Recensione
Monster
9.0/10
Recensione di Vagabond90
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Ho divorato "Monster" in due soli giorni, tanto ero preso dall'avvicendarsi degli avvenimenti: il protagonista della storia è il dottor Kenzo Tenma, il genio della neurochirurgia, come viene più spesso definito dai suoi stessi colleghi, che lavora nella clinica di neurochirurgia di Dusseldorf, nella Germania dell'ovest del 1986.
Il dottor Tenma è una persona dall'etica professionale impeccabile, che non solo dimostra tutta la sua bravura in sala operatoria, ma cerca di instaurare un rapporto umano e sincero con i pazienti anche dopo gli interventi chirurgici. Il suo dissidio interiore nascerà nel momento in cui, il dottor Heinmann, direttore della clinica, ordinerà a Tenma di operare sull'intervento di un celeberrimo cantante lirico, anzichè in quello di un operaio rimasto coinvolto in un incidente, che aveva precedenza per ordine di arrivo. L'operazione del cantante lirico va a buon fine, ma il giorno seguente Tenma incontra la moglie dell'operaio in lacrime per la morte del marito... è così che nasce dal cuore di Tenma la domanda di fondo che pervade tutta l'opera: " le vite delle persone hanno tutte la stessa importanza?"
Tenma dunque si troverà di nuovo di fronte a questo interrogativo, quando sceglierà di salvare la vita di un bambino colpito in testa da un proiettile anzichè quella del sindaco della città colto da malore, che era stato portato all'ospedale solo in un secondo momento.
Tuttavia non sa che quel bambino è un "mostro", e che da quel momento in poi inizierà una spirale di omicidi a catena ed incontrollati.
Passano nove anni dall'avvio del racconto, siamo nel 1995, e le due Germanie si sono riunite: la storia da qui in poi è come un mosaico i cui tasselli si ricompongono in una ricerca itinerante per tutta la Germania, in cui Tenma cercherà delle risposte alle sue domande, svolgerà un percorso interiore, e cercherà di caricarsi da solo sulle sue spalle delle verità scomode dal passato, più grandi di quanto egli possa credere. I personaggi che aiuteranno Tenma a ricomporre questo puzzle, che altrimenti rimarrebbe sgretolato, non sono in senso assoluto personaggi positivi o negativi, non sono buoni o cattivi: tutti hanno la possibilità di redimersi, fin tanto che la vita glielo consente. La storia, sulla falsa riga di un giallo, è travolgente dall'inizio alla fine ed il ritmo narrativo viene sempre mantenuto concitato, grazie ai continui colpi di scena, ai capovolgimenti di fronte ed ai flashback.
Il finale rimane aperto a possibili speculazioni, magari si potrebbe rimanere delusi perchè ci si aspetterebbe una conclusione più netta e definita, dopo che sono stati posti tanti dubbi ed interrogativi per tutta l'opera, ma da Urasawa c'era da aspettarsi un finale simile, dal momento che intende puntare l'attenzione non solo sulla storia, quanto piuttosto sui personaggi -tutti ben definiti psicologicamente e caratterialmente- e sull'importanza delle loro scelte etiche. Urasawa desidera che il lettore stesso si ponga gli interrogativi che si sono posti i personaggi durante la storia, perciò cosa c'è di male a lasciarne alcuni irrisolti al lettore?
Lo stile del disegno è essenziale, ma con i pochi tratti riesce a dipingere le espressioni ed il carattere dei personaggi perfettamente; quando ho letto per la prima volta 20th century boys, avevo fatto un po fatica ad entrare in sintonia con questo stile di disegno, perchè venivo dalla lettura di manga con uno stile di disegno molto più dovizioso di particolari ed elaborat, ma si capisce, accostandosi progressivamente allo stile narrativo di Naoki Urasawa, come i disegni si addattino perfettamente alla storie. Dopo essermi abituato a questo character design, col tempo me ne sono sempre più innamorato.
Tra i manga che ho letto di Urasawa, questo mi è sembrato quello più maturo e crudo, che dipinge il mondo degli anni della guerra fredda e del disgelo con degli occhi storicamente attenti ed oggettivi, e descrive le barbarie perptrate dal regime dittatoriale ai danni delle persone più innocenti ed incolpevoli, i bambini. E' un manga duro a tratti, commovente, intelligente, crudo e realistico, un manga che fa riflettere.
