Recensione
Slam Dunk
10.0/10
Recensione di akira_sendoh7
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Come mi sono appassionato al basket?
Diciamo che i vari Michael Jordan, Magic Johnson, Rodman, Bryant o Derrick Rose hanno aiutato e molto. I commenti del duo Flavio Tranquillo e Federico Buffa hanno messo quel qualcosa in più. Questo manga ha dato il colpo di grazia. Se vi piace il basket, dovete leggerlo. Se vi piacciono i manga dovete leggerlo. Se siete in grado di intendere e di volere dovete leggerlo.
Un amore viscerale per la pallacanestro unito a una ancor più grande passione per i manga.
"Il manga che è entrato nella leggenda". 31 volumi oggettivamente uno più bello dell'altro. Dopo Slam Dunk ho letto anche Generation Basket e Kuroko's Basket. Carini. Ma è come passare da fare l'amore tutte le notti con Belen Rodriguez a limonare in discoteca con una compagna delle superiori: due belle cose, ma siamo su due pianeti diversi...
Lo stile del disegno va migliorando in maniera esponenziale, così come la storia che nonostante sia semplice è emozionante. Slam Dunk è stato il primo fumetto serio sul basket. Difficile parlare di basket in Giappone essendo la media nazionale di circa 1,67 per gli uomini. Coi tacchi.
Takehiko Inoue compie un capolavoro: ambientato nel liceo Shohoku, una scuola normale con studenti normali.
La chicca è la caratterizzazione di ogni personaggio. Ognuno dei protagonisti ha bene in mente quello che deve fare, cosa migliorare, e si nota subito il carattere di ognuno. Il protagonista Hanamichi Sakuragi, una specie di bullo, capelli rossi, sempre pronto a fare a botte, con una sfiga clamorosa con le ragazze. Scopre il basket così, un po' per caso. Si invaghisce di tale Haruko Akagi, sorella del capitano del club di basket Takenori. Mi devo soffermare su di lui: 197 cm, giapponese, nero. Soprannominato il Gorilla. Genitori giapponesi normodotati, sorellina molto kawaii. Qualcosa non quaglia. Ma vabbè. Sakuragi comincia la sua avventura nel mondo del basket solo per fare colpo su Haruko.
Ovviamente lei non ha occhi che per la stella della squadra, tale Kaede Rukawa: talento sopraffino, bello e fisicato da far schifo. Starebbe sui maroni anche a Buddah in persona, le ha tutte lui. In trentuno tankobon spiccicherà si e no trentaquattro parole, ma quando gioca c'è da rimanere strabiliati.
Hanamichi è l'antitesi del sopracitato: non ha la più pallida idea di cosa stia facendo, non sa giocare, non è mai stato un atleta. In realtà gioca solo per fare colpo su Haruko, ma andando avanti si innamorerà pazzamente di questo sport, trascinando con se anche il lettore. Hanamichi ha in realtà un corpo nato per fare sport, e non se ne è mai reso conto. Quando nasci in un corpo così tendi a saltare alcune parti e vai per essere il migliore.
Ma non senza il duro lavoro.
Perché puoi non avere il talento di Michael Jordan, ma puoi sempre diventare un buonissimo Dennis Rodman e toglierti mille soddisfazioni ugualmente.
Sakuragi lo vedo cosi: come Dennis Rodman.
Hanamichi comincia così ad allenarsi come un matto per migliorare, mette da parte il suo enorme ego e diventa quasi umile. Personaggio di una simpatia anormale e contagiosa visto con gli occhi di un lettore, da uccidere con un badile se esistesse nella vita reale.
Inoue alterna momenti di puro agonismo e concentrazioni testosteroniche che neanche al Mr. Olympia, con scenette iper-comiche e momenti di riflessione importanti. Non si parla solo di basket. Si parla di basket, di sogni, di adolescenza e di amori.
In chiave comica, perché no, la comicità che può avere un gruppo di ragazzi di 16-17 anni (anche se ne dimostrano almeno 25-26 - ma il ramen fa questo effetto?).
La particolarità che ho trovato veramente interessante in questo manga, e posso dire sia uno dei pochi dove succede, è che anche gli antagonisti o i personaggi minori hanno un loro stile e una loro evoluzione. Si parla del loro passato, dei sacrifici che hanno fatto per arrivare dove sono, e niente è lasciato al caso.
Takehiko riesce addirittura a spiegare alcune regole del basket in alcuni trafiletti delle pagine, in modo che anche i profani possano capire meglio e perché no, magari avvicinarsi a questo sport.
I richiami con la NBA: tantissimi a mio modo di vedere. In primis le divise delle squadre sono assolutamente identiche a quelle delle squadre NBA. Shohoku - Chicago Bulls, Ryonan -Utah Jazz, Kainan - Lakers e Shoyo - Boston Celtics. Anche i personaggi a mio modo di vedere richiamano molto i giocatori NBA di quell'epoca. Cito solo la coppia Sendoh -Uozumi del Ryonan: mi ricorda molto quella Stockthon - Malone degli Utah Jazz.
Ovviamente non sono in grado di scrivere recensioni, il concetto di “analisi analitica” per me non esiste: esiste il mi piace o il non mi piace. Questo voleva essere soprattutto un omaggio a uno dei manga che ha dato il via alle mie due grandi passioni.
A parte l'alba a Macchu Picchu e il canestro di Jordan alle Finals 1998, mai visto niente di simile.
