Recensione
Battle Royale
9.0/10
Recensione di magnamanga
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Finalmente terminata la lettura di Battle Royale.
La trama la conosciamo già tutti (o comunque è di facilissima reperibilità nel web) e per questo non intendo dilungarmi troppo sulle vicende narrate; vicende che vertono a spingere i molteplici personaggi della storia allo stremo delle forze; sia mentali che fisiche. 42 ragazzi si vedono costretti da un Governo subdolo e corrotto ad uccidersi a vicenda col fittizio intento di crescere una gioventù forte e spietata, così da sventare eventuali attacchi e rivolte ai danni della Repubblica della Grande Asia, uno stato totalitario geograficamente localizzato in Giappone. I ragazzi si vedono completamente isolati dal mondo in un'isola deserta dove l'obbiettivo del "Program" (così viene definito questo perverso gioco alla morte) consiste nell'uccidere tutti i propri compagni così da risultarne vincitore e avere salva la vita.
Il tutto ovviamente è stato pensato appositamente per non lasciare agli studenti nessuna alternativa o via di fuga.
Avremo modo in questa serie di 15 volumi (personalmente ho letto la discreta edizione Planet Manga) di avvicinarci a ciascuno di questi 42 concorrenti così da studiarne e comprendere le molteplici reazioni che ciascuno di questi può presentare se spinto in condizioni talmente estreme e atroci da divenire insostenibili.
Ed è proprio questo secondo me il punto di forza di Battle Royale: la punta di diamante che fra tutte le apprezzatissime scelte stilistiche e tematiche della serie lo contraddistingue da un semplice horror splatter truculento: ovvero l'eccelsa caratterizzazione e personalizzazione dei personaggi.
Si può quasi constatare come Shuya (il protagonista "apparente" di questa vicenda) non sia a tutti gli effetti il vero protagonista, poiché moltissimi altri personaggi spinti da motivazioni e reazioni differenti presentano un delineamento psicologico non contorto o "sbagliato". ma semplicemente diverso.
Come lo stesso Shuya ci ha portato a riflettere nel corso della vicenda, la 3°-B (classe scelta per questo orrido genocidio) era una classe pacifica e se pur con qualche elemento complicato o violento lo spirito di amicizia che vi regnava era concepito e idealizzato dallo stesso Shuya come un qualcosa di immortale ed eterno.
Tuttavia, l'improvvisa caduta di questo status ha scatenato moltissime reazioni differenti, e queste sono dettate esclusivamente da come ciascuno di noi reagisce ad una situazione di estrema violenza e crudeltà quale il Program intende portare.
C'è chi impazzisce letteralmente, chi preferisce scegliere il "come" e il "quando" morire optando per il suicidio (ma veramente il suicidio può intendersi come estremo gesto di libertà?), chi preso dalla paura e dalla disperazione agisce spontaneamente uccidendo gli altri; chi invece decide di far gruppo con altre persone fidate o chi ancora preferisce isolarsi, lasciando che la disperazione e la tensione lo porti al baratro.
E poi c'è il nostro Nanahara Shuya, un "avventato zuccone pieno di senso di giustizia" come viene definito nel manga, il quale è convinto di far gruppo con tutti i suoi compagni e di trovare assieme un modo per evadere da quella situazione; un'illusione che tutto sommato è riuscita più e più volte a risvegliare l'umanità nell'animo dei suoi compagni oramai completamente catturati dallo spirito omicida del Program. Anche venendo ferito più e più volte il disperato (e forse folle?) tentativo di Shuya non è mai venuto meno, e sempre ha tentato di salvare i compagni che incontrava lungo il proprio cammino cercando in tutti i modi di portarli alla ragione …
Dunque la caratterizzazione, la personalizzazione dei personaggi, il loro delineamento psicologico ed emotivo nonché le loro cruente vicende del passato vengono splendidamente narrate in questa serie manga, che non manca di eccellere anche sotto molteplici altri aspetti. Primo fra tutti i disegni (sempre dettagliatissimi e dal forte stile "realistico" e contemporaneo) nonché dalla narrazione e dalla crudeltà con cui certe scene vengono trattate (non dimentichiamo che Battle Royale è nato come romanzo e solo poi trasporto in manga seinen dal celebre Masuyuki Taguchi).
Insomma trovo il manga di Battle Royale un'ottima serie in cui riflettere e prendere spunto su come le persone, se spinte ai propri limiti, possano agire a prescindere dalla ragione o dalla razionalità umana.
La disperazione spesso e volentieri può portarci a fare cose impensabili anche se, al momento decisivo, si coglie sempre l'insensatezza di queste proprie scelte e non si può che morire col forte rimpianto di aver percorso non una strada sbagliata ma semplicemente "differente".
