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Se mai c'è stato e mai ci sarà un manga/anime a cui assegno un 10 pieno e meritatissimo (solo perché non posso dargli di più) questo è indubbiamente Sailor Moon di Naoko Takeuchi.
Perché? Non è facile spiegarlo per me, sono secoli che rimando la stesura di questa recensione proprio per questo motivo. E per questo stesso motivo, temo che questa recensione verrà fuori un po' atipica: non posso e non voglio parlare di Sailor Moon in senso "tecnico" o "classico", come farei per un qualsiasi altro manga, analizzando l'opera sistematicamente da cima a fondo; molto in questo senso è già stato scritto sia qui su AC che su riviste, libri e quant'altro. Tutte osservazioni che ho ben presente e che non posso che condividere in pieno ma che non voglio ripetere o non ne uscirei viva (e nemmeno voi!). Più che altro mi limiterò a parlare di quegli aspetti che per me sono importati ma nei quali non mi sono mai imbattuta leggendo qua e là, ma soprattutto vorrei parlarvi della "mia" Sailor Moon, come è apparsa e come appare ai miei occhi e come io l'ho vissuta sulla mia pelle. Lei è troppo speciale per me e non riuscirei a fare diversamente.

Come si può spiegare il perché di un colpo di fulmine?! Semplicemente un giorno incontri una persona e BAM! Ti prende completamente e non riesci più a togliertela dalla testa, tutti gli altri paragonati a lei ti sembrano insignificanti, la tua vita prosegue, tu conosci tanta altra gente, ma quella persona è sempre lì, prepotentemente in primo piano nel tuo cuore, e niente sembra riuscire in alcun modo ad offuscare anche solo minimamente il suo ricordo. Sì, sì: Tizio è carino… Caio è simpatico… ma come Lei... nessuno!!!
Ecco, questo è più o meno lo stato d'animo che alberga in me fin da quando, ormai taaaanti anni fa, mi sono imbattuta per caso, in un, allora, nuovo cartone animato (tanto è così che l'abbiamo conosciuta tutti quanti! Il manga è arrivato dopo). Parafrasando Dante: "Sola ero e senza alcun sospetto (e magari anche con poca voglia di studiare, quel pomeriggio) e da quel giorno (dalla prima puntata!) non ho più cambiato canale".
Qualche anno dopo, con molto ritardo ahimè, grazie alla mia fantastica compagna di stanza all'università, accanita lettrice di manga, ho conosciuto anche la versione cartacea e, come nelle più belle e classiche delle storie d'amore, mi sono innamorata di nuovo della stessa "persona"! Cioè, non che nel frattempo l'avessi mai dimenticata, semplicemente ho conosciuto un nuovo aspetto di lei che me l'ha fatta amare ancora di più.
Purtroppo non riesco a scindere bene anime e manga, se devo parlare di Sailor Moon, per me è tutto l'insieme, i personaggi, la storia, ad avermi conquistato, quindi, anche se ovviamente questa vuole essere una recensione al manga, concedetemi qualche divagazione anche sull'anime o comunque sulla storia in generale, è inevitabile.
Dopo questa mega-premessa, cercherò di fare appello a tutto il mio poco raziocinio per mettere bene a fuoco il guazzabuglio di emozioni che ruotano intorno a Sailor Moon.

Probabilmente una buona parte del mio amore per questo personaggio deriva dalla forte identificazione che fin da subito ho avuto con lei, a partire innanzitutto dall'età: quando è arrivata da noi, nel lontano 1995, ero nel pieno della mia adolescenza (avevo da poco compiuto 16 anni) ma ancora molto "bambina", sempre serena e sorridente (a detta della mie amiche), apparentemente senza un pensiero al mondo (a parte le interrogazioni e i compiti), con poca voglia di studiare ma con tante amiche con cui uscire e condividere le mille emozioni ed esperienze, le piccole cotte e infine… il "Principe Azzurro" (non scherzo, ragazzi, alla fine l'ho sposato!) Insomma "Potere del Cristallo di Luna" a parte, avevamo molto in comune (persino i gatti e il colore dei capelli!), ovvio quindi che l'empatia sia stata immediata e totale!

