Recensione
Ai Tempi di Bocchan
8.0/10
Ai tempi di Bocchan è forse uno dei più famosi titoli di Taniguchi. Frutto della collaborazione tra il maestro e Natsuo Sekikawa, si è aggiudicato il premio Osamu Tezuka del 1998 per storia e disegni.
Botchan no jidai, questo il titolo originale dell'opera, ha avuto una lunga pubblicazione. Iniziato nel 1987, il manga è giunto al termine solo nel 1998, e questo ritardo è dovuto soprattutto al lungo lavoro di ricerca e di studio che l'autore ha dovuto intraprendere per la stesura della trama. In Italia il manga è stato pubblicato dalla Cocoino Press ma, nonostante la disponibilità completa dei materiali dal Giappone, la pubblicazione è risultata molto lenta.
Le cinque storie che compongono la serie sono tutte ambientate nel periodo Meiji (1868-1912) e, ad eccezione della terza storia che si svolge nel 1888, hanno tutte luogo nei primi anni del '900.
Sebbene il protagonista principale possa sembrare l'autore Soseki, ci rendiamo conto, già dal secondo volume, che Ai tempi di Bocchan vanta un grande numero di personaggi, molti dei quali hanno ruoli importanti per la storia.
Nel secondo dei cinque libri, "Lassù nel cielo azzurro", seguiamo le vicende di Takuboku, poeta e traduttore caratterizzato dalla totale mancanza di senso del dovere. Personaggio davvero irresponsabile e sfacciato che si ritroverà a chiedere prestiti su prestiti anche a persone quasi sconosciute.
"L'autunno e la danzatrice", a differenza delle altre storie, è ambientata, come già detto, nel 1888 e mostra il passato di Futabatei, altro famoso scrittore e poeta che, tornato dalla Germania dopo un periodo di studio, deve affrontare la propria famiglia per avere il consenso di sposare una ragazza tedesca. Questa storia è molto interessante per capire le relazioni dell'epoca tra famiglia e individuo, e quanto il Giappone fosse ricco di contraddizioni nei rapporti con gli stranieri.
In "Meteore dell'era Meiji" vediamo come fosse organizzato il socialismo giapponese, ed attraverso l'organizzazione di un attentato, quali fossero gli ideali che muovevano i suoi sostenitori.
Il titolo dell'ultimo libro, "Gli ultimi giorni di Soseki", è eloquente. Assistiamo qui ad un viaggio onirico che colpisce il lettore con bellissimi dialoghi.
Ai tempi di Bocchan è un titolo ricco di messaggi e di storia. Assistiamo sì alla vita di Soseki e agli eventi che lo hanno portato a scrivere due delle sue più importanti opere, Bocchan e Io sono un gatto, ma anche alla quotidianità di un Giappone ormai lontano, pervaso da una spinta modernista che lo porterà a diventare una potenza pari a quelle occidentali.
Sebbene la storia possa risultare un po' ostica, al termine di ogni volume ci sono approfondimenti di Sekikawa, affiancati a fotografie dell'epoca, che riescono a chiarire i molti dubbi e i vari vuoti che assaliranno il lettore durante la lettura.
Purtroppo, riscontriamo diversi difetti nell'opera, la lettura risulta difficile non solo a causa della storia in sé, ma anche dalle tantissime didascalie e dai numerosi asterischi che compaiono in ogni pagina. Per ogni personaggio che compare ci viene data ogni informazione riguardante vita, morte e miracoli e, come è naturale, la lettura viene altamente rallentata. Se contiamo poi che questi personaggi, nonostante siano importanti per la storia del Giappone non hanno rilevanza per la storia del manga, capiamo come il tutto danneggi l'opera.
Devo dire che anche l'edizione italiana gioca la sua parte in tutto questo. È impossibile non notare gli sforzi fatti per far rientrare le lunghe descrizioni in spazi adatti alla scrittura giapponese dall'alto verso il basso. Vediamo quindi alcune parole divise più e più volte per farle rientrare in uno spazio esiguo. Inutile dire che per leggere queste note occorra quasi un lavoro di interpretazione.
Per quanto riguarda i disegni, ho trovato un certo miglioramento nel corso dei volumi. Infatti, nel primo libro risultano molto semplici e meno dettagliati del solito, ma Taniguchi stesso afferma in una postfazione che il suo intento era quello di rendere i disegni più luminosi, meno ricchi di retini e con poco gioco di chiari/scuri per dare l'idea di un Giappone "illuminato", in pieno periodo creativo.
In definitiva Ai tempi di Bocchan è un'opera che racconta un epoca passata, una fotografia di un paese ormai scomparso ma che in realtà vive ancora nei piccoli gesti di una popolazione che ha attraversato incredibili sofferenze ma che è riuscita a rialzarsi e a rinnovarsi con una velocità e dignità che pochi altri paesi avrebbero avuto. Consiglio questa opera a chi segue Taniguchi, ma soprattutto a chi ama la storia.
