Recensione
Recensione di Turboo Stefo
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Dal pennino di Noboru Rokuda non sono nate solo opere per ragazzi, come "Dash Kappei" ("Gigi la trottola" per i fan più navigati) che lo ha reso celebre. Nella sua lunga carriera ha sfoggiato un tratto e tematiche più mature con diversi Seinen a sfondo storico come "Billy The Kid" e "Ganon", entrambi editi in Italia.
Con "Da Vinci - Il leone non dorme mai" l'autore va a coniugare le sue diverse sfaccettature d'artista per unirle in un'unica opera, unendo piccole gag - e non solo - con un famoso personaggio storico. Purtroppo l'opera non trova un ideale bilanciamento, finendo così per essere un'accozzaglia troppo varia e poco concreta.
Agli albori del 1500 Leonardo da Vinci, ormai alla fine della sua carriera, viveva alle dipendenze di Re Francesco I di Valois, affiancato dai due assistenti Francesco Melzi e Giacomo Caprotti. Quest'ultimo però, speranzoso di guadagnare qualche soldo, decide di rubare gli ultimi tre quadri incompiuti del maestro ormai privo di ispirazione artistica. Durante l'inseguimento che ne scaturisce Leonardo ha una visione della Musa che da anni lo ha abbandonato: armato così di ritrovata determinazione, ed inseguito dai mercenari di Franceso I, parte per una breve "gita" a Vinci, il suo paese natale, per poter ritrovare la Musa.
L'intera storia, a partire dall'incipit fino alla conclusione, si rivela ricca di aneddoti storici interessanti e reali riguardo il protagonista, soffermandosi su quelli più comuni e presentando anche sfumature meno note ai più. Si passa così dal mostrare i suoi ultimi celebri quadri (La Gioconda, San Giovanni Battista e Sant'Anna, la Vergine e il Bambino con l'agnellino) a piccole particolarità, come la mano tremante che anticipa quella che sarà la sua - presunta - causa di morte e la rivalità con Michelangelo (perfettamente enfatizzata nei loro diversi modi di intendere l'arte).
Non meno profonda sarà una piccola divagazione prossima alla conclusione, dove si rivede l'artista da giovane che mostra l'amore per la natura acquisito nell'infanzia. Un amore rivelatosi importante anche durante la sua formazione nella bottega di Verrocchio, ma che mai ha abbandonato l'artista.
Sotto il profilo storico Noboru Rokuda rivela quindi un accurato studio sia sull'epoca che, soprattutto, sul personaggio che si cela dietro al famoso genio di da Vinci, tuttavia è a livello di sceneggiatura che l'opera inizia a perdere coesione, soprattutto dopo una brusca virata - insensata - decisa dall'autore.
Per circa metà volumetto la storia prosegue con toni seri e talvolta drammatici, escluse pochissime gag di scarso impatto e talvolta anacronistiche, mostrando piccole realtà dell'epoca e portando Giacomo a piccoli cambiamenti che lo renderanno più fedele al maestro. Poi avviene un totale cambio di direzione quando, nell'arrivare a Pisa e incontrare Michelangelo, il protagonista sembra regredire e la storia viene sommersa da una commedia che fin troppo chiaramente ricollegabile a quella di "Dash Kappei", che dona - bruscamente e senza motivo - un tono eccessivamente allegro e demenziale alla storia, tanto che anche l'aspetto di Leonardo diventa minuto e tozzo come quello del celebre Gigi.
Sotto l'aspetto grafico l'opera non deluderà i fan dell'autore.
I personaggi storici si rifanno fedelmente alla loro controparte reale - o presunta tale - mentre le ambientazioni sono ben ricostruite dal tratto sporco dell'autore, mentre troveranno spazio anche piccole scene movimentate, dove trasuda tutta l'enfasi grazie al mirato uso delle poche ma idonee linee cinetiche. Ovviamente non mancheranno le classiche facce demenziali che contornano le gag, in esatta opposizione all'espressività dei volti durante le scene più drammatiche.
Il volumetto della Ronin Manga risulta di pregevole fattura, con una sovraccoperta e una carta bianca di buona grammatura e una rilegatura ben fatta. Peccato solo per alcuni leggeri moirè visibili con alcuni retini ed il prezzo, che si piazza leggermente sopra la media ma senza offrire nulla in più.
Purtroppo "Da Vinci - Il leone non dorme mai" si propone come un volumetto storico d'impronta seria, con piccoli aneddoti storici interessanti e gradevoli osservazioni sulla persona che si celava dietro al Genio, per poi virare inspiegabilmente su una commedia goliardica che applica al vecchio "Dash Kappei" il volto di Leonardo da Vinci ed uno sfondo rinascimentale, perdendo così d'atmosfera e d'impatto, lasciando solo un grande rammarico, pensando a quanto l'opera avrebbe potuto offrire senza quell'inatteso cambio di rotta.
I fan dell'autore possono comunque gradire "Da Vinci - Il leone non dorme mai", un volumetto dalla lettura leggera e scorrevole dove troveranno le tante sfumature - anche grafiche - che è in grado di offrire Noboru Rokuda, ma che cercando di essere troppe cose finisce con il divagare e non riuscire bene in nessuna delle suddette, diventando una mera accozzaglia di generi diversi che si dimentica in breve tempo, malgrado l'interessante quantità di rimandi storici offerta.
