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“Ai Yori Aoshi” (edito dalla Panini comics sotto il nome "Sempre più blu") è una serie harem come se ne trovano tante in giro, riuscirà quindi a ritagliarsi uno spazio nel mare di manga presenti in circolazione?
I personaggi all'interno della storia ricalcano tutti uno stereotipo ben preciso, si parte dal protagonista, bravo ragazzo che da un momento all'altro e senza ragione apparente diventerà un magnete che attrarrà a sé tutti gli esponenti del sesso opposto, minorenni o adulte che siano.

C'è la protagonista femminile della storia che incarna la figura della "Yamato Nadeshiko" (garofano giapponese), ovvero l'ideale di donna giapponese, fedele, abile nella cura della casa e sempre pronta a rendere felice il marito, suo unico pensiero al mondo: un fantoccio, in parole spicciole.
Senza che mi dilunghi troppo, dirò che l'unico personaggio riuscito è Tina Foster, quest'ultima rappresenta invece "l'occidentale" e il suo compito è quello di mostrarci le bellezze del Giappone sotto un punto di vista esterno all'ambiente.
L'elemento harem è estremamente ottuso e cerca di divertire con siparietti comici che, benché inizialmente strappino qualche sorriso alla lunga risultano monotoni e privi di mordente, cosa palesata dal fatto che ogni tot capitoli viene introdotto un nuovo personaggio per rivitalizzare la storia ma che puntualmente non fa altro che rendere più ridicola la stessa.

La componente invece che più mi ha colpito in positivo nell'opera è la discrepanza tra la vecchia e nuova generazione giapponese, la prima ancorata alle sue tradizioni, la seconda sempre più occidentale e che prorompe prepotentemente in una società all'epoca ancora chiusa, che bollava chi non seguiva i canoni classici come "diverso".
In sostanza il manga ha i suoi alti e bassi e, se si riesce a scavare in quelle scorza dura che è la storia, si può scoprire una serie abbastanza godibile.