Botchan no jidai, questo il titolo originale dell'opera, ha avuto una lunga pubblicazione. Iniziato nel 1987, il manga è giunto al termine solo nel 1998, e questo ritardo è dovuto soprattutto al lungo lavoro di ricerca e di studio che l'autore ha dovuto intraprendere per la stesura della trama. In Italia il manga è stato pubblicato dalla Cocoino Press ma, nonostante la disponibilità completa dei materiali dal Giappone, la pubblicazione è risultata molto lenta.
Le cinque storie che compongono la serie sono tutte ambientate nel periodo Meiji (1868-1912) e, ad eccezione della terza storia che si svolge nel 1888, hanno tutte luogo nei primi anni del '900.
Sebbene il protagonista principale possa sembrare l'autore Soseki, ci rendiamo conto, già dal secondo volume, che Ai tempi di Bocchan vanta un grande numero di personaggi, molti dei quali hanno ruoli importanti per la storia.
Nel secondo dei cinque libri, "Lassù nel cielo azzurro", seguiamo le vicende di Takuboku, poeta e traduttore caratterizzato dalla totale mancanza di senso del dovere. Personaggio davvero irresponsabile e sfacciato che si ritroverà a chiedere prestiti su prestiti anche a persone quasi sconosciute.
"L'autunno e la danzatrice", a differenza delle altre storie, è ambientata, come già detto, nel 1888 e mostra il passato di Futabatei, altro famoso scrittore e poeta che, tornato dalla Germania dopo un periodo di studio, deve affrontare la propria famiglia per avere il consenso di sposare una ragazza tedesca. Questa storia è molto interessante per capire le relazioni dell'epoca tra famiglia e individuo, e quanto il Giappone fosse ricco di contraddizioni nei rapporti con gli stranieri.
In "Meteore dell'era Meiji" vediamo come fosse organizzato il socialismo giapponese, ed attraverso l'organizzazione di un attentato, quali fossero gli ideali che muovevano i suoi sostenitori.
Il titolo dell'ultimo libro, "Gli ultimi giorni di Soseki", è eloquente. Assistiamo qui ad un viaggio onirico che colpisce il lettore con bellissimi dialoghi.
Ai tempi di Bocchan è un titolo ricco di messaggi e di storia. Assistiamo sì alla vita di Soseki e agli eventi che lo hanno portato a scrivere due delle sue più importanti opere, Bocchan e Io sono un gatto, ma anche alla quotidianità di un Giappone ormai lontano, pervaso da una spinta modernista che lo porterà a diventare una potenza pari a quelle occidentali.
Sebbene la storia possa risultare un po' ostica, al termine di ogni volume ci sono approfondimenti di Sekikawa, affiancati a fotografie dell'epoca, che riescono a chiarire i molti dubbi e i vari vuoti che assaliranno il lettore durante la lettura.
Purtroppo, riscontriamo diversi difetti nell'opera, la lettura risulta difficile non solo a causa della storia in sé, ma anche dalle tantissime didascalie e dai numerosi asterischi che compaiono in ogni pagina. Per ogni personaggio che compare ci viene data ogni informazione riguardante vita, morte e miracoli e, come è naturale, la lettura viene altamente rallentata. Se contiamo poi che questi personaggi, nonostante siano importanti per la storia del Giappone non hanno rilevanza per la storia del manga, capiamo come il tutto danneggi l'opera.
Devo dire che anche l'edizione italiana gioca la sua parte in tutto questo. È impossibile non notare gli sforzi fatti per far rientrare le lunghe descrizioni in spazi adatti alla scrittura giapponese dall'alto verso il basso. Vediamo quindi alcune parole divise più e più volte per farle rientrare in uno spazio esiguo. Inutile dire che per leggere queste note occorra quasi un lavoro di interpretazione.
Per quanto riguarda i disegni, ho trovato un certo miglioramento nel corso dei volumi. Infatti, nel primo libro risultano molto semplici e meno dettagliati del solito, ma Taniguchi stesso afferma in una postfazione che il suo intento era quello di rendere i disegni più luminosi, meno ricchi di retini e con poco gioco di chiari/scuri per dare l'idea di un Giappone "illuminato", in pieno periodo creativo.
In definitiva Ai tempi di Bocchan è un'opera che racconta un epoca passata, una fotografia di un paese ormai scomparso ma che in realtà vive ancora nei piccoli gesti di una popolazione che ha attraversato incredibili sofferenze ma che è riuscita a rialzarsi e a rinnovarsi con una velocità e dignità che pochi altri paesi avrebbero avuto. Consiglio questa opera a chi segue Taniguchi, ma soprattutto a chi ama la storia.