Recensione
Happiness
9.0/10
"Happiness" è una raccolta di Usamaru Furuya (Marie no Kanaderu Ongaku, Jisatsu Circle, Garden) pubblicata da Shogakugan nel 2006, e successivamente da Goen in Italia nei primi mesi del 2011.
Lo trovo uno dei volumi unici più intensi che abbia letto in tutta la mia collezione e l'artwork si può considerare uno specchio universale in cui si riflette l'anima dei personaggi che verranno presentati dall'eclettico e insidioso autore. Il titolo Happiness dovrebbe esser spiegato con cautela, in quanto in apparenza, le storie trattate non sembrano assolutamente "felici". Io sono fermamente convinto che egli abbia voluto farci riflettere sul significato di questo stato d'animo, non a caso infatti il lettore potrà assaporare la felicità esclusivamente a fine lettura, per via della sua presenza non immediatamente comprensibile.
La separazione che Furuya vuole attuare tra le otto diverse storie che compongono il volumetto è lampante, ed egli si sforza -ottenendo risultati eccellenti- di cambiare per ben altrettante otto volte la veste grafica delle stesse, diversificando ulteriormente il composto artistico. Potrei parlare delle singole storie in ogni dettaglio, ma rovinarvi il piacere di questo scrigno della nona arte mi sembra un crimine, quindi sarebbe opportuno fermarvi qui, leggere "Happiness" e tornare per confrontare le riflessioni partorite alla fine.
1.Maltrattato e calpestato, sboccia il fiore della passione.
Furuya sceglie di aprire Happiness con questa storia che tratta della passione corrisposta e proibita, tra allieva e insegnante. Nonostante le premesse non siano esaltanti, il mangaka riesce ad esprimere una visione insolita e artistica, grazie ad una sceneggiatura ben calibrata.
L'insegnante in questione, è anche il gestore del club di fotografia, conduce una relazione segreta e lussuriosa con una disinibita studentessa, che ne è completamente soggiogata.
Questo rapporto non si basa solo sul sesso, ma vi è qualcosa di più. Lei funge da modella per i suoi scatti erotici e lui le impartisce interessanti lezioni di vita. L'innocenza della ragazza è occultata da un'inaspettata malizia, ma qualcosa sembra rovinare il rapporto tra i due amanti. Il professore infatti, probabilmente sovrappensiero commette un errore che rivela il rapporto alle alte sfere, ed egli è costretto a lasciare l'istituto, e di conseguenza anche la sua alunna.
Ma il gesto inaspettato del finale si ricollega bene alla vicenda, perché la ragazza dimostrerà al professore di aver assimilato le sue parole con cura, rendendolo felice.
2. Lolita 7
Questa seconda storia ci narra le vicende di Mashima, una bellissima ragazza delle superiori alla quale viene richiesto l'obiettivo di far ritornare a scuola un professore, suo parente, un hikikomori che si è segregato in casa a causa delle ripetute prese in giro da parte degli studenti.
All'interno dell'appartamento del professore, la sensazione di degrado e alienazione colpisce il lettore come se fosse un elemento concreto.
La figura dell' hikikomori non lascia spazio all'immaginazione. Esteticamente è disgustoso, viscido, putrescente e Furuya lo caratterizza negativamente non solo nel tratto, ma anche nell'aspetto del comportamento. Egli è infatti frutto delle sue morbose ossessioni che lo hanno estraniato dalla realtà, partorendo una proiezione della versione infantile di sua cugina, denominata Lolita 7, che non fa che disegnare freneticamente su un foglio.
Lolita 7 è vista come l'innocenza pura, incontaminata che ormai Mashima non rispecchia più, e questa incapacità di vedere il riflesso di sua cugina è quello che lo spinge ad agire come un verme, arrivando a ricattare la ragazza di non tornare a scuola se questa non si fosse spogliata davanti a lui come faceva da bambina.
Riuscendo a capire quanto sia malato il professore, la ragazza riluttante esegue, ma egli, vedendo quel corpo d'adolescente entra in crisi, poiché in questo momento ha la conferma che Lolita 7 è scomparsa per sempre e non rivivrà più.
Con un gesto simbolico, lei gli comproverà il contrario.