Ed ecco quindi il primo sapiente ingrediente di questa storia: un'eroina "sui generis", pigra, svogliata e piena di difetti, che, attenzione, non cambierà atteggiamento dalla sera alla mattina solo perché qualcuno le regala un potere magico e la ricopre di responsabilità ma che, al contrario, si trascinerà dietro questi suoi difetti, pur crescendo e maturando, fino all'ultima vignetta e anche oltre. In una parola, questo personaggio racchiude in sé una grande "umanità" nel senso più ampio del termine.
Siamo abituati agli eroi che ci vengono presentati fin da subito come tali o che comunque a un certo punto della storia prendono in mano la propria vita e la cambiano a colpi di sacrificio, impegno, allenamenti e sudore, con la sola forza di volontà (come se fosse facile!). Ebbene, Usagi non fa niente di tutto ciò, viene semplicemente travolta dagli eventi, suo malgrado è in ballo e deve ballare, è una questione di sopravvivenza, ma ne farebbe volentieri a meno e non fa che lamentarsi per buona parte della storia. Anche se poi, nel momento del bisogno, riesce sempre a reagire e a risolvere la situazione, è comunque questione di un attimo, passata la bufera torna la solita vecchia Usagi che si abbuffa di dolci e legge manga invece di studiare.
Come dicevo, il cambiamento e la crescita ci sono, ma in modo molto più verosimile rispetto ad altre storie, sono gli eventi a cambiare lei, gradualmente e lentamente, in maniera quasi impercettibile così come la vita cambia quotidianamente, poco per volta, ognuno di noi.

Secondo elemento: il potere magico in questione è ben diverso da quanto visto fino a quel momento con le altre majokko, non è fine a sé stesso, perché la protagonista è bella, brava, buona o fa qualcosa per meritarselo e va premiata con un "giocattolino" che userà praticamente solo per sé stessa e poco altro (al massimo per aiutare qualche amico). No, qui c'è di mezzo il mondo da salvare, un nemico da combattere, delle compagne da trovare e guidare e una principessa da proteggere. E tra mille piagnistei e lamentele Usagi/Sailor Moon si getterà subito nella mischia, muovendosi in bilico tra fortuna, forza della disperazione, aiuti provvidenziali e, solo in ultimo, vera forza e abilità che cresceranno in lei, prendendo sempre più campo, lentamente ma inesorabilmente durante tutta la storia.

E da chi può arrivare l'aiuto provvidenziale di cui sopra se non da lui, il terzo elemento, il coprotagonista maschile?! Mmmhhh… in realtà non credo sia molto giusto chiamarlo così, io direi che questo ruolo il caro Mamoru/Tuxedo Kamen se lo dovrà decisamente guadagnare con l'andare della storia, per buona parte di essa è in realtà poco più che una spalla per Usagi, arrivando anche a tratti a ricoprire il ruolo di "principessa prigioniera nella torre". Solo dopo mille peripezie arriverà a ricoprire un ruolo un po' più "paritario" al fianco di Usagi.
Bellissima, a questo proposito, è la frase che dice nel manga e che nella traduzione Star Comics suonava più o meno così: "Ma come?! Proprio io che mi sono sempre trascinato dietro di te…". E' forse la frase di tutto il manga che più m'è rimasta nel cuore: l'uomo che riesce a guardare con serenità alla sua donna come al centro del suo universo; non solo la ama ma addirittura la ammira, la stima, è veramente e sinceramente orgoglioso di lei e delle sue qualità (anche se vede e ne ama anche i piccoli difetti); per lui è un esempio da seguire, una meta da raggiungere, tanto da non sentirsi alla sua altezza e non c'è invidia o frustrazione nelle sue parole ma vera e sincera ammirazione; è felice e onorato di poter essere al fianco di una persona tanto meravigliosa, di poterla amare e di essere amato a sua volta, di esserle vicino, di aiuto e di conforto (e non sa nemmeno lui quanto!) nel momento del bisogno. Tutto questo senza perdere un briciolo della sua virilità, ovviamente. Non è affatto un'ameba senza spina dorale che vegeta alle spalle della protagonista, assolutamente no! E' una presenza forte, costamte e rassicurante che con grande orgoglio cammina al suo fianco, anche lui ugualmente amato e ammirato dalla sua compagna. Proprio l'uomo ideale, eh?!

