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L'infelicità non è una torta che si può dividere, e scoprire che qualcuno è forse più infelice di te non diminuisce la tua parte di sofferenza, né ti rende capace di alleviare quella altrui.

Nagisa Yamada è una tredicenne studentessa delle medie di una cittadina di provincia in riva al mare: suo padre è morto anni prima durante una tempesta, il fratello maggiore che tanto amava ed ammirava è diventato un hikikomori, e l'unico sostegno economico della famiglia proviene dal modesto lavoro della madre; Nagisa perciò ha già deciso che finite le medie si arruolerà nelle forze di autodifesa dell'esercito, per contribuire al mantenimento della famiglia e provvedere al fratello, del quale ha trasfigurato la situazione, fino a vederlo come un essere nobile e come un animale raro e bellissimo che esiste per essere ammirato, ed al quale bisogna provvedere occupandosi di soddisfarne le necessità.

Un giorno nella sua classe arriva una nuova studentessa, una ragazzina molto bella ma alquanto strana di nome Mokuzu Umino, figlia di un famoso musicista: Mokuzu ha molti atteggiamenti decisamente singolari e fa discorsi strampalati (non fa che ripetere di essere una sirena, e che rimarrà in città solo fino alla prossima tempesta), che a Nagisa sembrano solo sciocchezze, capricci di una ragazzina ricca e viziata, che non ha idea di quanto sia dura la vita; Mokuzu però ha deciso di voler essere ad ogni costo sua amica, ed inizia perciò a seguirla continuamente, ed a cercare di attirare la sua attenzione.

Capita a volte d'imbattersi per puro caso ed in maniera assolutamente fortuita in opere che sono dei piccoli capolavori, degli autentici gioielli: è quello che è successo a me con questa miniserie, della quale beatamente ignoravo l'esistenza (destino comune alla grandissima parte per non dire alla quasi totalità della produzione editoriale nipponica), che avevo bellamente continuato imperterrita ad ignorare anche a seguito dell'annuncio di una ventura pubblicazione italiana, estendendo la colpevole indifferenza anche alle prime voci di avvistamento sugli scaffali. Poi vado in fumetteria, vedo l'unica copia superstite del primo volume sullo scaffale, e, sarà stato l'azzurro del bordo delle pagine, o il riflesso argentato dell'immagine in copertina, sarà anche che avevo bisogno di leggere qualcosa di nuovo, ho deciso lì per lì di aggiungerlo alla pila dei miei acquisti, e col senno di poi posso dire che si è trattato di una delle mie ispirazioni fumettistiche più felici: un bel manga sulla difficile età dell'adolescenza, sulle inquietudini, i desideri ed il senso di impotenza e frustrazione nel vedersi troppo deboli ed inesperti, ed ancora troppo fragili e bisognosi di sostegno per realizzare le proprie aspirazioni di indipendenza, o anche solo per fuggire dal pericolo da cui ci si sente minacciati, quando l'unico riparo è costituito dalle bugie con le quali si cerca di nascondere a se stessi ed agli altri le proprie paure ed inquietudini, o per prestare efficacemente soccorso a qualcuno in difficoltà.

La narrazione avviene attraverso lo sguardo della protagonista, e racconta in modo secondo me magistrale una realtà cruda e angosciante, una quotidianità asfittica e paralizzante, senza indulgere neanche per un attimo al morboso, né alle tentazioni di psicologia e moralismo spiccioli che ai miei occhi hanno guastato tante storie che avrebbero dovuto trattare del disagio adolescenziale e giovanile, e si sono invece perse nell'angst autocompiaciuto.

I tempi narrativi sono ben calibrati, né troppo compressi né al contrario troppo dilatati, ed anche l'intreccio risulta ben costruito, e tale da dar vita ad un manga decisamente particolare ed intrigante, una storia molto valida, adulta e spiazzante, che si svela davanti ai nostri occhi attraverso quelli della protagonista, man mano che il suo sguardo si sposta dalla contemplazione della propria sofferenza alla graduale presa di coscienza che esistono forse vite anche più dure della sua, fino al dolore per l'incapacità di essere d'aiuto.

Molto belli i disegni, buona e curata l'edizione, in conclusione per me si tratta di una miniserie da non lasciarsi assolutamente sfuggire.

Nell'estate dei miei tredici anni i giorni arrivavano e passavano come una tempesta. Quella ragazza sparava degli zuccherini e io dei proiettili inefficaci. Eravamo tutti piccoli soldati, e combattevamo contro il mondo.