetto stesso, proiettata fuori da sé. Dio, dunque, non è altro che l'oggettivazione dei bisogni e delle aspirazioni dell'uomo, la proiezione di essi in un ente immaginario, che viene considerato indipendente dall'uomo e nel quale tali aspirazioni si trovano pienamente realizzate idealmente.
Ma un Dio nato dai più reconditi bisogni e desideri dell’uomo può essere un dio buono? Secondo Miura no. Perché tale ente trascendente è figlio della natura più originaria dell’uomo, esso nasce dagli istinti più insiti nell’uomo che precedono la costruzione della morale e che non tendono di certo alla benevolenza ed all’altruismo.
Una seconda idea fondamentale da comprendere è la legge del Karma, che impregna tutto il mondo fisico e metafisico di Berserk. Essa si rifà ovviamente alle filosofie orientali, specialmente alla concezione Vedica, nella quale è spesso presente. Il Karma è la legge universale che governa e decreta il destino dell’uomo, attraverso il principio di “causa-effetto”. Tale legge è insormontabile ed inderogabile, ogni essere vivente fin dalla nascita è sottoposto al Karma, e nulla può fare per uscire al di fuori di esso. Ogni avvenimento che si trova nella “ragnatela” del Karma accadrà inesorabilmente che lo si voglia o no. All’interno di questo tema si inserisce il simbolismo del personaggio di Gatsu. Egli è un “combattente”, così definito dal cavaliere del teschio, egli combatte contro il proprio fato già inciso sulla propria pelle, una lotta disperata per un semplice uomo. Sì, perché Gatsu è un uomo, e nulla più, egli si ferisce, sputa sangue, cade a terra e prova dolore, un immenso dolore, eppure si rialza, continua a combattere mosso da un altisonante sentimento di odio ed amore. Egli impugnando la sua fedele ammazza draghi, tra sangue e disperazione, avanza contro un Karma a lui avverso. Gatsu rappresenta il sommo potere della volontà umana, che non ha limiti e non si prostra dinnanzi a nulla.
<i>“Può darsi che, anziché essere un semplice riflesso sull'acqua, sarai il pesce che ne farà muovere la superficie.”</i>
Penso che per concludere nel migliore dei modi questa peculiare recensione di Berserk la cosa migliore sia inserire una particolare citazione, che a mio parere esprime tutta la profondità la poesia e il sentimento di questo manga.
<i>"Qualcosa che non si fa per nessuno. E che si realizza... si realizza solo per se stessi. Parlo del Sogno. E se c'è un sogno a cui sacrificare se stessi... c'è anche un sogno che, simile a una tempesta, spazza via migliaia di altri sogni. Per quanto siano irrealizzabili, la gente ama i sogni. Il sogno ci dà forza e ci tormenta, ci fa vivere e ci uccide. E anche se ci abbandona, le sue ceneri rimangono sempre in fondo al cuore... fino alla morte.Se si nasce uomini, si dovrebbe desiderare una simile vita. Una vita di martire... spesa per un Dio di nome "Sogno".</i>