logo GamerClick.it

-

Il canto delle stelle (Hoshi wa Utau), opera di Natsuki Takaya, nota al pubblico italiano per l'acclamato Fruits Basket, ha il merito di introdurre il lettore nella storia spiazzandolo fin dal principio: Chihiro Aoi entra nella vita di Shiina Sakuya in maniera assolutamente insolita, sbucando letteralmente dal nulla e regalandole per il compleanno un abito rosa, salvo poi dirle gratuitamente che l'odia. Shiina, che ha dietro sé un passato triste, fatto di perdite e abbandoni, alimenta i propri sogni alla luce delle stelle, che ama osservare a tal punto da fondare il "Clamaste", ovvero il club degli amanti delle stelle. Tra tutti gli astri, osservati a occhio nudo con gli amici Yuuri e Hijiri, sdraiati su di un prato nelle notti sgombre da nubi, Shiina sente affine al proprio animo la stella Alphard, la più solitaria e luminosa della costellazione dell'Idra. Dal canto silenzioso delle stelle, Sakuya trae il coraggio per non disperare, nonostante tutto il dolore patito (le vessazioni della matrigna che l'hanno spinta ad andare via di casa, le difficoltà nei rapporti umani, l'incomprensione tra le mura scolastiche); e così, nonostante l'atteggiamento enigmatico e spesso scostante di Chihiro, cerca di avvicinarsi a lui e di coinvolgerlo nelle osservazioni astronomiche. Il ragazzo, dapprima restio, si lascia vincere dalla disarmante innocenza della ragazza e dal desiderio istintivo di proteggerla. Molte vicende dei rispettivi passati accomunano i due ragazzi (anche Aoi è un "senza nido", abbandonato dalla madre), ma ciò che più colpisce Chihiro in Shiina è la somiglianza di lei con il suo fragile amore del passato, Sakura.

I personaggi di Hoshi wa Utau tintinnano di fragilità, e in Aoi si legge proprio il timore di non riuscire, con le proprie forze, a impedire che si attualizzi di nuovo in Shiina il destino di Sakura, a evitare che un altro cuore di vetro si frantumi. Il suo abbraccio dato a Shiina sotto gli occhi dei compagni d'istituto, impietosamente pronti a deriderla per la sua impacciata presentazione del club degli amanti delle stelle, dà la misura del disperato bisogno da parte di Chihiro di scongiurare il ripetersi della tragedia. Non sempre la gentilezza basta, specialmente quando il mondo d'attorno è gratuitamente crudele. Lo sa bene anche Kanade, il cugino di Shiina che l'ha accolta su richiesta del padre di lei. Ritiratosi temporaneamente dagli studi, questo ragazzo, dal carattere chiuso e difficile e dotato di sensibilità artistica, dà l'idea di un hikikomori sui generis, o piuttosto di una figura tipica dell'immaginario della Takaya. Tuttavia, anche grazie alla presenza di Sakuya e per senso di responsabilità nei suoi confronti, Kanade esce progressivamente dal proprio guscio e torna ad affrontare il mondo. Interessante anche la figura di Yuuri, l'amico di sempre di Shiina, innamorato di lei ma poco disposto ad ammetterlo, protagonista di schermaglie di gelosia con il rivale Chihiro e vittima delle angherie amichevoli di Hijiri Honjou, ragazza elegante, ricca e bella, dal carattere altero e scontroso, ma profondamente protettiva nei confronti di Shiina. Hijiri si rivela passionale e romantica, con alterne fortune e inquiete prese di coscienza dei propri sentimenti verso Saki, servitore di lungo corso della famiglia Honjou.

Il tratto è essenziale, pulito e gradevole, e la trama accosta il realismo dei sentimenti e delle storie individuali alla fantasia e al mistero evocati dal passato di Chihiro o forse soprattutto dalla presenza silenziosa delle stelle, controcanto extraterrestre di tutta la vicenda. Stessa commistione riscontrata del resto in Furuba, con il mito degli animali dello zodiaco cinese e la maledizione a carico di questi a fare da contraltare soprannaturale alle umanissime traversie dei personaggi.
Il titolo meriterebbe un'edizione più curata di quella messa in vendita da Panini, sciatta sotto l'aspetto della veste editoriale e della cura dei dettagli (e.g. "Yuuri" viene impropriamente traslitterato come "Yuri"). Si spera in una riedizione più all'altezza del titolo, giunto in patria a conclusione con l'undicesimo tankoubon.