Trovo questa storia agghiacciante, nonostante non succeda nulla di così scabroso.
Il mangaka, con un tratto veramente superbo che richiama i suoi lavori moderni, riesce a caratterizzare efficacemente i protagonisti, dandogli uno spessore solido.
Ciò che mi ha colpito è la perversione dell'individuo, e la gentilezza con cui Mashima asseconda la sua innaturale necessità. Sembra quasi che l'hikikomori voglia farle pesare il fatto di esser cresciuta, e -probabilmente di aver perso l'innocenza. E questo è SBAGLIATO, perché non è esser cresciuti l'errore, ma l'esser ancora incatenati ai ricordi sospesi nel passato. In questa storia la ragazza, che pare semplicemente agire come un burattino nelle mani di un bambino viziato, è in realtà mossa a compassione per le condizioni del cugino al quale voleva e vuole bene, e farà di tutto pur di aiutarlo, sacrificando una parte di sé per renderlo felice.
Furuya con questa storia riesce a toccare temi delicati e attuali nella società giapponese, raffigurandoli in modo non scontato, poiché risulta difficile se non impossibile provare empatia. Io per primo nei panni di Mashima, non sarei sottostato ai capricci di quell'irritante figura ma l'avrei abbandonato al suo tragico destino.
3.Akuma no Uta
Tra le storie che ho apprezzato di più di Happiness.
Mika e Tomoko sono due amiche, e fin qui tutto normale, se non fosse che Mika è una satanista.
Il satanismo che rappresenta Furuya è abbastanza stereotipato e non ha nulla a che vedere con le frange più filosofiche ed elaborate, ma si rifà spesso all'idea comune che la gente ha di tale culto, ossia sangue di vergini, demoni e rituali sacrificali.
Il tutto è sfacciatamente cartoonesco e poco serio, fattore che sta ad evidenziare quanto l'atteggiamento dell'amica di Tomoko sia più che altro un'evasione dalla realtà deludente.
Mika è stata abbandonata a se stessa dal padre, che le ha lasciato una montagna di debiti (father of the year) e la madre e il fratello, dopo una lunga lettera, se ne sono andati non interessandosi più di lei.
Sola, in una casa enorme e perseguitata dai creditori, la ragazza inizia a isolarsi e deprimersi, così trova questa comoda soluzione.
Tomoko percepisce che c'è qualcosa che non va; di punto in bianco vede la sua amica cambiata e innaturalmente felice e spensierata riguardo al futuro.
L'alienazione inibisce le richieste d'aiuto dell'inconscio, e questa maschera le si incolla metaforicamente sul volto fino all'abisso in cui precipita nella splendida fine.
Sotto questo velo "Signore Lucifero, portami via da qui" si trasforma in "Aiutatemi, stringetemi e salvatemi da questa schifosa realtà".
Tra le fiamme dell'inferno si compie il matrimonio tra Mika e Lucifero, finalmente liberata dal dolore terreno.
Da spettatori possiamo solo assistere a tutta la fantasia e la vena artistica sprigionata dalla mano dell'artista. Non esagero nel dire che all'interno di questa storia si trovano alcune tra le più belle illustrazioni fatte nella carriera del sensei. Veramente d'impatto, equilibrata sotto ogni punto di vista, tratto delizioso, sceneggiatura avvenente.
Sublime.
4. E se
Episodio veramente breve che narra le vicende di due ragazze, le quali per passare il tempo fanno un giochino sedute sulla metro.
"E se" non è altro che il classico gioco d'infanzia fondato sull'ipotesi di avvenimenti dallo schema sempre uguale : "cosa faresti se …" e qui viene proposto con una sceneggiatura che inspessisce progressivamente il legame tra le protagoniste, sfociando in un gradevole fanservice yuri.
Viene adoperato uno stile piacevole e vagamente comico, che tra l'altro vede due guest in una tavola: Maki Kusumoto(Kiss XXXX) e Sensha Hoshida (Utsurun Desu).
Il clima disteso non facilita l'intuizione del finale, che tramite una sola immagine rivela un'amara sorpresa.
Non me lo aspettavo del tutto, brillante.
