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La storia racconta la vita quotidiana di un... cattivo. Già, non c'è modo per dargli un'altra definizione dato che il protagonista rappresenta quella che può essere definita la "carne da cannone" che si trova nella maggior parte degli anime e manga che ospitano una cosiddetta fazione/organizzazione malvagia piena di scagnozzi vestiti tutti uguali. Ma Tokyo White Snow Project vuole sconvolgere e ricostruire quelle che sono le basi di ogni show che ospita i cosiddetti "supereroi giapponesi", infatti il protagonista ci illustrerà quella che è la vita di semplice criminale come lui, che passa le giornate a prendere calci e pugni da un team di supereroi per portare a casa quella misera paga che gli permette di vivere in un modo decente.

Nelle prime pagine si potrà vedere il protagonista che entra a far parte della Compagnia Honeda, un gruppo di pazzi scatenati che ha un solo obiettivo: imbiancare tutta Tokyo. Ma perché mai un'organizzazione criminale dovrebbe far accompagnare il suo nome dalla parola "compagnia"? Semplice, la Compagnia Honeda non è altro che una semplice struttura aziendale, che ospita al suo interno il capo dell'organizzazione (anche se in realtà dirige soltanto una succursale della vera organizzazione) e i suoi "dipendenti". Il gruppo ci permetterà di vedere il "dietro le quinte" che si svolge in una organizzazione malvagia come altre, infatti vedremo dei "lavoratori" stressati, che non fanno altro che lamentarsi quando si ritrovano ad eseguire un compito stupido quanto assurdo, oppure noteremo i discorsi del leader/capoufficio che cerca di motivare i suoi scagnozzi, insomma si mischia la follia dei cattivi con la vita ordinaria di una società aziendale come altre.

I personaggi rappresentano gli stereotipi dei supereroi giapponesi. Come protagonista abbiamo B-29 (il suo nome in codice), un novellino che mostra un grande temperamento nello svolgere il suo lavoro, ma saranno le sue azioni a stravolgere l'ordinarietà degli eventi che prenderanno luogo all'interno del manga (per esempio picchierà uno degli avversari mentre sta eseguendo la trasformazione). Insieme al protagonista ci sarà il suo Leader, che viene assistito dai suoi generali (un gigante e una donna che non fa altro che fumare), inoltre vi sono gli Shochikubain, i cosiddetti "buoni", che appariranno come dei cattivi dal punto di vista del protagonista, il che darà vita a degli strani intrecci che discutono dell'immagine dei buoni e dei cattivi e del loro modo di agire: può infatti un cattivo sostenere un buon comportamento, mentre un buono compiere delle azioni sconsiderate nonostante la sua immagine?

I disegni non sono male, l'elemento che li rende particolari sono per l'appunto i colori della Compagnia Honeda, infatti vedremo degli uomini vestiti di nero che rappresentano il disegno di uno scheletro, capaci di sfoggiare delle espressioni che si adattano alla grande al loro atteggiamento da pazzi scatenati. Il tutto verrà accompagnato da un'ambientazione che mostra il quartiere urbano di Tokyo e il disordine che ospitano le sue aziende.

Insomma, un manga che non ha tante pretese, personalmente ritengo che non possa piacere a tutti poiché è indirizzato ad un pubblico specifico, ovvero coloro che sono in grado di apprezzare una satira che mischia gli elementi della vita aziendale con quella dei cattivi che si oppongono ai supereroi giapponesi.
L'edizione Ronin è di buona qualità (anche se potevano aggiungere qualche dettaglio in più), l'unico problema sono i dialoghi presenti all'interno dei fumetti, infatti risultano decisamente "ristretti" per garantire una lettura fluida e veloce; inoltre ritengo che il costo sia decisamente troppo elevato per un manga del genere, quindi lo consiglio solo ai fan dell'autore o a coloro che vogliono una visione comica del mondo attraverso i punti di vista dei cattivi.