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Non pensavo che l'avrei mai detto, ma dopo aver letto il ventunesimo volume posso dirlo con certezza: Bobobo è uno dei manga più divertenti che io abbia mai letto! Partendo dal presupposto che per un manga comico demenziale (uno alla Slump e Arale, non uno alla Gintama) durare 21 numeri vuol dire avere un successo incredibile, è chiaro che con i suoi giochi di parole nella versione originale e i riferimenti a personaggi, programmi, pubblicità del mondo giapponese, leggere questo manga in italiano non è certo la cosa più semplice del mondo; se ci aggiungiamo poi la travagliata vicenda editoriale e il costo dei volumetti che Bobobo ha avuto in Italia, è chiaro che pochi siano stati invogliati a completare la serie, o anche solo ad iniziarla.
Bobobo in effetti inizia abbastanza male, con una trama sconclusionata e un disegno pesantissimo, oltre all'abitudine a divagare di gag in gag in puro flusso di coscienza; già dal secondo volume però si inizia a intravedere una sorta di schema nel caos, e ci si abitua al ritmo dell'autore, che portando in scena personaggi molto diversi tra loro riesce a creare gag impensabili, talvolta facendo leva su battute tanto stupide che ci si chiede se non sia un bambino di sei anni a sceneggiare il manga. Proprio qui sta la forza di questo manga, che, superato il disorientamento iniziale, coinvolge il lettore in una spirale di comicità tanto banale quanto efficace. Se la mia recensione sembra incomprensibile è perchè ancora adesso non capisco se Bobobo sia uno dei fumetti più geniali in circolazione o uno dei più stupidi, ma nel dubbio, viste le grandi risate che mi sono fatto leggendolo, lo consiglio a chi si vuole divertire con poco.