Recensione
Fairy Tail
4.0/10
Recensione di dav brando
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Fairy Tail è stata la prima opera di Mashima che ho letto. Nonostante molti me lo avessero sconsigliato parlandomi della sua precedente opera (Rave) l'ho letto senza partire con pregiudizi.
Sono arrivato al numero 17 e non ho retto oltre. Li ho rivenduti in blocco. È veramente l'anti-manga per eccellenza: ha l'incredibile peculiarità di avere tutto quello che un manga non dovrebbe avere. Provo a riassumere in 5 punti il perché, a mio personale avviso, trovo sia un prodotto scadente.
Numero 5. I disegni. Non nel senso che siano brutti, anzi al contrario. Sono molto particolareggiati e gli sfondi molto curati. Ma sono una copia spudorata di Onepiece. Chi non si è accorto che Natsu è Rufy con la parrucca rosa? Un conto è ispirarsi, un conto è copiare. Ma esistono i diritti d'autore in Giappone?
Numero 4. La magia. È un manga basato sulla magia e, almeno fin dove ho avuto la pazienza di leggere, non c'è una vignetta, UNA, in cui dica il perché c'è la magia, da dove viene, perché alcuni ce l'hanno e alcuni no: questione di tempo? Spero per il lettore.
Numero 3. Personaggi. In una intervista ho letto che Mashima non si reputava molto bravo nella storia e che quindi si sarebbe concentrato sulla caratterizzazione dei personaggi. Meno male si è concentrato. Il "nocciolo duro della gilda" è quanto di più stereotipato si possa leggere in un manga: protagonista per lo più idiota al 99 per cento del tempo e nel restante un per cento si concentra e sferra il colpo vincente. Amichetto che fa finta di essere nemico ma poi si vogliono bene. Protagoniste femminili con tette incredibilmente grandi, inquadrate in pose erotiche; animaletto da compagnia totalmente inutile. Ovviamente il resto della gilda serve solo a narrare lo scontro tra il "nocciolo duro" e i cattivoni.
Numero 2. Cattivoni. La prima regola fondamentale di un manga, come si legge anche in Bakuman, è che il cattivo deve avere lo stesso carisma del protagonista, se non addirittura superiore. In Fairy Tail sono per lo più gente devastata, disegnata in modo orribile, che una volta sconfitta si converte al bene (quanto odio questo cliché) e lacrime a gogo: esatto in Fairy Tail buoni, cattivi, perdenti, vincenti, maschi, femmine, cani, gatti piangono in continuazione. Anche io piangevo quando l'ho letto.
Numero 1. Tutto il resto. È stato difficile trovare il primo punto, anche perché le domande che mi pongo sono moltissime: questo manga è iniziato con le missioni, arriviamo dopo il primi 4 e 5 numeri che non ci sono più: ma come fanno a campare i personaggi? E poi l'insopportabile buonismo di fondo: nemici sconfitti con la forza dell'amore, dell'amicizia. In fine i combattimenti con il protagonista che tira il suo solito pugno chiamandolo ogni volta nei modi più fantasiosi. Sconsigliato.
Sono arrivato al numero 17 e non ho retto oltre. Li ho rivenduti in blocco. È veramente l'anti-manga per eccellenza: ha l'incredibile peculiarità di avere tutto quello che un manga non dovrebbe avere. Provo a riassumere in 5 punti il perché, a mio personale avviso, trovo sia un prodotto scadente.
Numero 5. I disegni. Non nel senso che siano brutti, anzi al contrario. Sono molto particolareggiati e gli sfondi molto curati. Ma sono una copia spudorata di Onepiece. Chi non si è accorto che Natsu è Rufy con la parrucca rosa? Un conto è ispirarsi, un conto è copiare. Ma esistono i diritti d'autore in Giappone?
Numero 4. La magia. È un manga basato sulla magia e, almeno fin dove ho avuto la pazienza di leggere, non c'è una vignetta, UNA, in cui dica il perché c'è la magia, da dove viene, perché alcuni ce l'hanno e alcuni no: questione di tempo? Spero per il lettore.
Numero 3. Personaggi. In una intervista ho letto che Mashima non si reputava molto bravo nella storia e che quindi si sarebbe concentrato sulla caratterizzazione dei personaggi. Meno male si è concentrato. Il "nocciolo duro della gilda" è quanto di più stereotipato si possa leggere in un manga: protagonista per lo più idiota al 99 per cento del tempo e nel restante un per cento si concentra e sferra il colpo vincente. Amichetto che fa finta di essere nemico ma poi si vogliono bene. Protagoniste femminili con tette incredibilmente grandi, inquadrate in pose erotiche; animaletto da compagnia totalmente inutile. Ovviamente il resto della gilda serve solo a narrare lo scontro tra il "nocciolo duro" e i cattivoni.
Numero 2. Cattivoni. La prima regola fondamentale di un manga, come si legge anche in Bakuman, è che il cattivo deve avere lo stesso carisma del protagonista, se non addirittura superiore. In Fairy Tail sono per lo più gente devastata, disegnata in modo orribile, che una volta sconfitta si converte al bene (quanto odio questo cliché) e lacrime a gogo: esatto in Fairy Tail buoni, cattivi, perdenti, vincenti, maschi, femmine, cani, gatti piangono in continuazione. Anche io piangevo quando l'ho letto.
Numero 1. Tutto il resto. È stato difficile trovare il primo punto, anche perché le domande che mi pongo sono moltissime: questo manga è iniziato con le missioni, arriviamo dopo il primi 4 e 5 numeri che non ci sono più: ma come fanno a campare i personaggi? E poi l'insopportabile buonismo di fondo: nemici sconfitti con la forza dell'amore, dell'amicizia. In fine i combattimenti con il protagonista che tira il suo solito pugno chiamandolo ogni volta nei modi più fantasiosi. Sconsigliato.