Quanto e quinto ingrediente che mi hanno fatto innamorare di questa storia sono i continui e precisi riferimenti e rimandi all'astronomia e alla mitologia, sia la classica greca che quella, fino ad allora meno nota ai più, orientale. La mitologia, fin da piccola mi ha sempre interessato e affascinato, dai vari libri per bambini/ragazzi che raccontano miti e leggende come fossero favole, fino all'allegra e irriverente versione animata di Pollon. Su questo substrato, crescendo, ha facilmente attecchito anche la curiosità prima e la passione poi, per tutti quei pianeti che da certi miti hanno preso il nome. Ed è proprio a questo punto del mio percorso di vita e di cultura personale che si inserì Sailor Moon, facendo da perfetto trait d'union tra scienza e leggenda, tra logica e fantasia, in un modo tutto suo, presentando una serie di personaggi che racchiudono in sé molte delle caratteriste sia fisiche dei vari pianeti che caratteriali delle varie divinità da cui tali pianeti prendono il nome e annaffiando il tutto con una generosa dose di "magia" (che non guasta mai!).
Non starò a rifare una carrellata su tutte le Guerriere Sailor con relative caratteristiche ma vorrei spendere due parole in più sull'unica piccola incongruenza che, in questo senso, ci ha presentato la Takeuchi e alla quale sono state date mille giustificazioni, tutte più o meno valide, ma per la quale io ho sempre avuto una mia piccola interpretazione: mi riferisco all' "inversione di ruoli" tra Sailor Pluto e Sailor Saturn: Pluto cioè Plutone, Dio dei morti e dell'oltretomba e Saturno cioè Crono, Dio del tempo. Stranamente l'autrice ha scambiato i poteri delle due guerriere in questione dando a Saturn un'arma che ricorda tanto la "falce della morte" e il potere della distruzione "totale" (e della rinascita) e a Pluto un'enorme chiave che apre la porta dello spazio/tempo e il potere di controllarlo, attribuendole addirittura una "discendenza" da Crono stesso. Ma allora perché non dare semplicemente alla bella e misteriosa Setsuna il ruolo di Sailor Saturn e alla fragile e "malaticcia" (a tratti funerea) Hotaru quello di Sailor Pluto?! Non sarebbe stato più semplice e logico?! In quest'ottica probabilmente si, ma a me piace tenere conto del momento e del contesto in cui viene introdotto un personaggio così particolare come Sailor Pluto, la guardiana del tempo.
Siamo all'inizio del secondo arco narrativo di Sailor Moon, in teoria la storia sarebbe potuta tranquillamente terminare con la sconfitta del Dark Kingdom, ma credo che nella mente dell'autrice (nella mia c'era di sicuro) fosse rimasta aperta, tra le altre, ancora una piccola grande questione: ok, abbiamo Mercurio, Venere, (la Terra), la Luna, Marte e Giove… e gli altri?! Nel sistema solare ci sono anche altri pianeti, loro non hanno delle guerriere? E se ce l'hanno perché non sono venute fuori?! O meglio, perché nessuno si è preoccupato di cercarle? Fino a Sailor Venus c'è stata una vera e propria attesa per ogni nuova guerriera da parte dei protagonisti stessi, che è stata magnificamente trasmessa anche al lettore, come un puzzle che si compone piano piano e del quale riesci a intuire quanti pezzi ancora ti mancano anche se non li hai tutti a portata di mano, ma con Sailor Venus, appunto, il quadro sembrava completo, adesso ci siamo tutte! (la famosa "fissa" per il numero 5, che credo sia nota a tutti e di cui non voglio ridiscutere)
Ma ecco che nella saga della Black Moon entra in scena, deve entrare in scena, un'altra guerriera, non una qualsiasi ma addirittura la custode del tempo (è il suo potere che ci serve, a questo punto) e di conseguenza nasce la necessità di giustificare la sua assenza, di più, il suo totale oblio fino a quel momento: quale scusa migliore, allora, se non quella di "relegarla" ai confini del mondo e dello spazio/tempo?! E allo stesso modo è proprio Plutone ad essere relegato ai confini più estremi del Sistema Solare; solo, "dimenticato" nell'oscurità (per molto tempo la sua esistenza è stata solo ipotizzata dai calcoli), lontano dagli altri pianeti come la sua guerriera è lontana e dimenticata delle altre Senshi e solo raramente ha la possibilità di lasciare il suo posto, avvicinarsi alle altre e partecipare attivamente alla lotta. E così come Plutone, che nelle "rare occasioni" in cui si avvicina agli altri pianeti si avvicina soprattutto a Nettuno (e Urano), anche la sua guerriera ha un rapporto più stretto proprio con queste ultime guerriere tanto da arrivare, tutte insieme, a distinguersi dalle altre con l'appellativo di Outer Senshi, le Guerriere del Sistema Solare esterno. Insomma, poteri a parte, anche in questo controverso caso, io direi che le affinità tra la guerriera e il suo pianeta non mancano.