5. Happiness
Alla pari di Akuma no Uta, probabilmente il racconto più efficace.
Il bullismo è sempre stato una piaga, e da tempo immemore i più deboli ne hanno sempre sofferto.
Ma cosa succede quando due anime fragili si incontrano ed entrano in sintonia?
Stanco dei continui maltrattamenti subiti, delle lesioni ed estorsioni di denaro adoperate dai compagni di classe, Takuya è in una situazione orribile.
Mentre è ancora dolorante, fa la conoscenza di Ruka, una bella ragazza che purtroppo sembra avere lo stesso problema. Per la prima volta Takuya si sente compreso, e fa di tutto per avvicinarsi alla ragazza.
Tramite qualche parola di conforto vicendevole, tra i due nasce un rapporto speciale.
Emerge nella ragazza un forte apprezzamento, che si può considerare un'ossessione, per un gruppo, il quale cantante ha commesso un suicidio gettandosi dal ponte della ferrovia. Tramite questa band, la ragazza cerca di tessere un legame con Takuya per un obiettivo comune.
Quando sembra che ormai nessuno riesca più uscire dal baratro, un plot-twist inaspettato- e per i più sensibili gradito- mescola le carte.
Il tratto, in questa storia non è dei migliori, ma questa ovviamente è solo una scelta stilistica, poiché è fatto apposta per esaltare idoneamente le emozioni e le differenti caratterizzazioni dei personaggi. Egli per esempio viene reso in maniera abbastanza patetica, e il suo chara semplice favorisce l'ideale del "ragazzino qualunque che subisce violenza".
Il finale è geniale, velenoso ,Furuya qui sembra quasi parodizzare quelle conclusioni felici dove tutto si risolve magicamente. La sceneggiatura del mangaka qui punta a sbilanciare la coscienza del lettore, dato che ogni singolo elemento desiderato va storto.
L'assenza di felicità è dura, ma la vera felicità del protagonista è raccapricciante. Una coltellata.
6. La Stanza di Nuvole
Oltre ad esser il capitolo più lungo è quello sicuramente più particolare.
Tratta la storia di Yama -chan , ragazza con leggero deficit cognitivo, la quale dopo aver appreso la notizia che con gli attuali voti non riuscirà mai ad entrare all'università, decide di scappare di casa utilizzando i fondi dei genitori e tentare una disperata nuova vita.
La sua profonda ingenuità la metterà nel corso dell'opera di fronte a situazioni difficili e sofferenti, che tramite la sua evasione mentale riuscirà a sopportare.
Per fortuna fa la conoscenza di Hikaru , un coinquilino che riuscirà a comprenderla e a farle vedere un po' di luce nel buio che gli altri le avevano forzatamente imposto. Particolarmente memorabile è la scena che li vede assieme nella stanza di lei, è simbolica ed esprime al meglio l'intero capitolo.
Il disegno utilizzato per alcuni personaggi è leggermente meno dettagliato del normale, ma questa scelta stilistica non è altro che un modo per delineare utilmente l'ingenuità che permea nella protagonista e la bontà e genuinità di Hikaru.
Nonostante lo sviluppo della trama riservi svolte crude e cruente, rispetto alle altre vicende La Stanza di Nuvole si chiude regalando una più immediata comprensione del significato attribuibile alla parola "felicità". Rasserenante.
7. Indigo Elegy
Iku e Shingo sono due grandi amici che condividono un'adorazione totale per la senpai Kaho, attraente ragazza che però non li tiene molto in considerazione.
Iku è un bravissimo disegnatore, ma ha il difetto di non possedere creatività.
La sua anima si potrebbe metaforicamente raffigurare come un pregiato rivestimento che non contiene assolutamente nulla.
A questa mancanza sopperiscono gli occhi di Shingo, capaci di cogliere essenze surreali e di donare qualcosa di unico ai dipinti di Iku.
Un giorno, per puro caso, la senpai Kaho scopre i quadri di Iku, e osservandoli realizza inaspettatamente di essere il soggetto delle opere. Innamorata del talento artistico (falso e incompleto) del ragazzo, se ne invaghisce e gli propone di diventare la sua musa ispiratrice.