Con "Da Vinci - Il leone non dorme mai" l'autore va a coniugare le sue diverse sfaccettature d'artista per unirle in un'unica opera, unendo piccole gag - e non solo - con un famoso personaggio storico. Purtroppo l'opera non trova un ideale bilanciamento, finendo così per essere un'accozzaglia troppo varia e poco concreta.
Agli albori del 1500 Leonardo da Vinci, ormai alla fine della sua carriera, viveva alle dipendenze di Re Francesco I di Valois, affiancato dai due assistenti Francesco Melzi e Giacomo Caprotti. Quest'ultimo però, speranzoso di guadagnare qualche soldo, decide di rubare gli ultimi tre quadri incompiuti del maestro ormai privo di ispirazione artistica. Durante l'inseguimento che ne scaturisce Leonardo ha una visione della Musa che da anni lo ha abbandonato: armato così di ritrovata determinazione, ed inseguito dai mercenari di Franceso I, parte per una breve "gita" a Vinci, il suo paese natale, per poter ritrovare la Musa.
L'intera storia, a partire dall'incipit fino alla conclusione, si rivela ricca di aneddoti storici interessanti e reali riguardo il protagonista, soffermandosi su quelli più comuni e presentando anche sfumature meno note ai più. Si passa così dal mostrare i suoi ultimi celebri quadri (La Gioconda, San Giovanni Battista e Sant'Anna, la Vergine e il Bambino con l'agnellino) a piccole particolarità, come la mano tremante che anticipa quella che sarà la sua - presunta - causa di morte e la rivalità con Michelangelo (perfettamente enfatizzata nei loro diversi modi di intendere l'arte).
Non meno profonda sarà una piccola divagazione prossima alla conclusione, dove si rivede l'artista da giovane che mostra l'amore per la natura acquisito nell'infanzia. Un amore rivelatosi importante anche durante la sua formazione nella bottega di Verrocchio, ma che mai ha abbandonato l'artista.
Sotto il profilo storico Noboru Rokuda rivela quindi un accurato studio sia sull'epoca che, soprattutto, sul personaggio che si cela dietro al famoso genio di da Vinci, tuttavia è a livello di sceneggiatura che l'opera inizia a perdere coesione, soprattutto dopo una brusca virata - insensata - decisa dall'autore.
Per circa metà volumetto la storia prosegue con toni seri e talvolta drammatici, escluse pochissime gag di scarso impatto e talvolta anacronistiche, mostrando piccole realtà dell'epoca e portando Giacomo a piccoli cambiamenti che lo renderanno più fedele al maestro. Poi avviene un totale cambio di direzione quando, nell'arrivare a Pisa e incontrare Michelangelo, il protagonista sembra regredire e la storia viene sommersa da una commedia che fin troppo chiaramente ricollegabile a quella di "Dash Kappei", che dona - bruscamente e senza motivo - un tono eccessivamente allegro e demenziale alla storia, tanto che anche l'aspetto di Leonardo diventa minuto e tozzo come quello del celebre Gigi.
Sotto l'aspetto grafico l'opera non deluderà i fan dell'autore.
I personaggi storici si rifanno fedelmente alla loro controparte reale - o presunta tale - mentre le ambientazioni sono ben ricostruite dal tratto sporco dell'autore, mentre troveranno spazio anche piccole scene movimentate, dove trasuda tutta l'enfasi grazie al mirato uso delle poche ma idonee linee cinetiche. Ovviamente non mancheranno le classiche facce demenziali che contornano le gag, in esatta opposizione all'espressività dei volti durante le scene più drammatiche.
Il volumetto della Ronin Manga risulta di pregevole fattura, con una sovraccoperta e una carta bianca di buona grammatura e una rilegatura ben fatta. Peccato solo per alcuni leggeri moirè visibili con alcuni retini ed il prezzo, che si piazza leggermente sopra la media ma senza offrire nulla in più.
Purtroppo "Da Vinci - Il leone non dorme mai" si propone come un volumetto storico d'impronta seria, con piccoli aneddoti storici interessanti e gradevoli osservazioni sulla persona che si celava dietro al Genio, per poi virare inspiegabilmente su una commedia goliardica che applica al vecchio "Dash Kappei" il volto di Leonardo da Vinci ed uno sfondo rinascimentale, perdendo così d'atmosfera e d'impatto, lasciando solo un grande rammarico, pensando a quanto l'opera avrebbe potuto offrire senza quell'inatteso cambio di rotta.
I fan dell'autore possono comunque gradire "Da Vinci - Il leone non dorme mai", un volumetto dalla lettura leggera e scorrevole dove troveranno le tante sfumature - anche grafiche - che è in grado di offrire Noboru Rokuda, ma che cercando di essere troppe cose finisce con il divagare e non riuscire bene in nessuna delle suddette, diventando una mera accozzaglia di generi diversi che si dimentica in breve tempo, malgrado l'interessante quantità di rimandi storici offerta.