Recensione
Angel Dust
5.0/10
Vale la pena leggere una manga se la sua bellezza è limitata al solo aspetto grafico a dispetto di una trama a dir poco banale? Secondo me no, proprio per questo sconsiglio chiunque, anche chi cerca una lettura breve e disimpegnata, dal prendere in considerazione Angel Dust; questo volume unico risente, infatti, risente del fatto che l'autrice, Aoi Nanase, lavorativamente parlando non nasce come mangaka ma bensì come curatrice del chara design di videogiochi e serie animate. Quest'ultimo, in effetti, è davvero ottimo ma rimane, come dicevo, l'unico aspetto positivo di quest'opera (anche se rifinito al 99 per cento con il computer e ciò è più che evidente) che vorrebbe essere il racconto di una crescita personale ma che riesce solo a scadere nella banalità nella povertà narrativa. L'autrice cerca di tessere una trama a sfondo fantasy carica di simbolismi alla Evangelion, partendo dalla classica liceale fragile e insicura che dall'incontro con una misteriosa ragazza alata troverà il punto di svolta della sua vita; troppo brevi e veloci i fatti narrati per essere credibili, assolutamente pretestuose e fuori luogo i vari accenni alla bibbia, veramente buttata lì nelle ultime pagine a mò di colpo di scena l'aspetto pseudo fantascientifico dei salti spazio temporali. E' più che ovvio il tentativo della scaltra autrice di mascherare le ancora acerbe doti di sceneggiatura infilando in poco più di 140 pagine un purpurì di vari generi e cliché a cui non poteva sottrarsi ovviamente neanche la sottotrama yuri . Assolutamente povero e semplicistico l'approfondimento psicologico, meccaniche e stereotipate le interazioni tra i personaggi; a che pro quindi cimentarsi nella lettura di Angel Dust? Nessuno, e infatti il mio consiglio e di lasciare il volumetto sullo scaffale della fumetteria e orientarsi su altro.