Da qui la trama si dirama portando all'esasperazione questo equivoco, scelta che pur non risplendendo per l'atipicità, si sofferma sulle reazioni dei personaggi.
Il finale non è qualcosa di spiazzante o rivelatore, ma è una buona conclusione. Mi ha fatto vedere una felicità che avevo già intuito, però la sceneggiatura rimane meritevole e qui l'autore si è sbizzarrito con delle tavole parecchio creative. Una bella storia d'amicizia.
8. Underground Doll.
Quest'ultimo racconto parla di Harumaki, un'insicura ragazza che tenta di trovare una sua identità, ma finisce in mani pericolosamente sbagliate, dato che il suo talent-scout è un farabutto disgustoso che la sfrutta come idol pagandola una miseria e abusando ripetutamente del suo corpo.
Harumaki lavora nel settore underground, fornendo spettacoli improvvisati a posti limitati, dove intrattiene i clienti con canzoni stonate e impacciate pose hot. Ottima scelta l'ambientazione urbana che ne evidenzia il degrado e la malinconia delle realtà analoghe, nascoste ma presenti.
Una storia dai toni delicati e ruvidi nello stesso tempo, che mi è piaciuta parecchio per la delicatezza e i temi trattati tutt'altro che banali. Il tutto è supportato da una lodevole prestazione visiva.Alla fine, magari Harumaki non sarà riuscita a diventare "un'adulta come si deve", ma è probabile che abbia inaspettatamente trovato la felicità.
Il finale conclude degnamente la raccolta, dando al lettore un'amabile sensazione di risveglio cerebrale.
Cosa hanno in comune i racconti di Happiness tra di loro?
Io ci ho trovato un costante senso di evasione, una fuga dalla realtà destinata a terminare solo e unicamente nel modo scelto dai protagonisti di queste vicende.
Non c'è alcuna presenza sovrannaturale,e questo favorisce un legame empatico tra noi e i personaggi.
Happiness è questo. Un intenso, toccante spaccato di vite realistiche dissimili che cercano costantemente di raggiungere ciò che credono la felicità.
Lo consiglio a chiunque voglia passare un'ora piena d'emozioni, e anche per staccare dalle solite letture.
Di certo non vi lascerà indifferenti.
Lo trovo uno dei volumi unici più intensi che abbia letto in tutta la mia collezione e l'artwork si può considerare uno specchio universale in cui si riflette l'anima dei personaggi che verranno presentati dall'eclettico e insidioso autore. Il titolo Happiness dovrebbe esser spiegato con cautela, in quanto in apparenza, le storie trattate non sembrano assolutamente "felici". Io sono fermamente convinto che egli abbia voluto farci riflettere sul significato di questo stato d'animo, non a caso infatti il lettore potrà assaporare la felicità esclusivamente a fine lettura, per via della sua presenza non immediatamente comprensibile.
La separazione che Furuya vuole attuare tra le otto diverse storie che compongono il volumetto è lampante, ed egli si sforza -ottenendo risultati eccellenti- di cambiare per ben altrettante otto volte la veste grafica delle stesse, diversificando ulteriormente il composto artistico. Potrei parlare delle singole storie in ogni dettaglio, ma rovinarvi il piacere di questo scrigno della nona arte mi sembra un crimine, quindi sarebbe opportuno fermarvi qui, leggere "Happiness" e tornare per confrontare le riflessioni partorite alla fine.
1.Maltrattato e calpestato, sboccia il fiore della passione.
Furuya sceglie di aprire Happiness con questa storia che tratta della passione corrisposta e proibita, tra allieva e insegnante. Nonostante le premesse non siano esaltanti, il mangaka riesce ad esprimere una visione insolita e artistica, grazie ad una sceneggiatura ben calibrata.
L'insegnante in questione, è anche il gestore del club di fotografia, conduce una relazione segreta e lussuriosa con una disinibita studentessa, che ne è completamente soggiogata.