Grazie, Takehiko.
Diciamo che i vari Michael Jordan, Magic Johnson, Rodman, Bryant o Derrick Rose hanno aiutato e molto. I commenti del duo Flavio Tranquillo e Federico Buffa hanno messo quel qualcosa in più. Questo manga ha dato il colpo di grazia. Se vi piace il basket, dovete leggerlo. Se vi piacciono i manga dovete leggerlo. Se siete in grado di intendere e di volere dovete leggerlo.
Un amore viscerale per la pallacanestro unito a una ancor più grande passione per i manga.
"Il manga che è entrato nella leggenda". 31 volumi oggettivamente uno più bello dell'altro. Dopo Slam Dunk ho letto anche Generation Basket e Kuroko's Basket. Carini. Ma è come passare da fare l'amore tutte le notti con Belen Rodriguez a limonare in discoteca con una compagna delle superiori: due belle cose, ma siamo su due pianeti diversi...
Lo stile del disegno va migliorando in maniera esponenziale, così come la storia che nonostante sia semplice è emozionante. Slam Dunk è stato il primo fumetto serio sul basket. Difficile parlare di basket in Giappone essendo la media nazionale di circa 1,67 per gli uomini. Coi tacchi.
Takehiko Inoue compie un capolavoro: ambientato nel liceo Shohoku, una scuola normale con studenti normali.
La chicca è la caratterizzazione di ogni personaggio. Ognuno dei protagonisti ha bene in mente quello che deve fare, cosa migliorare, e si nota subito il carattere di ognuno. Il protagonista Hanamichi Sakuragi, una specie di bullo, capelli rossi, sempre pronto a fare a botte, con una sfiga clamorosa con le ragazze. Scopre il basket così, un po' per caso. Si invaghisce di tale Haruko Akagi, sorella del capitano del club di basket Takenori. Mi devo soffermare su di lui: 197 cm, giapponese, nero. Soprannominato il Gorilla. Genitori giapponesi normodotati, sorellina molto kawaii. Qualcosa non quaglia. Ma vabbè. Sakuragi comincia la sua avventura nel mondo del basket solo per fare colpo su Haruko.
Ovviamente lei non ha occhi che per la stella della squadra, tale Kaede Rukawa: talento sopraffino, bello e fisicato da far schifo. Starebbe sui maroni anche a Buddah in persona, le ha tutte lui. In trentuno tankobon spiccicherà si e no trentaquattro parole, ma quando gioca c'è da rimanere strabiliati.
Hanamichi è l'antitesi del sopracitato: non ha la più pallida idea di cosa stia facendo, non sa giocare, non è mai stato un atleta. In realtà gioca solo per fare colpo su Haruko, ma andando avanti si innamorerà pazzamente di questo sport, trascinando con se anche il lettore. Hanamichi ha in realtà un corpo nato per fare sport, e non se ne è mai reso conto. Quando nasci in un corpo così tendi a saltare alcune parti e vai per essere il migliore.
Ma non senza il duro lavoro.
Perché puoi non avere il talento di Michael Jordan, ma puoi sempre diventare un buonissimo Dennis Rodman e toglierti mille soddisfazioni ugualmente.
Sakuragi lo vedo cosi: come Dennis Rodman.
Hanamichi comincia così ad allenarsi come un matto per migliorare, mette da parte il suo enorme ego e diventa quasi umile. Personaggio di una simpatia anormale e contagiosa visto con gli occhi di un lettore, da uccidere con un badile se esistesse nella vita reale.
Inoue alterna momenti di puro agonismo e concentrazioni testosteroniche che neanche al Mr. Olympia, con scenette iper-comiche e momenti di riflessione importanti. Non si parla solo di basket. Si parla di basket, di sogni, di adolescenza e di amori.
In chiave comica, perché no, la comicità che può avere un gruppo di ragazzi di 16-17 anni (anche se ne dimostrano almeno 25-26 - ma il ramen fa questo effetto?).
La particolarità che ho trovato veramente interessante in questo manga, e posso dire sia uno dei pochi dove succede, è che anche gli antagonisti o i personaggi minori hanno un loro stile e una loro evoluzione. Si parla del loro passato, dei sacrifici che hanno fatto per arrivare dove sono, e niente è lasciato al caso.
Takehiko riesce addirittura a spiegare alcune regole del basket in alcuni trafiletti delle pagine, in modo che anche i profani possano capire meglio e perché no, magari avvicinarsi a questo sport.
I richiami con la NBA: tantissimi a mio modo di vedere. In primis le divise delle squadre sono assolutamente identiche a quelle delle squadre NBA. Shohoku - Chicago Bulls, Ryonan -Utah Jazz, Kainan - Lakers e Shoyo - Boston Celtics. Anche i personaggi a mio modo di vedere richiamano molto i giocatori NBA di quell'epoca. Cito solo la coppia Sendoh -Uozumi del Ryonan: mi ricorda molto quella Stockthon - Malone degli Utah Jazz.
Ovviamente non sono in grado di scrivere recensioni, il concetto di “analisi analitica” per me non esiste: esiste il mi piace o il non mi piace. Questo voleva essere soprattutto un omaggio a uno dei manga che ha dato il via alle mie due grandi passioni.
A parte l'alba a Macchu Picchu e il canestro di Jordan alle Finals 1998, mai visto niente di simile.
Grazie, Takehiko.