logo GamerClick.it

-

L'ho letto fino alla fine per disperazione e la tentazione è stata di mettere un 4 sonante, avevo sofferto troppo, alla fine do 5 perché quello che mi è stato suggerito di leggere dopo è stato anche peggio, quindi mi sono resa conto che questa categoria di manga sta colando a picco, quindi i pochi spunti decenti vanno tenuti buoni e far arrancare una quasi sufficienza dove almeno ci sono pregi tecnici è d'obbligo.

La vicenda segue la vita di Kayano, che si ritrova in una situazione esistenziale ai limiti del ridicolo, tuttavia, legalmente parlando, la faccenda è una casistica possibile per quanto rara: sua madre, risposatasi con un uomo avente un figlio adolescente di poco più giovane di lei, la pone nella situazione di avere un fratellastro affascinante ed intrigante, ed essendo i due adolescenti e razionali quanto una macchina dei pop corn i due novelli fratelli finiscono per invaghirsi allegramente.
La trama tocca problemi che di primo acchito sarebbe anche bello veder analizzati ed affrontati dai soggetti in narrazione, ma come vengono trattate tali situazioni lascia a desiderare perché si scade nel ridicolo un po' troppo spesso. Stiamo parlano di giapponesi fino a prova contraria, il loro concetto di "diventare fratelli", ossia fratellastri, è diverso rispetto alla cultura occidentale, molto diverso perché entra in ballo la storia del nome di famiglia - si tiene quello che "conta" di più, quindi non necessariamente quello del padre - inoltre quando si diventa fratelli si è parificati a quelli di sangue in modo più profondo. Qui non viene rappresentato niente di tutto questo, addirittura il padre del protagonista maschile (il diavolo del titolo, Takeru) poco ci manca che stappi una bottiglia quando scopre che il figlio e la quasi figlia hanno una relazione. Le ridicolaggini fioccano, e che i due ragazzi non vengono vessati da chi hanno intorno è davvero assurdo e poco coerente con l'ambientazione giapponese che vive per l'apparenza, non importa se sotto il velo c'è il marciume la maschera deve reggere. Niente di tutto questo appare.

Gli amici di lei, gli amici di lui, i problemi falsamente drammatici infilati dentro in modo un po' troppo scenoso, come il passato drammatico di lui con la madre, un secondo fratello che piove dal cielo e via dicendo, tutto a dir poco assurdo via via che si sguscia dalla fase scolastica a quella pseudo adulta.
Ciliegina sulla torta, la balda eroina nemmeno ha un cambiamento caratteriale significativo, sarà una lagna dall'inizio alla fine, buona da fare schifo, non sa odiare né essere egoista o portare rancore, una santa. Lei accetta di tutto da parte di Takeru (il bello e dannato, di cui sopra) e di fatto accetta tutte le sue egocentriche scelte di vita senza opporsi, il massimo che fa è una frignata.
Voglio dire, se ci si aspetta che a leggere non siano solo undicenni questa storia non tiene, la stessa caratterizzazione dei personaggi non tiene, il protagonista maschile passa dall'introverso, bello e impossibile, al quasi introverso dannato, allo pseudo amante sensibile con sprazzi da introverso con crisi di egocentrismo, e la protagonista resta una frigna senza un minimo di self confidence dalla prima pagina all'ultima.

Francamente vedere che i personaggi non erano come al solito tutti bellissimi ed avevano una progressione di crescita mi ha tratto in inganno, io apprezzo negli autori questa abilità di abbracciare un lasso temporale non insignificante. La protagonista diventa una ragazza graziosa invecchiando, da adolescente è abbastanza anonima, anzi, bruttarella per certi versi, diciamo che nel tratto si vede ben rappresentato in alcuni casi il periodo ingrato dell'adolescenza e questo è notevole; l'invecchiamento è reso molto bene, i personaggi cambiano perché crescono, non restano invariati nei secoli.

Non mi sento di consigliarlo, la trama non solo è schifosamente prevedibile, ma la protagonista avendo la monoreazione (frigna) ammazza veramente la voglia di proseguire la lettura. Un peccato perché l'autrice ha un tratto che sa mostrare non solo bene le espressioni e le personalizzazioni dei personaggi (non sono tutti con lo stampino anzi, tutti ben caratterizzati), ma ha saputo rappresentare il lento ma inesorabile cambiamento che si ha tra adolescenza e fase adulta.