Questo rapporto non si basa solo sul sesso, ma vi è qualcosa di più. Lei funge da modella per i suoi scatti erotici e lui le impartisce interessanti lezioni di vita. L'innocenza della ragazza è occultata da un'inaspettata malizia, ma qualcosa sembra rovinare il rapporto tra i due amanti. Il professore infatti, probabilmente sovrappensiero commette un errore che rivela il rapporto alle alte sfere, ed egli è costretto a lasciare l'istituto, e di conseguenza anche la sua alunna.
Ma il gesto inaspettato del finale si ricollega bene alla vicenda, perché la ragazza dimostrerà al professore di aver assimilato le sue parole con cura, rendendolo felice.
2. Lolita 7
Questa seconda storia ci narra le vicende di Mashima, una bellissima ragazza delle superiori alla quale viene richiesto l'obiettivo di far ritornare a scuola un professore, suo parente, un hikikomori che si è segregato in casa a causa delle ripetute prese in giro da parte degli studenti.
All'interno dell'appartamento del professore, la sensazione di degrado e alienazione colpisce il lettore come se fosse un elemento concreto.
La figura dell' hikikomori non lascia spazio all'immaginazione. Esteticamente è disgustoso, viscido, putrescente e Furuya lo caratterizza negativamente non solo nel tratto, ma anche nell'aspetto del comportamento. Egli è infatti frutto delle sue morbose ossessioni che lo hanno estraniato dalla realtà, partorendo una proiezione della versione infantile di sua cugina, denominata Lolita 7, che non fa che disegnare freneticamente su un foglio.
Lolita 7 è vista come l'innocenza pura, incontaminata che ormai Mashima non rispecchia più, e questa incapacità di vedere il riflesso di sua cugina è quello che lo spinge ad agire come un verme, arrivando a ricattare la ragazza di non tornare a scuola se questa non si fosse spogliata davanti a lui come faceva da bambina.
Riuscendo a capire quanto sia malato il professore, la ragazza riluttante esegue, ma egli, vedendo quel corpo d'adolescente entra in crisi, poiché in questo momento ha la conferma che Lolita 7 è scomparsa per sempre e non rivivrà più.
Con un gesto simbolico, lei gli comproverà il contrario.
Trovo questa storia agghiacciante, nonostante non succeda nulla di così scabroso.
Il mangaka, con un tratto veramente superbo che richiama i suoi lavori moderni, riesce a caratterizzare efficacemente i protagonisti, dandogli uno spessore solido.
Ciò che mi ha colpito è la perversione dell'individuo, e la gentilezza con cui Mashima asseconda la sua innaturale necessità. Sembra quasi che l'hikikomori voglia farle pesare il fatto di esser cresciuta, e -probabilmente di aver perso l'innocenza. E questo è SBAGLIATO, perché non è esser cresciuti l'errore, ma l'esser ancora incatenati ai ricordi sospesi nel passato. In questa storia la ragazza, che pare semplicemente agire come un burattino nelle mani di un bambino viziato, è in realtà mossa a compassione per le condizioni del cugino al quale voleva e vuole bene, e farà di tutto pur di aiutarlo, sacrificando una parte di sé per renderlo felice.
Furuya con questa storia riesce a toccare temi delicati e attuali nella società giapponese, raffigurandoli in modo non scontato, poiché risulta difficile se non impossibile provare empatia. Io per primo nei panni di Mashima, non sarei sottostato ai capricci di quell'irritante figura ma l'avrei abbandonato al suo tragico destino.
3.Akuma no Uta
Tra le storie che ho apprezzato di più di Happiness.
Mika e Tomoko sono due amiche, e fin qui tutto normale, se non fosse che Mika è una satanista.
Il satanismo che rappresenta Furuya è abbastanza stereotipato e non ha nulla a che vedere con le frange più filosofiche ed elaborate, ma si rifà spesso all'idea comune che la gente ha di tale culto, ossia sangue di vergini, demoni e rituali sacrificali.
Il tutto è sfacciatamente cartoonesco e poco serio, fattore che sta ad evidenziare quanto l'atteggiamento dell'amica di Tomoko sia più che altro un'evasione dalla realtà deludente.
Mika è stata abbandonata a se stessa dal padre, che le ha lasciato una montagna di debiti (father of the year) e la madre e il fratello, dopo una lunga lettera, se ne sono andati non interessandosi più di lei.
