Recensione
Skyhigh Karma
9.0/10
Sovente vi sono opere dotate della capacità di passare inosservate, di non suscitare alcun clamore della folla e di catalogarsi in una classe particolare ed assestante: 'Skyhigh Karma' è una di queste. E nella medesima fascia, vi è anche il buon nome di Tsutomu Takahashi, artista noto per il suo stile grafico grezzo e cupo, ma primariamente per le peculiarità con le quali sono contornate le sue opere.
La narrazione è improntata sulle vicende di Mai Takamaru, adolescente in cerca di lavoro e di una radicale svolta nella sua flebile carriera lavorativa. Ella fatica notevolmente nelle relazioni sociali, dalle quali si tiene ben distante; preferendo trascorrere il suo tempo - quando non sul set per lavorare come attrice - con il suo gatto. L'opposto della giovane, è invece la madre; donna di successo e famosa cantante pop, apprezzata da tutti. Mai, sin dall'inizio della storia, percepisce all'interno di sé una strana quanto tremenda sensazione; come se dentro il suo cuore si celasse l'oscurità e la pura malvagità. Ma era pur sempre una ragazza come le altre, con normali passioni e comuni hobby. La svolta più drastica della sua vita - decisamente in senso negativo, più che altro per gli eventi che ne conseguono - ci fu quando rimase coinvolta in un incidente automobilistico con il suo manager. Prima di essere dimessa dall'ospedale, viene sottoposta ad una regolare radiografia al cranio, dalla quale si può facilmente scorgere una mano che stringe letteralmente la corona. Null'altro può essere se non qualcosa di paranormale e tetro. Ben presto scoprirà, attraverso numerose peripezie, di essere rimasta vittima di una maledizione scagliata da un suo lontano antenato a tutti i discendenti della sua nobile famiglia; quindi, di essere posseduta dal suo spirito ansioso di vendetta. Tramite diversi contatti di gente esperta del 'settore', si addentrerà in questa orribile esperienza sovrannaturale e spirituale.
'Skyhigh Karma' è un'opera che non si dimostra affatto ciò che sembra. Alla massa superficiale potrebbe esporsi come la già sfruttata storia di possessioni demoniache e spiriti maligni dai quali liberarsi con la redenzione; ma ciò non si verificherà, perchè la tematica dell'antagonista dell'oltretomba che arde al desiderio di vendetta è affrontata dal punto di vista di una donna qualsiasi, con i suoi problemi quotidiani e le sue idee. La narrazione assumerà un ruolo in grado di apparire tendente alla pura fantascienza, quando invero è basata su differenti ideologie e dottrine orientali a noi pressoché ignote. Ogni elemento ha il suo scopo, e non è mai puramente casuale o superfluo. Tutte le fondamenta religiose si apprestano a diventare, in particolar modo per noi occidentali, veri e propri racconti, forniti di morale e di riflessioni. Attraverso il superamento delle difficoltà e del mare di violenza nel quale naufraga, la protagonista maturerà, fino all'accettazione e al raggiungimento di un saldo equilibrio spirituale. Il tratto di Takahashi è sporco, cupo e realistico quanto necessario per rendere una storia di tale categoria un capolavoro sotto tutti i più svariati aspetti qualitativi. Certamente si tratta di un titolo d'élite, che non tutti i palati - abituati alle futilità e banalità odierne - sanno apprezzare nella sua pienezza.
La narrazione è improntata sulle vicende di Mai Takamaru, adolescente in cerca di lavoro e di una radicale svolta nella sua flebile carriera lavorativa. Ella fatica notevolmente nelle relazioni sociali, dalle quali si tiene ben distante; preferendo trascorrere il suo tempo - quando non sul set per lavorare come attrice - con il suo gatto. L'opposto della giovane, è invece la madre; donna di successo e famosa cantante pop, apprezzata da tutti. Mai, sin dall'inizio della storia, percepisce all'interno di sé una strana quanto tremenda sensazione; come se dentro il suo cuore si celasse l'oscurità e la pura malvagità. Ma era pur sempre una ragazza come le altre, con normali passioni e comuni hobby. La svolta più drastica della sua vita - decisamente in senso negativo, più che altro per gli eventi che ne conseguono - ci fu quando rimase coinvolta in un incidente automobilistico con il suo manager. Prima di essere dimessa dall'ospedale, viene sottoposta ad una regolare radiografia al cranio, dalla quale si può facilmente scorgere una mano che stringe letteralmente la corona. Null'altro può essere se non qualcosa di paranormale e tetro. Ben presto scoprirà, attraverso numerose peripezie, di essere rimasta vittima di una maledizione scagliata da un suo lontano antenato a tutti i discendenti della sua nobile famiglia; quindi, di essere posseduta dal suo spirito ansioso di vendetta. Tramite diversi contatti di gente esperta del 'settore', si addentrerà in questa orribile esperienza sovrannaturale e spirituale.
'Skyhigh Karma' è un'opera che non si dimostra affatto ciò che sembra. Alla massa superficiale potrebbe esporsi come la già sfruttata storia di possessioni demoniache e spiriti maligni dai quali liberarsi con la redenzione; ma ciò non si verificherà, perchè la tematica dell'antagonista dell'oltretomba che arde al desiderio di vendetta è affrontata dal punto di vista di una donna qualsiasi, con i suoi problemi quotidiani e le sue idee. La narrazione assumerà un ruolo in grado di apparire tendente alla pura fantascienza, quando invero è basata su differenti ideologie e dottrine orientali a noi pressoché ignote. Ogni elemento ha il suo scopo, e non è mai puramente casuale o superfluo. Tutte le fondamenta religiose si apprestano a diventare, in particolar modo per noi occidentali, veri e propri racconti, forniti di morale e di riflessioni. Attraverso il superamento delle difficoltà e del mare di violenza nel quale naufraga, la protagonista maturerà, fino all'accettazione e al raggiungimento di un saldo equilibrio spirituale. Il tratto di Takahashi è sporco, cupo e realistico quanto necessario per rendere una storia di tale categoria un capolavoro sotto tutti i più svariati aspetti qualitativi. Certamente si tratta di un titolo d'élite, che non tutti i palati - abituati alle futilità e banalità odierne - sanno apprezzare nella sua pienezza.