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"Kekkaishi" è uno dei tanti manga vittima dell'inflazione di shonen che si hanno ogni generazione. Paga forse il suo stile a tratti minimalista, poco esagerato e poco tamarro, paga probabilmente il fatto di essere pubblicato da una rivista che certamente non è mediaticamente forte come Jump e che quindi non proietta le sue opere in trasposizioni anime ad alto budget che poi faranno il giro del mondo, ma arriva massimo a "contentini" per i fans.
Fatto sta che nonostante tutto è un manga che meriterebbe ben altre fortune e che probabilmente in ambito shonen ha pochissimo da invidiare anche a produzioni ben più rinomate e di tendenza, ma si sa, casi come questi sono all'ordine del giorno in qualsiasi ambito della vita.
Se in Giappone tutto sommato il seguito è stato comunque buono, in Italia la sfortuna di Yellow Tanabe è stata quella di imbattersi nella casa editrice che più di tutte o ti porta nell'olimpo anche senza grossi meriti apparenti oppure ti fa sprofondare nel dimenticatoio.
Quadrimestralità a 5,5 € a volume, capirete da soli com'è finita.
"Kekkaishi" sicuramente è un manga di quelli classici: ambientazione scolastica giapponese vecchio stampo, protagonisti che in realtà hanno dei poteri (sono dei Kekkaishi) tramandati da generazioni e che li portano a dover proteggere la zona, spiriti e mitologia nipponica presente un po' ovunque.
Bello, direi.
La cosa ancora più bella è che nonostante sia uno shonen, ha una trama che come raramente mi succede è riuscita ad interessarmi, a farmi chiedere "chissà come finirà".
Solitamente infatti leggo questa tipologia di manga in maniera abbastanza disincantata, sapendo già dove si andrà a parare e senza dare un grande valore alla trama nei suoi contenuti, limitandomi a valutare il suo svolgimento, mentre in questo caso l'autrice è stata finalmente in grado di scuotermi dal torpore provocato da una serie di manga fatti con lo stampino.
Ovviamente la storia ha delle pause, anche importanti, ma il mistero dietro a Karasumori, la terra da proteggere, è talmente fitto e talmente ben gestito e dosato durante il manga da risultare veramente interessante.
La storia poi si prende il lusso, nonché il rischio, di rompere uno tra i più grossi tabù in ambito shonen e in generale in ambito fumettistico, e proprio la sorpresa scaturita da questa scelta sarà talmente forte e inaspettata da suscitare emozioni e riuscire a commuovere in maniera genuina.

I personaggi sono a mio avviso ben caratterizzati e non li cambierei nemmeno sotto tortura, non faccio però fatica a pensare che questa loro "normalità" cozzi contro il desiderio del pubblico, soprattutto più giovane, di vedere personaggi esaltati, tamarri e dai chara design astrusi e sempre più elaborati.
La forza del manga però è anche questa, nella sua semplicità, che giova sicuramente all'immedesimazione nel protagonista, eterno "incompiuto" che non riesce a gestire il suo immenso potenziale, e nei comprimari.
Non mancano personaggi misteriosi, altri più leggeri e anche qualche cattivo che si rispetti, tutti sempre ben caratterizzati mantenendo però lo stile "minimalista" del manga, dove alla fine dei conti il vero protagonista diventa la terra di Karasumori.
A livello grafico si potrebbe fare lo stesso discorso fatto sui personaggi: la Tanabe disegna bene, ma manca quel guizzo alla Tite Kubo che potrebbe regalare adrenalina alle vicende e quindi attirare pubblico.
Rimaniamo comunque su livelli buonissimi, e per contro trovo che il suo stesso stile di disegno sia perfetto per la storia che racconta, che non vuole appunto essere "esagerata".
Una nota di merito va alla fantasia con cui sono ideati i combattimenti, reinterpretati magistralmente grazie ai potere dei Kekkaishi che consente di creare barriere.
Era da tanto che non si assisteva ad un qualcosa di così diverso, che non si basi si aura, chakra, poteri elementali, sfere di energia ecc ecc.
Con queste semplice barriere, e l'abilità di modellarle, si può passare agilmente da poteri offensivi a quelli difensivi, offrendo al lettore qualcosa di freschissimo senza mai risultare invasivo, siccome comunque il manga non è assolutamente basato sui combattimenti.
Un manga ottimo insomma, che consiglio senza mezzi termini a tutti gli amanti di manga in generale, con ovviamente un occhio di riguardo verso i divoratori di shonen che si troveranno davanti ad una lettura diversa dal solito, a patto che questa sua diversità non spaventi.