logo GamerClick.it

-

"Na mo Naki Tori no Tube Yoake" è un'opera yaoi realizzata da Hirotaka Kisaragi - la seconda edita in Italia dopo la di influenza célianiana " Blood+ Viaggio al Termine della Notte" - realizzata in tre volumi. La casa editrice che si è occupata della sua stampa è la Ronin Manga che offre i tankōbon in un'edizione standard per il non troppo eccessivo prezzo di € 6.90 l'uno.
Il problema maggiore della pubblicazione si rivela l'adattamento del titolo italiano ("Angeli e Demoni") che non si avvicina minimamente allo spiegare il perché del titolo originale dato dall'autore. Certo, i protagonisti delle vicende si rivelano essere l'uno un angelo e l'altro un demone ma, appena scorsi alla sua uscita - già conoscendo l'opera - il primo volume in fumetteria mi domandai istintivamente cosa avesse mai a che fare questo manga con il romanzo di Brown.
Escludendo tali scelte editoriali dal punto di vista qualitativo, per ciò che riguarda la carta utilizzata, il materiale si rivela più che buono; unica pecca le saltuarie trasparenze che restano comunque difficili da individuare. Sul piano dei contenuti ogni volume è inoltre fornito di approfondimenti su paradiso e inferno che vanno dal numero dei gironi infernali alle gerarchie angeliche. Nel primo tankōbon è in più contenuto un breve racconto, "Il Mio Tesoro", che si rivela essere, agli occhi dei lettori più attenti, un prototipo del futuro "BrotherXBrother".

Passando ora alla trama vera e propria, questa vede come protagonista il potestà Karasu al quale viene ordinato dal suo caposezione, la dominazione Sariel, di convincere un demone ad allontanarsi dalla zona abitata nella quale ormai risiede da parecchio tempo. L'unico problema è che tale demone, Shirasagi, è un prete che svolge la sua missione in un piccolo ristorante abbandonato. Karasu è al tempo stesso stupito e profondamente colpito di ciò e, parlando con il demone, viene a conoscenza della sua storia: dopo una vita trascorsa al servizio dell'arciduca infernale Belzebù (che non è l'adorabile moccioso dai capelli verdi dell'omonima e più conosciuta opera di Tamura Ryuuhei) Shirasagi incontra inaspettatamente una persona che con le proprie parole cambia totalmente il suo modo di vedere l'esistenza e dal quale momento il ragazzo fa una promessa a Dio, decide di servirlo e di vivere tra gli essere umani covando il desiderio di essere non un demone ma uno di loro.
Tra Karasu e Shirasagi si instaura immediatamente un forte rapporto e Karasu gli giura che farà di tutto per far avverare il suo desiderio; si scontra addirittura con i propri superiori e con i sottoposti di Belzebù mentre quest'ultimo ha deciso di servirsi dei due uomini per portare a termine il proprio piano.

L'impianto narrativo inizia in modo semplice, senza molte pretese, per poi svilupparsi nel secondo volume e rivelandosi dotato di una buona struttura. Il problema maggiore consistente nel come i fili sono stati però tessuti dall'autore: si ha infatti la netta sensazione di trovarsi davanti a degli eventi che si reggono su fondamenta d'argilla. Il tutto si evolve e conclude con troppa celerità ed a rimetterci sono per lo più i personaggi.
Shirasagi non riesce invero a sostenere un ritmo così sostenuto e si perde continuamente nelle proprie elucubrazioni mentali e i vari angeli - serafini e cherubuni - che intervengono e dovrebbero essere una delle forze decisive dello scontro inferno vs paradiso sono invece tranquillamente seduti tra i cumulonembi e fare un bel niente mentre i protagonisti cercano di sventare il piano dell'arciduca demoniaco.
Proprio quest'ultimo si rivela un personaggio differente dal classico antagonista e il suo desiderio, tradottosi in ferrea volontà, farà se non altro appassionare un minimo il lettore come invece non avviene per la fin troppo svenevole relazione tra Karasu e Shirasagi.
L'angelo, tra i due protagonisti, è il meglio riuscito perché al contrario del demone gode della fortuna di essere stato dotato di una personalità intraprendente e volitiva e sarà l'unico che farà prendere alla vicenda la decisiva svolta finale.
Personalmente ho invece altamente apprezzato Komori (alias Giuda in una vita duemila anni precedente a questa) che se ne va tranquillamente in giro con la celeberrima parte di croce su cui è inciso il titulus crucis. Dettagli biblici a parte Komori ed il suo compagno pappagallo (ma sarà veramente un pennuto?) si rivelano davvero una manna dal cielo per "Na mo Naki Tori no Tube Yoake" che, grazie al loro intervento, riesce a concludersi nel migliore dei modi. Forse, aggiungerei d'istinto, fin troppo bene tanto da far apparire la loro presenza come un intelligente deus ex machina preparato ad arte.

Nonostante le varie carenze e la possibilità, ormai persa, di poter rendere quest'opera altamente migliore il titolo si rivela comunque sufficientemente appassionante. Se siete amanti dell'autore ve ne consiglio l'acquisto altrimenti potete passare tranquillamente oltre.