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L'opera che ha reso famosa Ai Yazawa qui in Italia è indubbiamente uno shojo originale, ben confezionato, con caratterizzazioni ben costruite e un design inaspettato.
All'epoca fu un fulmine a ciel sereno: il tratto stranissimo, lo stile dei vestiti che diventa parte integrante dell'opera, la trama originale che dà più spazio alla maturazione che alla storia d'amore. Insomma, originale, spiazzante e di sicuro appeal: fu un successo. Io vidi giusto qualche episodio dell'anime, e quindi mi persi quasi completamente il fenomeno.
Ho recentemente rimediato con l'edidzione deluxe della Planet; letto oggi, tutto d'un fiato e in tempi certamente diversi, colpisce meno, ma resta uno shojo validissimo.

Con obiettività, ha qualche pecca: la coerenza dei personaggi talvolta ha qualche calo (ad esempio Mikako ad un certo punto inizia a piagnucolare contraddicendo la forza di carattere che le era prima attribuita e non si ferma fino al finale), la trama scorre bene ma in alcuni punti pecca (il "prepara terreno" per Parakiss è evidente), il finale è splendido ma non del tutto (tutto va troppo "come deve andare").

Nonostante questi piccoli difetti, Gokinjo Monogatari affascina, fa riflettere ed emoziona, con stile, qualità ed originalità: nulla di più si può chiedere ad uno shojo. Mi sento di consigliarlo caldamente a tutti gli amanti del genere: è certamente un'opera di qualità che non può mancare nella libreria di ogni appassionato, sia per la validità del lavoro sia per ciò che ha rappresentato nell'evoluzione del genere shojo.