La trama la conosciamo già tutti (o comunque è di facilissima reperibilità nel web) e per questo non intendo dilungarmi troppo sulle vicende narrate; vicende che vertono a spingere i molteplici personaggi della storia allo stremo delle forze; sia mentali che fisiche. 42 ragazzi si vedono costretti da un Governo subdolo e corrotto ad uccidersi a vicenda col fittizio intento di crescere una gioventù forte e spietata, così da sventare eventuali attacchi e rivolte ai danni della Repubblica della Grande Asia, uno stato totalitario geograficamente localizzato in Giappone. I ragazzi si vedono completamente isolati dal mondo in un'isola deserta dove l'obbiettivo del "Program" (così viene definito questo perverso gioco alla morte) consiste nell'uccidere tutti i propri compagni così da risultarne vincitore e avere salva la vita.
Il tutto ovviamente è stato pensato appositamente per non lasciare agli studenti nessuna alternativa o via di fuga.
Avremo modo in questa serie di 15 volumi (personalmente ho letto la discreta edizione Planet Manga) di avvicinarci a ciascuno di questi 42 concorrenti così da studiarne e comprendere le molteplici reazioni che ciascuno di questi può presentare se spinto in condizioni talmente estreme e atroci da divenire insostenibili.
Ed è proprio questo secondo me il punto di forza di Battle Royale: la punta di diamante che fra tutte le apprezzatissime scelte stilistiche e tematiche della serie lo contraddistingue da un semplice horror splatter truculento: ovvero l'eccelsa caratterizzazione e personalizzazione dei personaggi.
Si può quasi constatare come Shuya (il protagonista "apparente" di questa vicenda) non sia a tutti gli effetti il vero protagonista, poiché moltissimi altri personaggi spinti da motivazioni e reazioni differenti presentano un delineamento psicologico non contorto o "sbagliato". ma semplicemente diverso.
Come lo stesso Shuya ci ha portato a riflettere nel corso della vicenda, la 3°-B (classe scelta per questo orrido genocidio) era una classe pacifica e se pur con qualche elemento complicato o violento lo spirito di amicizia che vi regnava era concepito e idealizzato dallo stesso Shuya come un qualcosa di immortale ed eterno.
Tuttavia, l'improvvisa caduta di questo status ha scatenato moltissime reazioni differenti, e queste sono dettate esclusivamente da come ciascuno di noi reagisce ad una situazione di estrema violenza e crudeltà quale il Program intende portare.
C'è chi impazzisce letteralmente, chi preferisce scegliere il "come" e il "quando" morire optando per il suicidio (ma veramente il suicidio può intendersi come estremo gesto di libertà?), chi preso dalla paura e dalla disperazione agisce spontaneamente uccidendo gli altri; chi invece decide di far gruppo con altre persone fidate o chi ancora preferisce isolarsi, lasciando che la disperazione e la tensione lo porti al baratro.
E poi c'è il nostro Nanahara Shuya, un "avventato zuccone pieno di senso di giustizia" come viene definito nel manga, il quale è convinto di far gruppo con tutti i suoi compagni e di trovare assieme un modo per evadere da quella situazione; un'illusione che tutto sommato è riuscita più e più volte a risvegliare l'umanità nell'animo dei suoi compagni oramai completamente catturati dallo spirito omicida del Program. Anche venendo ferito più e più volte il disperato (e forse folle?) tentativo di Shuya non è mai venuto meno, e sempre ha tentato di salvare i compagni che incontrava lungo il proprio cammino cercando in tutti i modi di portarli alla ragione …
Dunque la caratterizzazione, la personalizzazione dei personaggi, il loro delineamento psicologico ed emotivo nonché le loro cruente vicende del passato vengono splendidamente narrate in questa serie manga, che non manca di eccellere anche sotto molteplici altri aspetti. Primo fra tutti i disegni (sempre dettagliatissimi e dal forte stile "realistico" e contemporaneo) nonché dalla narrazione e dalla crudeltà con cui certe scene vengono trattate (non dimentichiamo che Battle Royale è nato come romanzo e solo poi trasporto in manga seinen dal celebre Masuyuki Taguchi).
Insomma trovo il manga di Battle Royale un'ottima serie in cui riflettere e prendere spunto su come le persone, se spinte ai propri limiti, possano agire a prescindere dalla ragione o dalla razionalità umana.
La disperazione spesso e volentieri può portarci a fare cose impensabili anche se, al momento decisivo, si coglie sempre l'insensatezza di queste proprie scelte e non si può che morire col forte rimpianto di aver percorso non una strada sbagliata ma semplicemente "differente".