Recensione
Life - Vivere per vivere
9.0/10
<b>ATTENZIONE SPOILER</b>
Ayumu è una liceale come tante, finite le medie desidera entrare nello stesso liceo che vuole frequentare la sua migliore amica Yuko. Ayumu inizia a studiare moltissimo, e per tenersi sveglia durante la notte inizia a farsi taglietti con il taglierino. La protagonista riesce a entrare nella prestigiosa scuola, ma Yuko no, e gelosa decide di separarsi dall'amica. Profondamente ferita e priva del suo punto di riferimento, Ayumu continua a tagliarsi per dimenticare la sua sofferenza. Entrata alle superiori fa amicizia con Manami e il suo gruppo di amiche, e conosce Miki, vittima di bullismo a causa di esse. Non sopportando più le cattiverie riservate a quella ragazza, un giorno disubbidisce a Manami, e a causa di questo viene presa di mira dalle compagne di classe, soprattutto da Manami stessa. Ad aggravare la situazione è Katsumi, il fidanzato di Manami, un ragazzo in apparenza buono e gentile, ma in realtà perverso e pericoloso. La povera Ayumu, esasperata dalle pesanti violenze sia fisiche che psicologiche, tenta il suicidio, ma viene fermata da Miki. Con lei sviluppa una profonda amicizia, e decide finalmente di riscattarsi!
Questo manga è tutt'altro che uno shojo zuccheroso, tratta temi come l'autolesionismo, il bullismo, la violenza psicologica e la violenza sessuale. Se pensate che tutto questo possa turbarvi non leggetelo, ma vi perderete un bellissimo fumetto.
Ciò che più mi ha colpita di questa storia è il profondo legame che unisce Ayumu e Miki, qualcosa che secondo me supera l'amicizia e sfocia in amore, anche se platonico, (io ho avvertito un retro gusto shojo-ai). Ayumu trova in Miki un supporto, una persona di fiducia, un sostegno.
Anche gli altri personaggi, dai professori ai compagni di classe e la famiglia, sono caratterizzati molto bene, e rappresentano l'indifferenza, l'indifferenza che uccide. In ognuno di noi c'è un pò della Ayumu che soffre, un pò della Miki che incoraggia, ma purtroppo anche molto della crudeltà di Manami (e questo sta anche e soprattutto nella già citata indifferenza). Manami sembra pazza, la sua crudeltà e violenza non si limita a semplice bullismo, così come la perversione di Katsumi. Alla fine Ayumu trova il coraggio e la forza di lottare per vivere una vita normale, e riesce in questo tentativo. L'allontanamento involontario di Miki nella storia è un modo semplice e forse inevitabile da parte dell' autrice per dimostrare che adesso Ayumu può farcela da sola, che non vive più alle spalle di qualcuno. Ma in fin dei conti non è un addio! I disegni sono apprezzabili, e i visi molto espressivi. Purtroppo in Italia questo piccolo capolavoro non ha venduto abbastanza per poter sperare in una nuova e più bella edizione.
Ayumu è una liceale come tante, finite le medie desidera entrare nello stesso liceo che vuole frequentare la sua migliore amica Yuko. Ayumu inizia a studiare moltissimo, e per tenersi sveglia durante la notte inizia a farsi taglietti con il taglierino. La protagonista riesce a entrare nella prestigiosa scuola, ma Yuko no, e gelosa decide di separarsi dall'amica. Profondamente ferita e priva del suo punto di riferimento, Ayumu continua a tagliarsi per dimenticare la sua sofferenza. Entrata alle superiori fa amicizia con Manami e il suo gruppo di amiche, e conosce Miki, vittima di bullismo a causa di esse. Non sopportando più le cattiverie riservate a quella ragazza, un giorno disubbidisce a Manami, e a causa di questo viene presa di mira dalle compagne di classe, soprattutto da Manami stessa. Ad aggravare la situazione è Katsumi, il fidanzato di Manami, un ragazzo in apparenza buono e gentile, ma in realtà perverso e pericoloso. La povera Ayumu, esasperata dalle pesanti violenze sia fisiche che psicologiche, tenta il suicidio, ma viene fermata da Miki. Con lei sviluppa una profonda amicizia, e decide finalmente di riscattarsi!
Questo manga è tutt'altro che uno shojo zuccheroso, tratta temi come l'autolesionismo, il bullismo, la violenza psicologica e la violenza sessuale. Se pensate che tutto questo possa turbarvi non leggetelo, ma vi perderete un bellissimo fumetto.
Ciò che più mi ha colpita di questa storia è il profondo legame che unisce Ayumu e Miki, qualcosa che secondo me supera l'amicizia e sfocia in amore, anche se platonico, (io ho avvertito un retro gusto shojo-ai). Ayumu trova in Miki un supporto, una persona di fiducia, un sostegno.
Anche gli altri personaggi, dai professori ai compagni di classe e la famiglia, sono caratterizzati molto bene, e rappresentano l'indifferenza, l'indifferenza che uccide. In ognuno di noi c'è un pò della Ayumu che soffre, un pò della Miki che incoraggia, ma purtroppo anche molto della crudeltà di Manami (e questo sta anche e soprattutto nella già citata indifferenza). Manami sembra pazza, la sua crudeltà e violenza non si limita a semplice bullismo, così come la perversione di Katsumi. Alla fine Ayumu trova il coraggio e la forza di lottare per vivere una vita normale, e riesce in questo tentativo. L'allontanamento involontario di Miki nella storia è un modo semplice e forse inevitabile da parte dell' autrice per dimostrare che adesso Ayumu può farcela da sola, che non vive più alle spalle di qualcuno. Ma in fin dei conti non è un addio! I disegni sono apprezzabili, e i visi molto espressivi. Purtroppo in Italia questo piccolo capolavoro non ha venduto abbastanza per poter sperare in una nuova e più bella edizione.