Sola, in una casa enorme e perseguitata dai creditori, la ragazza inizia a isolarsi e deprimersi, così trova questa comoda soluzione.
Tomoko percepisce che c'è qualcosa che non va; di punto in bianco vede la sua amica cambiata e innaturalmente felice e spensierata riguardo al futuro.
L'alienazione inibisce le richieste d'aiuto dell'inconscio, e questa maschera le si incolla metaforicamente sul volto fino all'abisso in cui precipita nella splendida fine.
Sotto questo velo "Signore Lucifero, portami via da qui" si trasforma in "Aiutatemi, stringetemi e salvatemi da questa schifosa realtà".
Tra le fiamme dell'inferno si compie il matrimonio tra Mika e Lucifero, finalmente liberata dal dolore terreno.
Da spettatori possiamo solo assistere a tutta la fantasia e la vena artistica sprigionata dalla mano dell'artista. Non esagero nel dire che all'interno di questa storia si trovano alcune tra le più belle illustrazioni fatte nella carriera del sensei. Veramente d'impatto, equilibrata sotto ogni punto di vista, tratto delizioso, sceneggiatura avvenente.
Sublime.
4. E se
Episodio veramente breve che narra le vicende di due ragazze, le quali per passare il tempo fanno un giochino sedute sulla metro.
"E se" non è altro che il classico gioco d'infanzia fondato sull'ipotesi di avvenimenti dallo schema sempre uguale : "cosa faresti se …" e qui viene proposto con una sceneggiatura che inspessisce progressivamente il legame tra le protagoniste, sfociando in un gradevole fanservice yuri.
Viene adoperato uno stile piacevole e vagamente comico, che tra l'altro vede due guest in una tavola: Maki Kusumoto(Kiss XXXX) e Sensha Hoshida (Utsurun Desu).
Il clima disteso non facilita l'intuizione del finale, che tramite una sola immagine rivela un'amara sorpresa.
Non me lo aspettavo del tutto, brillante.
5. Happiness
Alla pari di Akuma no Uta, probabilmente il racconto più efficace.
Il bullismo è sempre stato una piaga, e da tempo immemore i più deboli ne hanno sempre sofferto.
Ma cosa succede quando due anime fragili si incontrano ed entrano in sintonia?
Stanco dei continui maltrattamenti subiti, delle lesioni ed estorsioni di denaro adoperate dai compagni di classe, Takuya è in una situazione orribile.
Mentre è ancora dolorante, fa la conoscenza di Ruka, una bella ragazza che purtroppo sembra avere lo stesso problema. Per la prima volta Takuya si sente compreso, e fa di tutto per avvicinarsi alla ragazza.
Tramite qualche parola di conforto vicendevole, tra i due nasce un rapporto speciale.
Emerge nella ragazza un forte apprezzamento, che si può considerare un'ossessione, per un gruppo, il quale cantante ha commesso un suicidio gettandosi dal ponte della ferrovia. Tramite questa band, la ragazza cerca di tessere un legame con Takuya per un obiettivo comune.
Quando sembra che ormai nessuno riesca più uscire dal baratro, un plot-twist inaspettato- e per i più sensibili gradito- mescola le carte.
Il tratto, in questa storia non è dei migliori, ma questa ovviamente è solo una scelta stilistica, poiché è fatto apposta per esaltare idoneamente le emozioni e le differenti caratterizzazioni dei personaggi. Egli per esempio viene reso in maniera abbastanza patetica, e il suo chara semplice favorisce l'ideale del "ragazzino qualunque che subisce violenza".
Il finale è geniale, velenoso ,Furuya qui sembra quasi parodizzare quelle conclusioni felici dove tutto si risolve magicamente. La sceneggiatura del mangaka qui punta a sbilanciare la coscienza del lettore, dato che ogni singolo elemento desiderato va storto.
L'assenza di felicità è dura, ma la vera felicità del protagonista è raccapricciante. Una coltellata.
6. La Stanza di Nuvole
Oltre ad esser il capitolo più lungo è quello sicuramente più particolare.
Tratta la storia di Yama -chan , ragazza con leggero deficit cognitivo, la quale dopo aver appreso la notizia che con gli attuali voti non riuscirà mai ad entrare all'università, decide di scappare di casa utilizzando i fondi dei genitori e tentare una disperata nuova vita.