Un'altra cosa che mi ha colpito subito di questo manga è anche il tratto dell'autrice, il suo stile di disegno che molti, purtroppo, non sembrano riuscire ad apprezzare. Per descrivere questo aspetto mi trovo costretta a tornare di nuovo a citare l'anime. Personalmente credo che molto di questo disappunto derivi dal fatto che abbiamo conosciuto Sailor Moon prima come anime e poi come manga: un anime in perfetto stile anni '90 con un character caratterizzato da linee più rotonde, morbide e in generale più "pulito" e semplice, molto diverso da quello dell'autrice che invece è decisamente "shojo", direi "shojo anni '80", con figure longilinee, a tratti spigolose, grandi occhi non proprio "sbrilluccicosi" alla Candy Candy ma quasi, comunque i classici occhi da shojo molto più elaborati di quelli della controparte animata. Con gli shojo più vecchi, a mio avviso, questo stacco si è sentito molto meno credo anche grazie al modo in cui venivano realizzati i cartoni dei primi anni 80, mi riferisco ad esempi come Lady Oscar o Giorgie. Cosa accomuna, secondo me, queste due opere? Beh, a parte l'ovvia differenza nello stile di disegno che si poteva avere già di partenza rispetto a Sailor Moon, una sciocchezza, probabilmente: i fermo immagine. Quella sorta di "camei" sapientemente sparpagliati nei vari episodi, nei momenti salienti e soprattutto sul finale, in cui di colpo vediamo i protagonisti ritratti, quasi come in un quadro, in uno stile molto più shojo-manga di tutto il resto dell'episodio (cioè appunto con i classici "occhi sbrilluccicosi" e robette simili). Questo non è mai successo nell'anime di Sailor Moon semplicemente perché, a dispetto del tratto della sua autrice, quello stile di disegno e quel modus operandi era già completamente sparito dagli anime di quel tempo, con il risultato che noi ci siamo subito abituati al character dell'anime a scapito di quello della Takeuchi, che da noi è arrivato dopo.
Inoltre il tratto dell'autrice, soprattutto nelle tavole, è generalmente piuttosto "grezzo", a volte quasi solo abbozzato, soprattutto negli arti e nelle mani, ricorda un po' i figurini di moda e proprio come una stilista, anche lei si da molto da fare con abiti e accessori; fuku a parte (ma anche lì la varietà non manca) non credo di aver mai visto due volte di fila le Sailor con lo stesso vestito, cosa che in minor misura viene fuori anche nell'anime e che mi colpì subito favorevolmente: da vecchia otaku degli anni '80 ero abituata ai personaggi dei cartoni che indossano sempre lo stesso vestito (Yu Morisawa/Creamy, tanto per citarne una), cosa che m'è sempre sembrata piuttosto innaturale.
Non nascondo che questo modo di disegnare, al primo impatto, fece un po' storcere il naso anche a me ma ci feci subito l'abitudine ed imparai ad apprezzarlo. Trovo infatti che, rispetto a come sarebbe potuto apparire con un disegno più "accurato", queste linee tracciate quasi d'impulso conferiscano a certe scene una dinamicità che altrimenti non avrebbero; trasmettono proprio il senso del movimento, quasi della fretta e della repentinità con cui si svolgono e, a ben guardare, è proprio in certi contesti che l'autrice li usa maggiormente. Velocità, movimento e fretta avvertiti sia fisicamente che emotivamente dal lettore (almeno per me è così) cioè capisci che la scena è veloce e avverti anche quella sorta di ansia che ti fa quasi trattenere il respiro e pensare "E ora che succederà?!"
Ma le capacità artistiche della Takeuchi non si fermano certamente solo a questo, se nelle scene dinamiche appare grezza e approssimativa, sembra dedicare una cura molto maggiore alle scene più "tranquille", e la differenza salta immediatamente all'occhio; cura che diventa poi quasi maniacale in certi primi piani dove persino i capelli neri (che molti altri autori liquidano di solito con una tinta unita o poco più) sembrano disegnati uno per uno. Comunque è inutile dire che il meglio di sé lo da ovviamente nelle copertine e nelle illustrazioni a colori.

