Recensione
Peace Maker (Ryoji Minagawa)
5.0/10
Con l'impressionante numero di manga in circolazione negli ultimi anni mi diventa sempre più difficile trovare qualche nuova serie da seguire.
Il mio metodo è sempre quello di orientarmi verso opere di autori che hanno sfornato storie che mi sono particolarmente piaciute, anche se sono più che consapevole che il mio "metodo" è una garanzia fino ad un certo punto.
Ryoji Minagawa, disegnatore di manga che mi erano molto piaciuti come "Spriggan" ed "Arms" stavolta parte senza l'aiuto di uno sceneggiatore per questo manga ambientato in una specie di West.
Il protagonista è Hope Emerson, figlio di un famosissimo Pistolero, e del suo viaggio alla ricerca del fratello. Il titolo è il nome del revolver di Hope, un pistolero dalle capacità eccezionali che tuttavia odia uccidere e ferire le persone. Nel corso del viaggio incontrerà diverse persone, alcune le aiuterà, altre si uniranno a lui. Tra questi tizi c'é un altro formidabile pistolero di nome Beat Gabriel, che gira per le città a sfidare i campioni locali, perché ogni città ha un "campione dei duelli", questo campione ottiene un certificato, se lo batti questo certificato diventa tuo, e se ne hai un certo numero puoi partecipare ad un campionato per decretare chi sia il campione in assoluto .
Alla fine la banda andrà in soccorso di una Bambina di nome Nicola, inimicandosi così le ire dell'organizzazione Crimson, una squadra di sicari alle dipendenze di un milionario.
Lo dico subito: PeaceMaker non va!
Avendo letto altri manga di Ryoji Minagawa le aspettative erano molte e quella che mi sono trovato per le mani è una storia dalla narrazione lenta, a tratti veramente noiosa! Dico questo perché per essere un manga di azione ce ne vuole per leggere una tavola: i balloon sono pieni di particolari che a mio parere penalizzano moltissimo la fluidità della narrazione. E sono uno a cui piace "Ghost in Shell": quello sì che è un manga dove leggere una tavole è un'impresa! Tiro in ballo un manga che non c'entra niente solo per dare un'idea di quale può essere il mio metro. Non dico certo che sia il caso di arrivare ai livelli di "Gon" è che forse in PeaceMaker la narrazione poteva essere più semplice.
Quello che proprio non mi convince sono i personaggi.
Il protagonista mi sembra contradditorio: Cole Emerson è un pistolero, diventato così bravo forse esercitandosi sparando a dei barattoli e sempre evitando i duelli mortali, che per non so quante volte dice "ma io non sono un pistolero"eppure i pistoleri riesce sempre a batterli. E sconfigge gente che fa dei duelli la loro professione e ragione di vita. Mi ricorda Kenshin di "Runoni Kenshin", un samurai che non voleva più uccidere nessuno, oppure anche Kyo Kugayama, personaggio del manga "Kyo" sempre dello stesso autore.
Il problema è che l'abilità di Hope non sono riuscito mai a capire bene da dove venga. Non può essere forte solo perché è figlio di un bravo pistolero: non è mica una Sayan preso da Dragonball…
Forse anche l'autore si era accorto del poco carisma del suo protagonista e nel corso della storia il personaggio di Beat assume sempre più un ruolo di maggiore rilevanza. Beat Gabriel mi sembra invece un personaggio certamente migliore, la sua storia a mio parere è raccontata meglio, ma sembra un pò troppo simile per ad altri personaggi di manga di Ryoji Minagawa come l'Hayato Shingu di "Arms" o Jean "Jacquemonde di Spriggan".
Insomma: è come se l'autore, senza inventare più di tanto, avesse riciclato diversi elementi di altri suoi manga e avesse provato a rimescolarli, ma senza ottenere un minestrone troppo appetitoso.
Di positivo c'è che i disegni sono molto belli, puliti e particolareggiati e i fondali ben resi.
Senza dubbio mi ha deluso, ma nonostante tutto credo che comunque continuerò a seguire Peacemaker, aspettando fiducioso che si risollevi e spero che, magari tra qualche anno, l'autore mi costringa a riscrivere la mia recensione da capo.
