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E' difficile inquadrare un manga come “Five Star stories”. Difficile perché è qualcosa di totalmente diverso da tutti gli altri manga che abbia letto sinora, anzi è diverso da qualsiasi fumetto, in effetti sarebbe più assimilabile ad un libro, come pure lascia trasparire Nagano in un approfondimento nel primo volume.

Infatti questo manga non segue nessunissimo cliché tipico dei fumetti giapponesi, l'unica cosa che forse gli dona un po' l'atmosfera nipponica è lo stile del disegno, ma nient'altro. Per il resto, il tipo di scrittura ricorda più che altro dei libri, o dei fumetti dalla nazionalità non pervenuta. Anche gli espedienti narrativi e il tipo di storia raccontata sono incredibilmente originali e innovativi, anzi si può dire che qualcosa di vagamente simile si sia visto solo con il mondo ideato da Tolkien (e quindi vi dico subito che se non vi piace intripparvi la testa di 1000 informazioni, ere e nomi differenti, lasciate perdere, non è il fumetto per voi).
Infatti, allo stesso modo delle opere di Tolkien, anche qui si ha l'impressione che tutto il mondo e tutte le epoche rappresentate siano state sempre presenti e ben definite nella testa dell'autore in ogni momento, regalando alla storia una verosimiglianza e una caratterizzazione assurda tanto è dettagliata e coerente. Ma a volte il troppo stroppia, ed è, paradossalmente, proprio questa percezione di "infinito" che si prova spesso leggendo il manga, ad esserne un suo limite, almeno secondo il mio punto di vista. Ovvero, il lettore si trova a dover farsi carico di troppe informazioni, che non riesce ad elaborare tutte insieme per seguire in modo fluido la lettura.
Infatti, leggendo i tankobon, non solo spesso si dovrà tornare a inizio volume per ricordarsi il ruolo di alcuni personaggi (reso ancora più difficile da uno chara design tanto etereo ed evocativo quanto ambiguo e poco vario, bisogna dirlo), ma se passa troppo tempo - un mese o più - fra la lettura di un numero e l'altro, vi toccherà rileggere parte del numero precedente per avere le idee chiare; perché il discorso è sempre lo stesso: troppe informazioni non si memorizzano alla perfezione.
Nonostante quanto riportato sopra però, se il manga continuasse col ritmo che ha preso dal 5° volume in poi fino alla fine, credo che gli darei un 10. Perché, potenzialmente, “Five star stories” potrebbe essere il miglior fumetto della storia (non è un caso che abbia scritto "fumetto" e non "manga").
Ad accompagnare un mondo e una linea temporale caratterizzati in modo pazzesco, infatti, si aggiungono anche temi innovativi e profondi, sia dal punto di vista fantascientifico che morale. Argomenti come la guerra, l'evoluzione umana, la felicità ed altro vengono trattati con delicatezza e profondità allo stesso tempo. Ci sono alcune tavole che tolgono davvero il fiato, avendo una potenza espressiva immane ed esprimendo in poche frasi non tanto, ma tantissimo.

Non do un 10 solo per i motivi elencati sopra, ma se il manga continuasse sui livelli di dove mi son fermato io, gli concederei il massimo dei voti senza pensarci troppo. Se mi sono fermato al sesto volume è solo per motivi economici, insomma 7,50€ sono pur sempre una batosta, ma spero di riprendere la lettura un giorno, trovandolo magari a prezzo scontato.
Concludendo "Five Star Stories" è uno dei fumetti più rivoluzionari che ci siano mai stati, e non sente minimamente il peso degli anni, cosa fondamentale secondo me per poter vantare dell'accezione di "Capolavoro", ovvero un'opera il cui valore trascende il tempo stesso e rimarrà inalterato nei secoli a venire. Proprio come il potere di Amaterasu.