Il dottor Tenma è una persona dall'etica professionale impeccabile, che non solo dimostra tutta la sua bravura in sala operatoria, ma cerca di instaurare un rapporto umano e sincero con i pazienti anche dopo gli interventi chirurgici. Il suo dissidio interiore nascerà nel momento in cui, il dottor Heinmann, direttore della clinica, ordinerà a Tenma di operare sull'intervento di un celeberrimo cantante lirico, anzichè in quello di un operaio rimasto coinvolto in un incidente, che aveva precedenza per ordine di arrivo. L'operazione del cantante lirico va a buon fine, ma il giorno seguente Tenma incontra la moglie dell'operaio in lacrime per la morte del marito... è così che nasce dal cuore di Tenma la domanda di fondo che pervade tutta l'opera: " le vite delle persone hanno tutte la stessa importanza?"
Tenma dunque si troverà di nuovo di fronte a questo interrogativo, quando sceglierà di salvare la vita di un bambino colpito in testa da un proiettile anzichè quella del sindaco della città colto da malore, che era stato portato all'ospedale solo in un secondo momento.
Tuttavia non sa che quel bambino è un "mostro", e che da quel momento in poi inizierà una spirale di omicidi a catena ed incontrollati.
Passano nove anni dall'avvio del racconto, siamo nel 1995, e le due Germanie si sono riunite: la storia da qui in poi è come un mosaico i cui tasselli si ricompongono in una ricerca itinerante per tutta la Germania, in cui Tenma cercherà delle risposte alle sue domande, svolgerà un percorso interiore, e cercherà di caricarsi da solo sulle sue spalle delle verità scomode dal passato, più grandi di quanto egli possa credere. I personaggi che aiuteranno Tenma a ricomporre questo puzzle, che altrimenti rimarrebbe sgretolato, non sono in senso assoluto personaggi positivi o negativi, non sono buoni o cattivi: tutti hanno la possibilità di redimersi, fin tanto che la vita glielo consente. La storia, sulla falsa riga di un giallo, è travolgente dall'inizio alla fine ed il ritmo narrativo viene sempre mantenuto concitato, grazie ai continui colpi di scena, ai capovolgimenti di fronte ed ai flashback.
Il finale rimane aperto a possibili speculazioni, magari si potrebbe rimanere delusi perchè ci si aspetterebbe una conclusione più netta e definita, dopo che sono stati posti tanti dubbi ed interrogativi per tutta l'opera, ma da Urasawa c'era da aspettarsi un finale simile, dal momento che intende puntare l'attenzione non solo sulla storia, quanto piuttosto sui personaggi -tutti ben definiti psicologicamente e caratterialmente- e sull'importanza delle loro scelte etiche. Urasawa desidera che il lettore stesso si ponga gli interrogativi che si sono posti i personaggi durante la storia, perciò cosa c'è di male a lasciarne alcuni irrisolti al lettore?
Lo stile del disegno è essenziale, ma con i pochi tratti riesce a dipingere le espressioni ed il carattere dei personaggi perfettamente; quando ho letto per la prima volta 20th century boys, avevo fatto un po fatica ad entrare in sintonia con questo stile di disegno, perchè venivo dalla lettura di manga con uno stile di disegno molto più dovizioso di particolari ed elaborat, ma si capisce, accostandosi progressivamente allo stile narrativo di Naoki Urasawa, come i disegni si addattino perfettamente alla storie. Dopo essermi abituato a questo character design, col tempo me ne sono sempre più innamorato.
Tra i manga che ho letto di Urasawa, questo mi è sembrato quello più maturo e crudo, che dipinge il mondo degli anni della guerra fredda e del disgelo con degli occhi storicamente attenti ed oggettivi, e descrive le barbarie perptrate dal regime dittatoriale ai danni delle persone più innocenti ed incolpevoli, i bambini. E' un manga duro a tratti, commovente, intelligente, crudo e realistico, un manga che fa riflettere.