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Alcuni anni dopo Slam Dunk, Takehiko Inoue torna a parlarci del suo sport preferito: il basket. Nasce così Real, manga iniziato nel 2001 e tuttora in corso di pubblicazione in Giappone.

Partiamo subito dicendo che Real non è una brutta copia di Slam Dunk: il basket di cui si parla qui non è lo sport che conosciamo tutti, che magari vediamo in televisione o di cui leggiamo nei giornali. No, Inoue in quest'opera ha deciso di parlarci del basket in carrozzina, ma soprattutto di raccontarci chi sono le persone che lo praticano.

I protagonisti di Real sono tre ragazzi molto diversi tra loro, ma accomunati dalla loro passione per il basket. Ognuno di essi ha sperimentato (o sperimenterà) un avvenimento tragico che li ha segnati in modo indelebile: che si tratti di un incidente o di una malattia, il risultato è che si ritrovano spaesati, costretti all'improvviso a dover reinventare la loro vita, senza avere almeno all'inizio un obiettivo o una meta che li possa guidare. E qui entra in gioco il basket, che come sempre nei manga di Inoue rappresenta per i protagonisti un'occasione di crescita, ma soprattutto in questo caso è il mezzo attraverso cui riscattarsi sia personalmente sia nei confronti delle altre persone.

I tre protagonisti all'inizio del manga si ritrovano tutti in fasi diverse della loro storia. Abbiamo Kiyoharu che sembra già avere compiuto il suo processo di crescita: giovane promessa dell'atletica leggera, per via di un tumore perde una gamba; ma grazie all'aiuto di due amici (Tora e Yamauchi) scopre il basket in carrozzina e torna a fare sport. Non è tutto oro quello che luccica però: sia per carattere sia per lo sport da cui proviene, Kiyo è un individualista che mal si adatta al gioco di squadra. Dovrà fare notevoli sforzi per cambiare sia se stesso sia il suo modo di pensare, ma sarà aiutato in questo dalla sua amica d'infanzia Azumi e dal suo strano "compare", Tomomi Nomiya.

Nomiya è invece nella fase più critica del suo percorso: vittima di un incidente stradale nel quale ha involontarimente provocato la disabilità di una ragazza (tra l'altro appena conosciuta), si sente in colpa per le sue azioni ma non sa esattamente in che modo espiare. All'inizio della storia lascia la scuola e cerca un lavoro, prova a prendere la patente ma sente che quella non è la sua strada, ciò che in realtà vorrebbe fare. Sarà l'incontro con Kiyoharu a fargli capire che la sua passione per il basket può diventare qualcosa di più di un semplice sport da praticare al liceo, e cercherà con tutte le sue forze di inseguire il sogno di diventare un giocatore professionista.

Un po' in disparte rispetto agli altri due, abbiamo infine la storia di Hisanobu Takahashi: all'inizio del manga è un ragazzo modello, capitano del club di basket (che Nomiya ha appena lasciato) con buoni voti a scuola e anche di bell'aspetto, tutte cose che lo rendono l'idolo delle ragazze. Proprio per queste sue qualità, è abituato a suddividere la gente in "categorie", e a guardare dall'alto in basso chi - come Nomiya - non considera alla sua altezza. Un incidente stradale lo priva dell'uso delle gambe, e per lui sarà come l'inizio di un incubo: lui che finora era sempre stato una stella luminosa, ora si ritrova handicappato, un membro della più infima delle sue "categorie" mentali. Il suo percorso di crescita sarà quello più lungo e più radicale, ma pian piano cambierà idea sulla gente e su se stesso, anche grazie all'aiuto di due compagni di riabilitazione: Shiratori e Hanasaki. Come afferma una volta Shiratori nel volume 12, "la gente può appiccicarmi tutte le etichette che vuole… ma io non mi lascerò mai condizionare da esse".

Attorno a questi tre protagonisti ruota un universo di personaggi secondari tutti ben caratterizzati: dai genitori divorziati di Hisanobu, che forse proprio grazie alla disabilità del figlio potranno trovare un'occasione per riavvicinarsi, ai compagni di squadra di Kiyo (vecchi e nuovi), dai compagni di riabilitazione di Hisanobu agli amici di Tomomi; a ognuno di loro Inoue riesce sempre a riservare un piccolo spazio, in modo da permetterci di conoscerli meglio e capire come si rapportano alla disabilità.

L'edizione Planet Manga è abbastanza buona: tutti i volumi sono dotati di sovra coperta, e le prime pagine sono a colori. Peccato perché, visti gli argomenti affrontati, mi sarebbe piaciuto avere qualche nota di approfondimento sui termini tecnici, i ruoli e le tattiche usate nel basket. L'unica vera pecca è purtroppo la periodicità: esce un volume all'anno, e purtroppo i primi numeri anche se ristampati non sono di facile reperibilità.

Concludo consigliando questo manga a tutti: anche se non vi piace il basket, in Real lo sport è in realtà un mezzo per raccontare la crescita delle persone, e per insegnarci che anche nelle prove più dure è possibile trovare la forza dentro di sé di cambiare e di trovare un nuovo scopo per lottare e per cui valga la pena vivere. E' un manga davvero imperdibile.