La sua profonda ingenuità la metterà nel corso dell'opera di fronte a situazioni difficili e sofferenti, che tramite la sua evasione mentale riuscirà a sopportare.
Per fortuna fa la conoscenza di Hikaru , un coinquilino che riuscirà a comprenderla e a farle vedere un po' di luce nel buio che gli altri le avevano forzatamente imposto. Particolarmente memorabile è la scena che li vede assieme nella stanza di lei, è simbolica ed esprime al meglio l'intero capitolo.
Il disegno utilizzato per alcuni personaggi è leggermente meno dettagliato del normale, ma questa scelta stilistica non è altro che un modo per delineare utilmente l'ingenuità che permea nella protagonista e la bontà e genuinità di Hikaru.
Nonostante lo sviluppo della trama riservi svolte crude e cruente, rispetto alle altre vicende La Stanza di Nuvole si chiude regalando una più immediata comprensione del significato attribuibile alla parola "felicità". Rasserenante.
7. Indigo Elegy
Iku e Shingo sono due grandi amici che condividono un'adorazione totale per la senpai Kaho, attraente ragazza che però non li tiene molto in considerazione.
Iku è un bravissimo disegnatore, ma ha il difetto di non possedere creatività.
La sua anima si potrebbe metaforicamente raffigurare come un pregiato rivestimento che non contiene assolutamente nulla.
A questa mancanza sopperiscono gli occhi di Shingo, capaci di cogliere essenze surreali e di donare qualcosa di unico ai dipinti di Iku.
Un giorno, per puro caso, la senpai Kaho scopre i quadri di Iku, e osservandoli realizza inaspettatamente di essere il soggetto delle opere. Innamorata del talento artistico (falso e incompleto) del ragazzo, se ne invaghisce e gli propone di diventare la sua musa ispiratrice.
Da qui la trama si dirama portando all'esasperazione questo equivoco, scelta che pur non risplendendo per l'atipicità, si sofferma sulle reazioni dei personaggi.
Il finale non è qualcosa di spiazzante o rivelatore, ma è una buona conclusione. Mi ha fatto vedere una felicità che avevo già intuito, però la sceneggiatura rimane meritevole e qui l'autore si è sbizzarrito con delle tavole parecchio creative. Una bella storia d'amicizia.
8. Underground Doll.
Quest'ultimo racconto parla di Harumaki, un'insicura ragazza che tenta di trovare una sua identità, ma finisce in mani pericolosamente sbagliate, dato che il suo talent-scout è un farabutto disgustoso che la sfrutta come idol pagandola una miseria e abusando ripetutamente del suo corpo.
Harumaki lavora nel settore underground, fornendo spettacoli improvvisati a posti limitati, dove intrattiene i clienti con canzoni stonate e impacciate pose hot. Ottima scelta l'ambientazione urbana che ne evidenzia il degrado e la malinconia delle realtà analoghe, nascoste ma presenti.
Una storia dai toni delicati e ruvidi nello stesso tempo, che mi è piaciuta parecchio per la delicatezza e i temi trattati tutt'altro che banali. Il tutto è supportato da una lodevole prestazione visiva.Alla fine, magari Harumaki non sarà riuscita a diventare "un'adulta come si deve", ma è probabile che abbia inaspettatamente trovato la felicità.
Il finale conclude degnamente la raccolta, dando al lettore un'amabile sensazione di risveglio cerebrale.
Cosa hanno in comune i racconti di Happiness tra di loro?
Io ci ho trovato un costante senso di evasione, una fuga dalla realtà destinata a terminare solo e unicamente nel modo scelto dai protagonisti di queste vicende.
Non c'è alcuna presenza sovrannaturale,e questo favorisce un legame empatico tra noi e i personaggi.
Happiness è questo. Un intenso, toccante spaccato di vite realistiche dissimili che cercano costantemente di raggiungere ciò che credono la felicità.
Lo consiglio a chiunque voglia passare un'ora piena d'emozioni, e anche per staccare dalle solite letture.
Di certo non vi lascerà indifferenti.