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Card Captor Sakura, un majokko in bello stile venuto (ahimè) alla luce ad opera delle famosissime CLAMP, gruppo di autrici molto stimato e conosciuto anche al di fuori del Giappone.
Di solito apprezzo abbastanza le opere firmate CLAMP, sebbene non sempre si possa parlare di capolavori, non si può certo affermare che la parola "talento" sia a loro aliena.
Purtroppo non è questo il caso di Sakura, ove il "genio" di tali osannatissime mangaka rimane decisamente celato, tanto che ci si potrebbe davvero chiedere dove sia andato a rincantucciarsi.

La mia critica parte dalla trama, anzi, vorrebbe partire dalla trama ma, sfortunatamente, il presupposto per intraprendere una simile analisi è che essa (la trama) sia effettivamente tale. Non sto certo suggerendo che Sakura non abbia una storia, bensì che questa si presenti disorganica, artificiosa e talmente farraginosa da potersi benissimo considerare alla stregua di una sequenza di eventi legati dal caso, senza un'effettiva evoluzione logico-narrativa. In Sakura è il destino che stabilisce ogni cosa, sono le coincidenze a sorreggere l'intera baracca: ciò chiaramente non può che contribuire a far apparire fumosi, se non sconclusionati, gran parte degli avvenimenti. Si pensi, ad esempio, al cliché utilizzato per introdurre il personaggio di Shaoran. Inizialmente presentato come il temibile rivale di Sakura, costui non si comporta assolutamente seguendo tale ruolo, anzi, diventa con solerzia esattamente l'opposto, senza che si possa scorgere un percorso interiore o una valida motivazione. Il cambiamento repentino è chiaramente pilotato, dettato solo in virtù di quella magica forza chiamata "mano dell'autore".

Il neo maggiore, in ogni caso, non è la trama fatiscente, bensì tutto ciò che riguarda la dimensione emotiva dei personaggi: i loro rapporti interpersonali e la loro caratterizzazione. Mi sento costretto a stendere un velo pietoso innanzi alla totale incoerenza e mancanza di giustificazione delle relazioni tra i protagonisti. Esse poggiano su di una struttura del tutto artificiosa secondo la quale tutti si innamorano di tutti, anche tra membri dello stesso sesso, indipendentemente dall'età, persino tra ragazzine che frequentano (sì e no) le scuole elementari. Ora, è vero che una serie di fantasia può prendersi delle licenze, è vero anche che quella di Sakura è una storia che parla d'amore. A mio avviso, tuttavia, si oltrepassa ogni misura di decenza. Il tema amoroso è idealizzato ed esasperato al massimo grado, le persone si innamorano perché lo dice il copione, non esistono schemi pulsionali o motivazioni di sorta che possano cercare di dare un senso, uno spessore o anche solo un perché all'agire dei personaggi. Ciò, chiaramente, se escludiamo come spiegazione il fatto che loro provino incondizionatamente amore e sentimenti benevoli verso chiunque e qualunque cosa, in modo assoluto. Devo però correggermi, in effetti è scorretto parlare di buoni sentimenti in senso assoluto, poiché uno dei leitmotiv della serie è quello di trovare "la persona giusta per sé", e del saper distinguere fra i vari gradi di amore, sintomo di una sublimazione estremizzata ed in-faceta della tematica amorosa.

Anche il complesso grafico non è esente da rimproveri.
Le tavole sono spesso essenziali e povere, il tratto è piacevole ma si esagera con i motivi floreali. In ogni momento in cui Sakura o un altro personaggio a random sono felici e sorridono (quindi quasi sempre) sbocciano ettari di fiori, in continuazione. Potrebbe essere senza ombra di dubbio una valida soluzione a problemi come la deforestazione o la mancanza di verde nelle città. Ad essere sinceri sono partito con buone aspettative, soprattutto considerando il fatto che quest'opera risulta molto apprezzata da un'ampia categoria di individui, di ogni sesso ed età. Giunti alla fine, tuttavia, arduo diventa il sopportare le vagonate di zucchero e le smancerie di cui quest'opera è colma, così abbondanti da far persino cariare i denti. Si tratta, in ultima analisi, di una storia banale e svenevole, colma di personaggi efebici e ragazzine pucciose dall'ambigua sessualità. La trama è carente da un punto di vista narrativo, segnata da sviluppi quantomai artificiosi e al limite dell'accettabile.

Voto:4