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Ci sono molti peccati a cui vanno soggette le opere d'arte asiatiche, sopratutto i fumetti e il cinema, ma in fondo il tutto si riduce in fondo ad una carenza nello strutturare trama e intreccio dell'opera. Un esempio sono i dialoghi densi e spesso inutili, carichi di retorica un po' desueta, a tratti ripetitivi; un altro esempio sono le sequenze frettolose, esagerate, irreali. Matsumoto in particolare è affetto da tutte queste malattie: i personaggi sono piatti. In effetti non sono nemmeno personaggi, sono archetipi. La trama è inconsistente o confusionaria, fatta di episodi non ben correlati tra di loro. Il tutto si svolge in una dimensione onirica, psicologica, a cui l'autore non riesce a dare un ordine. Manca la mediazione con tecniche squisitamente narrative. Per questo Matsumoto è un autore difficile, relativamente faticoso da leggere, e rimane ancorato a stilemi che per un occidentale - specie appassionato di fantascienza - sono vecchi di un secolo. Ricorda molto certa fantascienza degli anni '30 e '40 del secolo scorso: vecchio, si dirà.

Ogni volta che si ha per le mani questo autore, può generare l'impressione che si imbarchi in un viaggio oltre le sue forze. Occorre però dire che nessuno è ad oggi stato in grado di narrare in fumetto un'epopea spaziale delle dimensioni e dell'ambizione di quella narrata da Matsumoto con le sue opere. Quindi non è proprio tutto da buttare? Evidentemente no, altrimenti non avrei dato un 7, che è un voto più che onorevole.
Infatti, tanto il Matsumoto narratore scade, tanto il Matsumoto artista eccelle. Ci sono tavole belle da mozzare il fiato. Le astronavi e i macchinari, che dettagli! E le donne! Quelle donne con quegli occhi, quelle espressioni a volte terribili, altre volte materne. Femmine sì, che se pure provi a considerarle ciò che non sono - donne - provi come un senso di religioso pudore, perché in realtà sono dee. Qui la concezione della femminilità di Matsumoto si fa realtà, in quanto esse diventano davvero divinità, valchirie. Il tutto avviene - sempre che si possa dire che qualcosa, veramente, AVVIENE - sullo sfondo nero dello spazio; e, come nella notte, si sogna. Non si può leggere Matsumoto da adulti, bisogna farlo da bambini, lasciarsi stupire senza domande, senza la pretesa di verosimiglianza o di coerenza. Anche in quest'opera il disegno dice molto di più della parola, anche se permane il sospetto che l'autore sia talmente "giapponese" che la traduzione in un'altra lingua lo sminuisca gravemente.

Bella l'edizione, arricchita da inserti da parte dell'autore (che racconta della sua passione per Wagner, della genesi dell'opera), dà informazioni sull'opera originale, sull'ispirazione di matrice musicale sottostante. Si tratta di volumi di qualità superiore alla media della roba che si vede in giro, leggermente inferiori ad altre edizioni della Hazard (Queen Emeraldas, ad esempio, o le opere di Tezuka). Certo, il prezzo di 10 euro a volume è oggettivamente esagerato, ma sul sito della casa editrice in questo momento sono disponibili in offerta a 56 euro comprensivi di spedizione, il che significa 7 euro a volume, che è molto più ragionevole anche se comunque impegnativo.

Tirando le somme, non mi sento di consigliare una lettura di quest'opera a chi, guardando Maetel ed Emeraldas, Harlock e l'Arcadia, non provi un brivido alla base della schiena, o almeno un moto di velata malinconia.