Recensione
666 Satan
7.0/10
666 Satan è un manga pubblicato in Giappone dalla Square Enix, portato in Italia da Jpop, e creato da Seishi Kishimoto, fratello del ben più famoso Masashi Kishimoto, creatore di Naruto.
In dall'inizio questo fumetto ha avuto due concorrenti alquanto tosti, visto che in patria veniva pubblicato sulla stessa rivista che pubblicava anche il popolarissimo Fullmetal Alchemist, e anche ovviamente il manga del fratello gemello, con il quale più e più volte è stato confrontato, visto anche il chara design praticamente identico.
Nonostante tutto il manga non soffre troppo la concorrenza, la trama principale è molto bella (anche se si perde verso la fine), i disegni (ovviamente) sono ottimi, e la storia è piena di citazioni a grandi capolavori quali Dragonball (fantastica la scena dove Jio e Ball, per verificare l'esito degli allenamenti, si tolgono le pesanti bardature e fanno un salto altissimo, notando effettivamente il loro miglioramento), One Piece e ovviamente anche Naruto.
La storia parla di Jio, un ragazzino orfano additato da tutti come portatore di sventura, che incontra una ragazza di nome Ruby il cui scopo è girovagare per il mondo alla ricerca del padre. Jio, data la sua incredibile forza, salva la vita a Ruby ed i due diventeranno così amici da decidere di girare il mondo insieme. A questo si aggiungono anche gli O-parts, oggetti (per lo più armi e veicoli) che vengono alimentati soltanto dalle persone in grado di manipolare la propria energia spirituale. Inutile dirlo, ma avranno un ruolo molto importante nella storia (non soltanto come armi dei personaggi)
L'opera soffre un po' all'inizio, anche per via della somiglianza con i manga sopra citati (sembra quasi di vedere Naruto che incontra Bulma), ma dopo i primi numeri riesce ad acquistare una vita propria, fino ad inserire degli elementi propri nella trama anche se non del tutto innovativi (l'eterna lotta tra angeli e demoni ed esseri umani che vogliono impadronirsi del loro potere, non è proprio una novità) fino ad arrivare ad un finale apocalittico, concluso bene ma raccontato troppo frettolosamente per via della preannunciata interruzione dell'opera.
Nonostante le numerose premesse l'opera potrebbe far storcere il naso ai più, proprio per le eccessive citazioni (per molte delle quali vi sono state anche diverse dispute in tribunale) ma a mio avviso non sono la colonna portante dell'opera. I protagonisti sono originali e ben caratterizzati e le somiglianze che ne derivano sono dovute soltanto al fatto che ce ne sono una miriade di uguali e diversi allo stesso tempo. Anche gli O-part sanno di già visto, ma è il modo in cui vengono utilizzati da essere particolare e proprio dell'opera.
In generale, se non ci si vuole trovare per forza delle uguaglianze in altri fumetti, direi che l'opera è leggibile è gradevole, se poi tutte le varie scenette non vengono considerate un omaggio alle opere ispiratrici ma dei plagi, allora è meglio starne alla larga.
In dall'inizio questo fumetto ha avuto due concorrenti alquanto tosti, visto che in patria veniva pubblicato sulla stessa rivista che pubblicava anche il popolarissimo Fullmetal Alchemist, e anche ovviamente il manga del fratello gemello, con il quale più e più volte è stato confrontato, visto anche il chara design praticamente identico.
Nonostante tutto il manga non soffre troppo la concorrenza, la trama principale è molto bella (anche se si perde verso la fine), i disegni (ovviamente) sono ottimi, e la storia è piena di citazioni a grandi capolavori quali Dragonball (fantastica la scena dove Jio e Ball, per verificare l'esito degli allenamenti, si tolgono le pesanti bardature e fanno un salto altissimo, notando effettivamente il loro miglioramento), One Piece e ovviamente anche Naruto.
La storia parla di Jio, un ragazzino orfano additato da tutti come portatore di sventura, che incontra una ragazza di nome Ruby il cui scopo è girovagare per il mondo alla ricerca del padre. Jio, data la sua incredibile forza, salva la vita a Ruby ed i due diventeranno così amici da decidere di girare il mondo insieme. A questo si aggiungono anche gli O-parts, oggetti (per lo più armi e veicoli) che vengono alimentati soltanto dalle persone in grado di manipolare la propria energia spirituale. Inutile dirlo, ma avranno un ruolo molto importante nella storia (non soltanto come armi dei personaggi)
L'opera soffre un po' all'inizio, anche per via della somiglianza con i manga sopra citati (sembra quasi di vedere Naruto che incontra Bulma), ma dopo i primi numeri riesce ad acquistare una vita propria, fino ad inserire degli elementi propri nella trama anche se non del tutto innovativi (l'eterna lotta tra angeli e demoni ed esseri umani che vogliono impadronirsi del loro potere, non è proprio una novità) fino ad arrivare ad un finale apocalittico, concluso bene ma raccontato troppo frettolosamente per via della preannunciata interruzione dell'opera.
Nonostante le numerose premesse l'opera potrebbe far storcere il naso ai più, proprio per le eccessive citazioni (per molte delle quali vi sono state anche diverse dispute in tribunale) ma a mio avviso non sono la colonna portante dell'opera. I protagonisti sono originali e ben caratterizzati e le somiglianze che ne derivano sono dovute soltanto al fatto che ce ne sono una miriade di uguali e diversi allo stesso tempo. Anche gli O-part sanno di già visto, ma è il modo in cui vengono utilizzati da essere particolare e proprio dell'opera.
In generale, se non ci si vuole trovare per forza delle uguaglianze in altri fumetti, direi che l'opera è leggibile è gradevole, se poi tutte le varie scenette non vengono considerate un omaggio alle opere ispiratrici ma dei plagi, allora è meglio starne alla larga.