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9.0/10
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Ah, ecco come dovrebbe essere ogni manga "Slice of Life": tranquillo, rasserenante, spontaneo. "Cousin" è una di quelle storie che ti si sciolgono di fronte per quanto sono scorrevoli e carine. Certo, la cugina di Bon-chan, nonostante il titolo a lei dedicato, è un elemento non molto presente all'interno della storia, ma insomma, non è che questo sia un demerito. Ciò che conta è che è stato così carino da leggere, questo manga, che mi è sembrato che i minuti volassero, e questo sebbene l'abbia dovuto tradurre mezzo dall'inglese, mezzo dal giapponese (con dovuti sostegni per quanto riguarda quest'ultimo idioma).

"Cousin" narra la storia di una ragazza un po' particolare: non la solita storiella di una ragazza bella e simpatica, ma senza esperienze e complessata, che si accorge poco a poco del suo valore, bensì l'umanissima vicenda di una giovane leggermente sovrappeso (dalle mie parti la definiremmo un po' "buzzicona"), ma socievole e aperta al punto da aver accumulato diverse amicizie, che piano piano si rende conto delle cose che ha tralasciato, nella vita, come l'amore. Amore che le si rivelerà sotto l'adulta forma di Nasukawa, gestore di un piccolo bar-ristorante... o così ci vuole far credere l'autrice. Insomma, la trama è breve e concisa, ma così naturale da portarti a fare il tifo per la povera Bon-chan, esasperata dalla volontà di fare colpo sul suo primo interesse amoroso. Per riuscirci, inizierà una battaglia: una battaglia silente, combattuta con le armi della privazione e della ginnastica, che la porterà a raggiungere quell'obiettivo che non avrebbe mai creduto di voler perseguire - ed è significativa la sua riflessione sul fatto che, mentre aveva passato una vita a criticare silenziosamente la sua migliore amica perché capace di pensare solo agli uomini e parlare solo di uomini, quella che faceva continuamente pensieri sull'altro sesso era in realtà lei stessa. Ma non affronterà il suo problema facendone una tragedia: al contrario, cercherà di impegnarsi a fondo per dimagrire e raggiungere uno stato in cui sentirsi più risoluta, più matura, più donna. In tutto questo si inseriscono gli altri personaggi: la migliore amica che non ha nulla degno di nota, la sua ex-compagna di liceo Kanai Ritsuko, la quale sarebbe troppo demonizzante definire l'antagonista, il suo collega "Baka-Shiro", vero fulcro della storia assieme a lei, il signor Nasukawa, suo grande amore, e la cugina Noni, modella di successo. Non viene detto esplicitamente, ma è chiaro che il modello cui si ispira Tsubomi è proprio quest'ultima, e forse è per questo che Noni ha avuto l'onore della dedica del titolo, perché nonostante non ci sia fisicamente per i tre quarti della storia, la sua influenza si sente parecchio.

Questo manga è veramente molto interessante, non per un discorso di trama (che odora lievemente di già visto), ma per un discorso di impostazione: ho già citato l'estrema "scioglievolezza" della trama, ma l'argomento va approfondito aggiungendo che è incredibile come quella che, in altri casi, si sarebbe tradotta come una pedante esposizione del problema del rapporto con il proprio corpo, in questo fumetto si trasforma invece in una scorrevolissima serie di comici malintesi, e gli unici complessi veri e propri di Tsubomi sono faccende così ridicole che il lettore non può che aprirsi in un sorriso. In sintesi, la trama non è appesantita da elementi drammatici né esasperata da toni da commedia, e nonostante queste mancanze, in qualsiasi altro manga, renderebbero piatta e narcolettica l'intera vicenda, in "Cousin" aggiungono pace e serenità, consentendo al lettore di rilassarsi e immedesimarsi nella protagonista.

I disegni e il design dei personaggi non sono granché, fatta eccezione per Nasukawa, il quale ha viso e figura perfettamente combacianti con il ruolo che ricopre all'interno della storia. Aggiungo qui che, molto probabilmente, il senso di scivolamento naturale da una vignetta all'altra è aiutato dalla disposizione delle tavole, economizzata senza sprecare un minimo di spazio. Per il resto, le ambientazioni sono abbastanza regolari, l'autrice non fa uso di tecniche degne di nota, ma alcune espressioni dei personaggi sono molto fantasiose e piacevoli a vedersi.

Per concludere, posso solo aggiungere che questa è una storia senza troppe pretese, che si fa leggere così bene da far quasi credere possibile il contrario, che sia la storia a leggere qualcuno fra di noi, magari qualcuno che ha affrontato gli stessi problemi di Tsubomi e li ha risolti con la stessa energia e perseveranza. Il manga non si prende mai troppo sul serio, ma neanche si rende ridicolo: raggiunge, insomma, uno stato di armonia ed equilibrio che gli fa ben meritare il nove da me assegnatogli. Davvero, se arriverà mai in Italia e vorrete passare un paio d'ore di relax, questo è il fumetto perfetto. Non fatevelo scappare, dovesse accadere il miracolo.