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Il richiamo di una storia tormentata.
Se dovessi descrivere il percorso del mio stato fisico-psicologico durante la lettura, sarebbe più semplice farlo attraverso degli esempi: è stato come se avessi inghiottito un pugno di ansiogeni, una bustina di zucchero di canna e avessi iniziato a rendere degeneri i suoni delle ambulanze che passavano fuori casa. Al di là di ogni lirismo è stato, insomma, impressionante. Dopotutto, ritrovarsi a fare i conti con i fantasmi del proprio passato è sempre parecchio opprimente.

Veniamo catapultati in questo scenario moderno, ambientato in Giappone, che getta luce sulle tresche pericolose del protagonista, Hiroshi Mori. Il ragazzo, in seguito ad una serie di sfortunati eventi, si ritrova ad essere perseguitato da una spilungona coi capelli impregnati di oscurità e con la faccia da funerale.

Senza rivelare altro sulla trama, mi piacerebbe piuttosto concentrarmi sulla sensazione di tormento e di paura che riesce a iniettare nel corpo questo volume unico del 1993 di Minetaro Mochizuki. Sfogliando le pagine ingiallite dell'edizione mediocre (e nel mio specifico caso usata), ci caliamo in un'atmosfera di paranoia le cui conseguenze sono riconducibili a un unico tema: l'esagerazione, di tutto. È qui che si inserisce il personaggio delLa donna, stalker intrisa d'amore sfrenato e senza collegamenti logici d'alcun tipo. Quella che si respira è aria pesante, smorzata da una regia che dispone e distribuisce le scene e gli spezzoni temporali in maniera netta, lasciando quindi esibire la trama in un'unica, lunga apnea.

Dopotutto non ci sono caratteristiche particolari, se non i disegni imprecisi, simboli di una realtà frettolosa, che rimandano al dinamismo e all'inarrestabilità degli eventi, quindi la mia breve esibizione termina qui, con un consiglio rivolto agli amanti delle letture brevi: una gabbia cartacea da 3,10 € come Phantom Stalker Woman, non altro che una spina che preme sui nostri colli delicati, vale la pena di essere comprata. Basterà dunque strappare la carta dalle sbarre per trovare l'oro e forse per dormire sonni un po' meno tranquilli.