Recensione
Be Free!
10.0/10
"Akira Sasanishiki... Colui che un giorno diventerà ministro dell'educazione"
Questo è l'incipit di Be Free!, primo manga serializzato del maestro Tatsuya Egawa, che ancora oggi, pur risultando un po' datato, mantiene ancora il fascino originale e resta un must have per tutti gli amanti di fumetti.
Come dice appunto l'incipit, la storia parla di un giovane professore, Sasanishiki, che, trovandosi quasi per caso a svolgere la professione, si innamora della collega Keiko, e si dichiara disposto a tutto pur di conquistarla. Sasanishiki è però anche un teppista, e questo lo spinge a scagliarsi contro il sistema scolastico giapponese (allora molto più rigido di oggi, anche per i lunghi strascichi della sconfitta giapponese nella II guerra mondiale), che non fa altro che impartire nozioni da ripetere meccanicamente, senza permettere ai ragazzi di pensare autonomamente né di divertirsi. Ricordo ancora oggi una frase bellissima di Sasanishiki, "se una cosa non è scritta sui libri, non vuol dire che non sia accaduta", proprio a sottolineare l'errore di chi si affida solo a ciò che gli viene detto, senza riflettere.
Questa tematica si sviluppa nella seconda parte del manga, in cui Egawa attacca tutte le convenzioni sociali del Giappone, convenzioni fatte di apparenza e formalità vuote: ne è un esempio la famiglia di Keiko, che condanna la sua relazione con Sasanishiki in quanto uomo non convenzionale. La storia, purtroppo, prende nella parte finale una strada molto fantasiosa che si stacca notevolmente dall'atmosfera originale dell'opera, e diventa, almeno a una prima lettura, molto confusa. Solo nel finale si capiranno i motivi di questa scelta da parte dell'autore, che rendono Be Free! molto più agile ad una seconda lettura.
Questa pecca (che resta comunque una mia opinione) non impedisce comunque di godersi uno dei manga più belli in circolazione, antecedente di quel famoso Golden Boy, sempre di Egawa, e padre spirituale di GTO.
Niente da dire sui disegni, che ora risultano invecchiati, ma comunque d'effetto, e, se paragonati ad altre opere dello stesso periodo risultano innovativi e dinamici. Il 10 Be Free! se lo merita fino in fondo, perchè, dopo quasi trent'anni rimane ancora attuale e, se magari le singole situazioni ci possono apparire scontate, è solo perchè Egawa ha saputo ispirare migliaia di mangaka più giovani che ancora oggi ripropongono, o almeno tentano di farlo, idee prese da un'opera che rimarrà immortale.
Questo è l'incipit di Be Free!, primo manga serializzato del maestro Tatsuya Egawa, che ancora oggi, pur risultando un po' datato, mantiene ancora il fascino originale e resta un must have per tutti gli amanti di fumetti.
Come dice appunto l'incipit, la storia parla di un giovane professore, Sasanishiki, che, trovandosi quasi per caso a svolgere la professione, si innamora della collega Keiko, e si dichiara disposto a tutto pur di conquistarla. Sasanishiki è però anche un teppista, e questo lo spinge a scagliarsi contro il sistema scolastico giapponese (allora molto più rigido di oggi, anche per i lunghi strascichi della sconfitta giapponese nella II guerra mondiale), che non fa altro che impartire nozioni da ripetere meccanicamente, senza permettere ai ragazzi di pensare autonomamente né di divertirsi. Ricordo ancora oggi una frase bellissima di Sasanishiki, "se una cosa non è scritta sui libri, non vuol dire che non sia accaduta", proprio a sottolineare l'errore di chi si affida solo a ciò che gli viene detto, senza riflettere.
Questa tematica si sviluppa nella seconda parte del manga, in cui Egawa attacca tutte le convenzioni sociali del Giappone, convenzioni fatte di apparenza e formalità vuote: ne è un esempio la famiglia di Keiko, che condanna la sua relazione con Sasanishiki in quanto uomo non convenzionale. La storia, purtroppo, prende nella parte finale una strada molto fantasiosa che si stacca notevolmente dall'atmosfera originale dell'opera, e diventa, almeno a una prima lettura, molto confusa. Solo nel finale si capiranno i motivi di questa scelta da parte dell'autore, che rendono Be Free! molto più agile ad una seconda lettura.
Questa pecca (che resta comunque una mia opinione) non impedisce comunque di godersi uno dei manga più belli in circolazione, antecedente di quel famoso Golden Boy, sempre di Egawa, e padre spirituale di GTO.
Niente da dire sui disegni, che ora risultano invecchiati, ma comunque d'effetto, e, se paragonati ad altre opere dello stesso periodo risultano innovativi e dinamici. Il 10 Be Free! se lo merita fino in fondo, perchè, dopo quasi trent'anni rimane ancora attuale e, se magari le singole situazioni ci possono apparire scontate, è solo perchè Egawa ha saputo ispirare migliaia di mangaka più giovani che ancora oggi ripropongono, o almeno tentano di farlo, idee prese da un'opera che rimarrà immortale.