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Purtroppo non riesco a ritrovarmi nelle valutazioni positive lette finora a proposito di questo manga, che per quanto mi riguarda ho trovato noioso, caotico e sciocchino, anche per via dell'irritante e stucchevole formuletta magica con cui la protagonista si rivolge ai suoi amichetti immaginari praticamente in ogni vignetta; un attimo di silenzio o di riflessione di tanto in tanto a mio avviso non avrebbero guastato, anche perché cosa stava succedendo e i sentimenti di Onko al riguardo sarebbero stati chiari ugualmente, per cui l'unico effetto che ottiene un tale espediente è solo quello di appesantire inutilmente la narrazione.

E a proposito di espedienti, il topo che scappa può funzionare da motore della storia per una volta, due magari, dopodiché non dovrebbe più essere riproposto, e invece l'episodio si ripete ancora più volte, sempre nelle stesse modalità e sempre coi medesimi effetti, come se la storia non fosse già abbastanza noiosa e monotona.
Pessima secondo me anche la caratterizzazione dei personaggi, che in realtà è praticamente assente e si richiama più che altro agli stereotipi del genere, che qui non assumono nessuna connotazione dettata dalla trama, anch'essa molto debole e mal tratteggiata, per cui rimane la (sgradevole) sensazione di veder fluttuare delle figurine nel vuoto.

Insomma, alla fine non è un caso se le opere per le quali l'autrice è diventata famosa sono quelle in cui si è occupata solo del reparto grafico, lasciando la sceneggiatura ad altri più capaci, prima di Koronde di interamente suo avevo letto solo Mayme Angel, non indimenticabile nemmeno lui ma un po' meno scialbo, e comunque era bastato a farmi decidere di evitare da allora in poi altre sceneggiature made in Igarashi, tabù che ho infranto per leggere Koronde, giusto per decidere che non ne era assolutamente valsa la pena.
Della serie salvo solo i disegni, aspetto in sé decisamente insufficiente a risollevare la mia valutazione dell'opera; un plauso anche all'edizione, molto bella, ma anche qui, se una bella confezione è sicuramente un valore aggiunto, ciò che alla fine davvero conta è il contenuto, che in questo caso non è per niente all'altezza della veste con la quale è stato presentato.