Recensione
Hikaru no Go
9.0/10
Spesso si rimprovera agli editori nostrani di non dare il giusto risalto a determinate opere che in patria hanno riscosso un grandissimo successo, ottenendo ampi consensi sia in termini di vendite che di critica.
Ebbene, nel caso di <i>Hikaru no Go</i> questo non è fortunatamente avvenuto: nell'ormai lontano inverno del 2005 l'editore Planet Manga fece veramente di tutto per invogliare i lettori ad acquistare questa serie, pubblicando in anteprima il primo capitolo del manga in coda ad alcuni volumi di altre titoli e proponendo il primo numero al prezzo lancio di due euro, senza contare l'accorata introduzione fattane all'inizio del primo volume.
Il pubblico però non gradì, e a partire dal tredicesimo volume la periodicità della serie passò da mensile a trimestrale, mentre il prezzo dagli allora canonici 3,50€ aumentò fino ai 5,50€.
Ma di cosa parla questo manga tanto amato in patria al punto da meritarsi un'edizione Kanzenban - o Perfect Edition che dir si voglia -, una serie animata di 75 episodi e svariati gadget, eppure così - ingiustamente, aggiungerei - snobbata in Italia?
<i>Hikaru no Go</i>, al di là della trama in sé, già ampiamente resa dal sunto qui sopra e dalle altre recensioni presenti di seguito, racconta di come un ragazzino possa diventare un adulto grazie all'amicizia, certo un po' speciale, con un'altra persona. Ecco, questo manga a mio parere può riassumersi così: nascita, maturazione e, purtroppo, inevitabile rottura di una forte e profonda amicizia, quella tra il protagonista Hikaru Shindo e lo spirito Fujiwara no Sai, di come questa muti col tempo e in funzione delle aspirazioni dei due.
Il resto, il go, le partite, i tornei, è solo una cornice, certo appassionante e ben costruita, entro cui far muovere i protagonisti.
<b>Attenzione, possibile spoiler</b>
E quando uno dei principali interpreti di questo meraviglioso mosaico viene a mancare, allora l'equilibrio fino ad allora mantenuto egregiamente dall'autrice viene a mancare, favorendo, forse per accontentare i lettori nipponici, il lato più 'sportivo' del manga a netto sfavore di quello più umano.
<b>Fine spoiler</b>
Non ci sono però solo Sai e Hikaru ad animare le vicende di questo manga, anzi. Il nostro giovane protagonista, assieme al suo affascinante amico incorporeo, incontrerà nel corso della storia molti altri ragazzi amanti come lui del go, e da ognuno di loro imparerà qualcosa, in particolare dall'amico-rivale Akira Toya, il quale nel corso del diciassettesimo volume si rivolge ad Hikaru pronunciando una frase che i lettori, alla luce degli eventi dei volumi precedenti, potrebbero identificare come vero significato dell'opera: <i>"Il tuo go è solo tuo"</i>.
A sostenere una trama densa e coinvolgente troviamo un Takeshi Obata in forma smagliante, che nei volumi centrali del manga dà prova di un'abilità senza eguali, fatta di disegni curati, espressivi, dettagliati, sempre precisi; uno stile che purtroppo abbandonerà presto, in favore di un tratto più oscuro e di tendenza, certo, ma anche molto più freddo e inespressivo.
In definitiva, <i>Hikaru no Go</i> è uno shonen intenso, appassionante, ragionato e, ad eccezione dei volumi finali, che comunque riservano una conclusione inattesa, mai banale o noioso, illustrato magnificamente e davvero meritevole del successo ottenuto in patria sulle pagine di Shonen Jump.
Da leggere assolutamente.
Ebbene, nel caso di <i>Hikaru no Go</i> questo non è fortunatamente avvenuto: nell'ormai lontano inverno del 2005 l'editore Planet Manga fece veramente di tutto per invogliare i lettori ad acquistare questa serie, pubblicando in anteprima il primo capitolo del manga in coda ad alcuni volumi di altre titoli e proponendo il primo numero al prezzo lancio di due euro, senza contare l'accorata introduzione fattane all'inizio del primo volume.
Il pubblico però non gradì, e a partire dal tredicesimo volume la periodicità della serie passò da mensile a trimestrale, mentre il prezzo dagli allora canonici 3,50€ aumentò fino ai 5,50€.
Ma di cosa parla questo manga tanto amato in patria al punto da meritarsi un'edizione Kanzenban - o Perfect Edition che dir si voglia -, una serie animata di 75 episodi e svariati gadget, eppure così - ingiustamente, aggiungerei - snobbata in Italia?
<i>Hikaru no Go</i>, al di là della trama in sé, già ampiamente resa dal sunto qui sopra e dalle altre recensioni presenti di seguito, racconta di come un ragazzino possa diventare un adulto grazie all'amicizia, certo un po' speciale, con un'altra persona. Ecco, questo manga a mio parere può riassumersi così: nascita, maturazione e, purtroppo, inevitabile rottura di una forte e profonda amicizia, quella tra il protagonista Hikaru Shindo e lo spirito Fujiwara no Sai, di come questa muti col tempo e in funzione delle aspirazioni dei due.
Il resto, il go, le partite, i tornei, è solo una cornice, certo appassionante e ben costruita, entro cui far muovere i protagonisti.
<b>Attenzione, possibile spoiler</b>
E quando uno dei principali interpreti di questo meraviglioso mosaico viene a mancare, allora l'equilibrio fino ad allora mantenuto egregiamente dall'autrice viene a mancare, favorendo, forse per accontentare i lettori nipponici, il lato più 'sportivo' del manga a netto sfavore di quello più umano.
<b>Fine spoiler</b>
Non ci sono però solo Sai e Hikaru ad animare le vicende di questo manga, anzi. Il nostro giovane protagonista, assieme al suo affascinante amico incorporeo, incontrerà nel corso della storia molti altri ragazzi amanti come lui del go, e da ognuno di loro imparerà qualcosa, in particolare dall'amico-rivale Akira Toya, il quale nel corso del diciassettesimo volume si rivolge ad Hikaru pronunciando una frase che i lettori, alla luce degli eventi dei volumi precedenti, potrebbero identificare come vero significato dell'opera: <i>"Il tuo go è solo tuo"</i>.
A sostenere una trama densa e coinvolgente troviamo un Takeshi Obata in forma smagliante, che nei volumi centrali del manga dà prova di un'abilità senza eguali, fatta di disegni curati, espressivi, dettagliati, sempre precisi; uno stile che purtroppo abbandonerà presto, in favore di un tratto più oscuro e di tendenza, certo, ma anche molto più freddo e inespressivo.
In definitiva, <i>Hikaru no Go</i> è uno shonen intenso, appassionante, ragionato e, ad eccezione dei volumi finali, che comunque riservano una conclusione inattesa, mai banale o noioso, illustrato magnificamente e davvero meritevole del successo ottenuto in patria sulle pagine di Shonen Jump.
Da leggere assolutamente.