Qualcuno sostiene anche che gli sfondi sono spogli o addirittura assenti. Beh, a parte il fatto che questa è un po' una prerogativa dei manga shojo, io trovo che siano invece molto curati, quando presenti, e quando non sono presenti le tavole sono comunque impreziosite e agghindate da ogni sorta di cornice e cornicetta, corone di fiori, pizzi, merletti e chi più ne ha più ne metta. Ma ciò non significa che abbia un aspetto soffocante o che le pagine siano invase da fastidiosa "fuffa". Piuttosto direi che se è vero che curare l'arredamento della sua casa e il suo giardino è uno degli hobby della Takeuchi, lasciatemelo dire, traspare da ogni singola pagina del suo manga! Sfogliando uno qualsiasi dei volumi di Sailor Moon si ha quasi la sensazione di una perfetta padrona di casa che ti apre la porta e ti fa accomodare dicendoti "Benvenuto nel mio mondo! Mettiti comodo che adesso ci beviamo un tè e io ti racconto una bella storia!". Sì, da questo punto di vista oserei definire Sailor Moon un manga caldo e accogliente, che ti coccola e ti mette a tuo agio mentre ti trasporta in un mondo da fiaba.

Altra cosa che sembra aver infastidito molti è la velocità con cui la storia si svolge nel suo complesso, rispetto sempre alla sua controparte animata. Anche questo è un aspetto che a me non dispiace affatto, certo forse un capitolo in più per ogni guerriera avrebbe anche potuto dedicarlo, ma nel complesso sono molto contenta che la storia sia meno "allungata", meno costellata di improbabili comparse, trame parallele o spudorati filler, carini e divertenti quanto si vuole ma comunque non necessari all'economia del tutto (per questo bastano le Short Stories).
Ma la storia non è solo più veloce è anche e soprattutto molto più matura (e questo è anche ovvio) rispetto a quella dell'anime; è molto più complessa la psicologia dei personaggi, anche se può sembrare meno approfondita; sono più forti le emozioni provate (e di conseguenza anche quelle trasmesse) e più complessa è anche la trama in generale, a dispetto della maggiore brevità. Un esempio?! A parte il rapporto tra Usagi e Mamoru di cui ho in parte già parlato, tanto per cominciare i cattivi non sono "totalmente cattivi" ma anche loro sono animati da uno spirito di gruppo, che raggiungerà il suo apice nel finale; non si eliminano l'un l'altro per invidia, vendetta o brama di "carriera", come avviene nell'anime, ma al contrario sono le guerriere a farli fuori senza tanti complimenti e cerimonie per cui si arriva al rovescio della medaglia cioè che anche i buoni non sono "totalmente buoni" (Filosofia taoista?! Mah, chissà?!). Le Guerriere Sailor non sono delle santarelline che vogliono convertire sempre tutti al bene, che uccidono solo "brutti mostri" gregari ma cercano di redimere i nemici "umani" principali con belle parole e tanti discorsetti. No! Sono guerriere e come tali combattono e "si sporcano le mani" con il sangue dei nemici (e a volte anche degli amici) perché questo è il loro compito e non si tirano indietro.
Credo inoltre che buona parte della sensazione di "velocità" della storia sia dovuta anche al fatto che Naoko Takeuchi si è rivelata, almeno per me, un' autrice "ermetica" (nel senso proprio letterario del termine), che spesso racchiude, e ci riesce, in poche vignette un intero mondo che può sfuggire al lettore frettoloso, superficiale e poco attento, quello che si aspetta di vedere tutto spiegato a parole e non capisce che spesso una sola piccola immagine dice molto di più di un intero capitolo, quello che si lascia distrarre da un volutamente repentino cambio di scena e si ritrova spiazzato alla pagina successiva a domandarsi "Ma che cavolo è successo?!"
A chi ha avuto questa sensazione e si è lasciato scoraggiare dico solo: Tranquillo è successo anche a me qualche volta! Mettiti comodo e senza fretta… rileggilo, rileggilo e rileggilo. Vedrai che ogni volta tutto sarà più chiaro, ogni volta noterai qualcosa che prima ti era sfuggito e ti sembrerà di scoprire una nuova storia nella storia e ogni volta Sailor Moon ti conquisterà di nuovo, sempre di più!