Recensione
“Zero no Sokoshi - Zero, il Maestro dei Profumi” è un'opera nata nel 2006 dalla matita di Kaori Yuki già madre dei più famosi “Angel Sanctuary” e “God Child”, proprio quest'ultima opera racconta le vicende del Conte Cain Hargreaves altrimenti detto il Conte dei Veleni, ed è proprio dal giovane nobile che la Yuki prende spunto per creare il protagonista di questo volume unico. Kanade Saikawa è un abile ragazzo che ama creare profumi, riesce a distinguere in modo impeccabile qualsiasi aroma così come il Conte sapeva distinguere con la medesima sicurezza ogni sostanza velenosa che entra in contatto con si suoi acuti sensi. Altra somiglianza tra Zero e Hakushaku Cain – “God Child” è l'impostazione dei capitoli: i tre episodi presenti nel volume, chiamati elegantemente scene, vedono Kanade impegnato nella risoluzione - attraverso, vorrei sottolineare, le sue abilità - di casi di omicidio proprio come in casi di omicidio era coinvolto Cain in tutti i primi volumi delle sue avventure.
Nonostante io nutra dei consistenti dubbi sul fatto che un semplice ragazzo possa riconoscere nel bel mezzo di una strada, tra una fiumana di persone, una precisa essenza, l'autrice riesce a far sembrare questo fenomeno alquanto naturale e il lettore ha la fortuna di non assistere, già dalle prime pagine, alle imponenti forzature che la Yuki ama così tanto inserire nei propri lavori.
Kanade non si addentra tuttavia da solo fra i vari casi da risolvere: al suo fianco vediamo costantemente la bionda cugina Anais - che chissà come mai ricorda in modo sorprendente la sorellastra di Cain, Maryweather - la quale si rivela uno dei personaggi femminili meglio riusciti alla Yuki di sempre.
Anais non è per niente disincantata come la maggior parte delle controparti del gentil sesso presenti nella maggioranza dei racconti dell'autrice, ma una ragazza con una personalità decisa e vibrante.
Altra e unica figura che tende a spiccare nei tre capitoli che formano il volume unico è la tenebrosa e sempre di nero vestita Matsuya Kimie, altrimenti detta Madame Asura. Per il resto forse solo Rira Nishizaki si dimostra un minimo interessante.
La trama, come già detto, ruota intorno alla risoluzione di tre casi presenti nelle corrispondenti scene.
Nel primo capitolo il lettore saggerà le capacita del Maestro dei Profumi alle prese con la sparizione di una giovane ragazza, Tsubomi, per la quale tempo prima aveva personalmente confezionato un'originale fragranza. La madre della giovane pensa sia stato un ragazzo di discutibili origini, che da tempo la tormentava, a rapirla ma Kanade e la cugina Anais scopriranno che la verità è ben altra.
Il primo racconto presenta uno svolgimento sì lineare ma accurato e nonostante non brilli per eccessiva innovazione resta piacevole da leggere. Nella sua totalità sembra ricordare la terza scena nella quale i due giovani dovranno destreggiarsi tra i parenti serpenti di una compagna di classe di Anais che da bambina ha subito un forte trauma ed, effettivamente, la struttura proposta risulta pressoché identica.
Totalmente differente è invece il secondo episodio che risulta il più lungo (circa settanta facciate) e il più complesso. Qui il lettore assisterà all'intreccio fra il passato di Anais e Kanade e la sospetta comparsa sul mercato del cosiddetto "Profumo della Morte", che Kanade riconosce immediatamente come una sua creazione di due anni or sono, allora chiamata "Felicia n°8", ritirata dal mercato a causa delle malelingue che sostenevano fosse tossica. Tra vecchi rivali, cruente morti e un pizzico di gender bender si dipana il racconto meglio realizzato dell'intero volume. Ultima nota positiva per questo lavoro è il tratto dell'autrice che qui, al contrario di molte altre opere, si dimostra all'altezza di una mangaka dell'esperienza della Yuki.
Concludendo in mia opinione “Zero no Sokoshi” è uno dei volumi unici - escludendo quelli riguardanti il Conte Cain e, chissà, forse perché gli assomiglia così tanto - meglio realizzati del quale consiglio la lettura sia agli appassionati di Kaori Yuki che a quelli che non nutrono grande apprezzamento per le sue opere, forse rimarrete piacevolmente sorpresi.
Nonostante io nutra dei consistenti dubbi sul fatto che un semplice ragazzo possa riconoscere nel bel mezzo di una strada, tra una fiumana di persone, una precisa essenza, l'autrice riesce a far sembrare questo fenomeno alquanto naturale e il lettore ha la fortuna di non assistere, già dalle prime pagine, alle imponenti forzature che la Yuki ama così tanto inserire nei propri lavori.
Kanade non si addentra tuttavia da solo fra i vari casi da risolvere: al suo fianco vediamo costantemente la bionda cugina Anais - che chissà come mai ricorda in modo sorprendente la sorellastra di Cain, Maryweather - la quale si rivela uno dei personaggi femminili meglio riusciti alla Yuki di sempre.
Anais non è per niente disincantata come la maggior parte delle controparti del gentil sesso presenti nella maggioranza dei racconti dell'autrice, ma una ragazza con una personalità decisa e vibrante.
Altra e unica figura che tende a spiccare nei tre capitoli che formano il volume unico è la tenebrosa e sempre di nero vestita Matsuya Kimie, altrimenti detta Madame Asura. Per il resto forse solo Rira Nishizaki si dimostra un minimo interessante.
La trama, come già detto, ruota intorno alla risoluzione di tre casi presenti nelle corrispondenti scene.
Nel primo capitolo il lettore saggerà le capacita del Maestro dei Profumi alle prese con la sparizione di una giovane ragazza, Tsubomi, per la quale tempo prima aveva personalmente confezionato un'originale fragranza. La madre della giovane pensa sia stato un ragazzo di discutibili origini, che da tempo la tormentava, a rapirla ma Kanade e la cugina Anais scopriranno che la verità è ben altra.
Il primo racconto presenta uno svolgimento sì lineare ma accurato e nonostante non brilli per eccessiva innovazione resta piacevole da leggere. Nella sua totalità sembra ricordare la terza scena nella quale i due giovani dovranno destreggiarsi tra i parenti serpenti di una compagna di classe di Anais che da bambina ha subito un forte trauma ed, effettivamente, la struttura proposta risulta pressoché identica.
Totalmente differente è invece il secondo episodio che risulta il più lungo (circa settanta facciate) e il più complesso. Qui il lettore assisterà all'intreccio fra il passato di Anais e Kanade e la sospetta comparsa sul mercato del cosiddetto "Profumo della Morte", che Kanade riconosce immediatamente come una sua creazione di due anni or sono, allora chiamata "Felicia n°8", ritirata dal mercato a causa delle malelingue che sostenevano fosse tossica. Tra vecchi rivali, cruente morti e un pizzico di gender bender si dipana il racconto meglio realizzato dell'intero volume. Ultima nota positiva per questo lavoro è il tratto dell'autrice che qui, al contrario di molte altre opere, si dimostra all'altezza di una mangaka dell'esperienza della Yuki.
Concludendo in mia opinione “Zero no Sokoshi” è uno dei volumi unici - escludendo quelli riguardanti il Conte Cain e, chissà, forse perché gli assomiglia così tanto - meglio realizzati del quale consiglio la lettura sia agli appassionati di Kaori Yuki che a quelli che non nutrono grande apprezzamento per le sue opere, forse rimarrete piacevolmente sorpresi.