Il mio metodo è sempre quello di orientarmi verso opere di autori che hanno sfornato storie che mi sono particolarmente piaciute, anche se sono più che consapevole che il mio "metodo" è una garanzia fino ad un certo punto.
Ryoji Minagawa, disegnatore di manga che mi erano molto piaciuti come "Spriggan" ed "Arms" stavolta parte senza l'aiuto di uno sceneggiatore per questo manga ambientato in una specie di West.
Il protagonista è Hope Emerson, figlio di un famosissimo Pistolero, e del suo viaggio alla ricerca del fratello. Il titolo è il nome del revolver di Hope, un pistolero dalle capacità eccezionali che tuttavia odia uccidere e ferire le persone. Nel corso del viaggio incontrerà diverse persone, alcune le aiuterà, altre si uniranno a lui. Tra questi tizi c'é un altro formidabile pistolero di nome Beat Gabriel, che gira per le città a sfidare i campioni locali, perché ogni città ha un "campione dei duelli", questo campione ottiene un certificato, se lo batti questo certificato diventa tuo, e se ne hai un certo numero puoi partecipare ad un campionato per decretare chi sia il campione in assoluto .
Alla fine la banda andrà in soccorso di una Bambina di nome Nicola, inimicandosi così le ire dell'organizzazione Crimson, una squadra di sicari alle dipendenze di un milionario.
Lo dico subito: PeaceMaker non va!
Avendo letto altri manga di Ryoji Minagawa le aspettative erano molte e quella che mi sono trovato per le mani è una storia dalla narrazione lenta, a tratti veramente noiosa! Dico questo perché per essere un manga di azione ce ne vuole per leggere una tavola: i balloon sono pieni di particolari che a mio parere penalizzano moltissimo la fluidità della narrazione. E sono uno a cui piace "Ghost in Shell": quello sì che è un manga dove leggere una tavole è un'impresa! Tiro in ballo un manga che non c'entra niente solo per dare un'idea di quale può essere il mio metro. Non dico certo che sia il caso di arrivare ai livelli di "Gon" è che forse in PeaceMaker la narrazione poteva essere più semplice.
Quello che proprio non mi convince sono i personaggi.
Il protagonista mi sembra contradditorio: Cole Emerson è un pistolero, diventato così bravo forse esercitandosi sparando a dei barattoli e sempre evitando i duelli mortali, che per non so quante volte dice "ma io non sono un pistolero"eppure i pistoleri riesce sempre a batterli. E sconfigge gente che fa dei duelli la loro professione e ragione di vita. Mi ricorda Kenshin di "Runoni Kenshin", un samurai che non voleva più uccidere nessuno, oppure anche Kyo Kugayama, personaggio del manga "Kyo" sempre dello stesso autore.
Il problema è che l'abilità di Hope non sono riuscito mai a capire bene da dove venga. Non può essere forte solo perché è figlio di un bravo pistolero: non è mica una Sayan preso da Dragonball…
Forse anche l'autore si era accorto del poco carisma del suo protagonista e nel corso della storia il personaggio di Beat assume sempre più un ruolo di maggiore rilevanza. Beat Gabriel mi sembra invece un personaggio certamente migliore, la sua storia a mio parere è raccontata meglio, ma sembra un pò troppo simile per ad altri personaggi di manga di Ryoji Minagawa come l'Hayato Shingu di "Arms" o Jean "Jacquemonde di Spriggan".
Insomma: è come se l'autore, senza inventare più di tanto, avesse riciclato diversi elementi di altri suoi manga e avesse provato a rimescolarli, ma senza ottenere un minestrone troppo appetitoso.
Di positivo c'è che i disegni sono molto belli, puliti e particolareggiati e i fondali ben resi.
Senza dubbio mi ha deluso, ma nonostante tutto credo che comunque continuerò a seguire Peacemaker, aspettando fiducioso che si risollevi e spero che, magari tra qualche anno, l'autore mi costringa a riscrivere la mia recensione da capo.