Recensione
Lost+Brain
4.0/10
È stato definito il nuovo Death note*! Wow, allora è da comprare al volo. Lo stesso ragionamento che avranno fatto molti di voi immagino. Io ho voluto provarlo, anche attirato dalla promozione iniziale, però pensateci bene: "se volessi leggere un'opera figlia di Death note, leggerei questa o rileggerei Death note? Io rileggerei l'opera con Light protagonista", a mente fredda penso questo. Può anche non essere visto come un plagio perché al posto del quaderno è presente il fattore ipnosi, però il disegnatore non può ricalcare di sana pianta lo stile di disegno della (?) Obata, ricopiando persino i baloon! Sono più le analogie che le differenze.
Io non ve lo consiglio, non è manga da libreria, è carino magari da leggere al mare sotto l'ombrellone, quello sì, ma è una miniserie incolore ed insapore direi. Manca di originalità, però può anche darsi che io mi sia facilmente ed eccessivamente fatto influenzare avendo letto Death note precedentemente ed averlo eretto a mio manga preferito.
È stato serializzato inoltre, da una rivista pilota della Shogakukan tra l'altro, mica poco! Però - penso - a causa delle scarsissime vendite, è stato troncato al numero tre, concludendosi con un finale per forza obbligato; magari se avesse avuto più albi in cui sviluppare una storia, molti di noi non avrebbero urlato all'evidente imitazione.
Edizione: Niente da eccepire, la Star Comics ha fatto un degno lavoro, presentando il prodotto provvisto di sovracoperta con commenti nel risvolto interno, la carta è come di consueto bianchissima, quasi per nulla trasparente; personalmente non sopporto la decisione di adottare il font "comics sans" ma questo è un dato esclusivamente soggettivo. La copertina interna invece, presenta una tinta con toni di azzurro.
Disegni: Mi ripeto, il disegnatore ha preso eccessivo spunto dal tratto della Obata: Ren, il protagonista, ha il taglio di capelli molto simile a quello di Light, mentre la protagonista femminile ricorda, tutt'altro che vagamente, la gothic lolita Misa Amane; non è un caso, fidatevi. Inoltre, ho notato anche che, mentre in Death note era tutto ben equilibrato, qui è facile vedere alcune evidenti sproporzioni di figure umane. Per cui direi bocciato, o quantomeno scontato.
* Per molti altri aspetti personalmente dico che oltre ad aver preso spunto dal suddetto e bistrattato Death note, gli autori si sono ispirati in parte anche a Code Geass.
Io non ve lo consiglio, non è manga da libreria, è carino magari da leggere al mare sotto l'ombrellone, quello sì, ma è una miniserie incolore ed insapore direi. Manca di originalità, però può anche darsi che io mi sia facilmente ed eccessivamente fatto influenzare avendo letto Death note precedentemente ed averlo eretto a mio manga preferito.
È stato serializzato inoltre, da una rivista pilota della Shogakukan tra l'altro, mica poco! Però - penso - a causa delle scarsissime vendite, è stato troncato al numero tre, concludendosi con un finale per forza obbligato; magari se avesse avuto più albi in cui sviluppare una storia, molti di noi non avrebbero urlato all'evidente imitazione.
Edizione: Niente da eccepire, la Star Comics ha fatto un degno lavoro, presentando il prodotto provvisto di sovracoperta con commenti nel risvolto interno, la carta è come di consueto bianchissima, quasi per nulla trasparente; personalmente non sopporto la decisione di adottare il font "comics sans" ma questo è un dato esclusivamente soggettivo. La copertina interna invece, presenta una tinta con toni di azzurro.
Disegni: Mi ripeto, il disegnatore ha preso eccessivo spunto dal tratto della Obata: Ren, il protagonista, ha il taglio di capelli molto simile a quello di Light, mentre la protagonista femminile ricorda, tutt'altro che vagamente, la gothic lolita Misa Amane; non è un caso, fidatevi. Inoltre, ho notato anche che, mentre in Death note era tutto ben equilibrato, qui è facile vedere alcune evidenti sproporzioni di figure umane. Per cui direi bocciato, o quantomeno scontato.
* Per molti altri aspetti personalmente dico che oltre ad aver preso spunto dal suddetto e bistrattato Death note, gli autori si sono ispirati in parte anche a Code Geass.