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Una delle opere peggiori che abbia letto di recente. "Adult Time"? Cosa c'è di "adulto" in questo manga? C'è solo una protagonista femminile più bambinesca e piagnucolosa di qualunque personaggio di Shojo io abbia mai visto, e un protagonista che è maturo solo negli anni. Di accattivante c'è lo zero assoluto, e perfino le scene più "calde" fanno ridere i polli.

C'è poco di apprezzabile in "Otona no Jikan": principalmente, il ritmo, sempre irrequieto e mai rallentato, mai soporifero. Tolto quello, resta veramente il nulla. Le vignette sono un macello totale di parole, nuvolette e onomatopee, mai visto niente di più confusionario: sembra quasi lo stile di scrittura di un bimbo-m. su Messenger. Il comportamento dei personaggi è assurdo, innaturale e troppo, troppo idealizzato. I disegni valgono poco, e anche se, come ho già ribadito in passato, lo School Life non pretende di essere particolarmente dettagliato, quando manca tutto il resto si potrebbe anche fare uno sforzo in più da quel punto di vista. La simpatia? Zero, non è che manchi, è solo che le faccine buffe ormai non fanno più ridere da sole: di vere gag non ne ho viste, e come ho già detto, la protagonista non fa altro che piagnucolare, il che va bene due, tre volte, ma a un certo punto non se ne può più.

Adulto,ancora non riesco a capacitarmi del fatto che Yamada Komomo si sia permessa di includere tale termine nel titolo. Sì, certo, dei protagonisti adulti: nel senso che ci devono diventare? Anche perdonando questo, cos'ha di tanto speciale Mitsu per attirarsi addosso le attenzioni del professore? Il bel faccino? Il corpo da urlo? Un uomo che guarda solo queste cose di certo non corrisponde al profilo da principe azzurro del caro Sensei. Parlando proprio di quest'ultimo, anche perdonando il fatto che, per fiction, può nascere tranquillamente una storia fra professore e studentessa... devo dire che ci ha messo veramente molto, per innamorarsi come un verginello. Le tematiche dove sono? Certo, uno Shojo non ha bisogno di parlare di questioni importanti, ma qualunque manga ha bisogno di dire qualcosa, e "Otona no Jikan", purtroppo, non ci comunica nulla. L'autrice cerca di riprendersi un po' buttando via gradualmente le scene clou, ma per quanto a me la cosa, durante la lettura, non abbia fatto né caldo né freddo, conosco abbastanza bene le shojoiste da sapere che preferiscono essere tenute un po' più sulle spine: forse, e dico forse, anche io avrei preferito così. Dulcis in fundo, l'autrice è incapace di regolarsi, e deve inserire delle storie tappabuchi e completamente slegate solo per completare i tankobon.

Per approfondire il discorso di prima, i disegni mostrano veramente pochissimo di originale. Belli, sono belli, ma veramente zero originalità, e questo, mescolato all'assoluta confusione suscitata dallo stormo di parole di cui è pieno il manga, fa scendere di molto le quotazioni grafiche di "Otona no Jikan". C'è di buono solo un continuo cambio di palcoscenico, che almeno evita che tutto diventi monotono.

Insomma, difficilmente consiglierei questo manga. Forse, e reitero il forse, può piacere a qualcuno che si sta approcciando per la prima volta al mondo dei manga, ma dubito fortemente che soddisferebbe chiunque altro. Ha un certo appeal, e la tag "Smut" fa sospettare chissà che, ma la facciata nasconde solo mediocrità. Se volete provarlo, fate pure, ma io vi ho avvisati.