Recensione
Lost+Brain
6.0/10
"Lost+Brain" è uno shonen psicologico. Il protagonista della storia è il solito ragazzo fuori dall'ordinario, intelligente e piacente, che viene a contatto con il mondo dell'ipnosi tramite un noto specialista che fa un piccolo spettacolo nella sua scuola.
La trama a grandi linee, sia per lo sviluppo che per i personaggi, non è molto dissimile da quella di "Death Note", e il personaggio principale ricorda proprio Light Yagami sia per l'aspetto che per il modo di fare. L'antagonista (se proprio così lo si può chiamare) è invece un uomo alto e con lunghi capelli neri che calza a pennello per il ruolo di maestro dell'ipnosi. La caratterizzazione di questi personaggi (seppur discutibile per le somiglianze con altri lavori non degli stessi autori) è perfetta per il tipo di storia, e non presenta errori e omissioni nonostante la pubblicazione consti solo di tre volumi. Appunto per la brevità del racconto la trama procede a passo spedito senza potersi permettere noiose ripetizioni o passaggi inutili. La spiegazione di tutti i trucchi dell'ipnosi rallenta la lettura ma è un passaggio fondamentale che cerca di dare più realismo a quegli avvenimenti, che sembrano lo stesso parecchio irreali ma che altrimenti sembrerebbero del tutto assurdi.
Sicuramente gli autori sono stati influenzati dalla coppia Ohba/Obata per come sono trattati i temi, per come sono i personaggi e per come la storia sia breve e concisa, tuttavia il lavoro è ad un livello nettamente inferiore perché sia nella trama stessa che anche nei disegni ci sono delle grosse lacune. Per velocizzare troppo la storia gli autori hanno finito con il rendere gli eventi in funzione del finale, che regala sì un forte climax, ma reso scontato fin da subito. I disegni sono curati ma le cover anonime, non mi piace come alcuni personaggi siano più trascurati nel disegno di altri.
Nel complessivo raggiunge la sufficienza ma non per merito suo.
La trama a grandi linee, sia per lo sviluppo che per i personaggi, non è molto dissimile da quella di "Death Note", e il personaggio principale ricorda proprio Light Yagami sia per l'aspetto che per il modo di fare. L'antagonista (se proprio così lo si può chiamare) è invece un uomo alto e con lunghi capelli neri che calza a pennello per il ruolo di maestro dell'ipnosi. La caratterizzazione di questi personaggi (seppur discutibile per le somiglianze con altri lavori non degli stessi autori) è perfetta per il tipo di storia, e non presenta errori e omissioni nonostante la pubblicazione consti solo di tre volumi. Appunto per la brevità del racconto la trama procede a passo spedito senza potersi permettere noiose ripetizioni o passaggi inutili. La spiegazione di tutti i trucchi dell'ipnosi rallenta la lettura ma è un passaggio fondamentale che cerca di dare più realismo a quegli avvenimenti, che sembrano lo stesso parecchio irreali ma che altrimenti sembrerebbero del tutto assurdi.
Sicuramente gli autori sono stati influenzati dalla coppia Ohba/Obata per come sono trattati i temi, per come sono i personaggi e per come la storia sia breve e concisa, tuttavia il lavoro è ad un livello nettamente inferiore perché sia nella trama stessa che anche nei disegni ci sono delle grosse lacune. Per velocizzare troppo la storia gli autori hanno finito con il rendere gli eventi in funzione del finale, che regala sì un forte climax, ma reso scontato fin da subito. I disegni sono curati ma le cover anonime, non mi piace come alcuni personaggi siano più trascurati nel disegno di altri.
Nel complessivo raggiunge la sufficienza ma non per merito suo.