Recensione
Devilman
9.0/10
Recensione di TheRolandDeschain
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Summa artistica di Go Nagai e della tradizione fumettistica nipponica, "Devilman" si è imposto come opera dalla imprescindibile lettura, un "must read" per qualunque lettore degno del proprio titolo. La freschezza e l'attualità che racchiudono i cinque volumi dell'opera, scritta nel '72, costringono a capovolgere il vecchio stereotipo che etichetta le opere datate come inadatte a rappresentare la modernità. Anzi, esattamente quarant'anni fa è stato partorito un capolavoro, tale è appunto "Devilman".
Attenzione: presenza di spoiler.
Akira Fudo, timido e impacciato studente giapponese, vede la sua vita cambiare radicalmente ad opera del migliore amico Ryo Asuka, da cui viene a sapere il vero corso degli eventi storici relativi alla Terra. Moltissimo tempo fa, prima che sul Pianeta comparisse il genere umano, in cima alla catena alimentare figuravano i demoni, esseri spietati e terribili dediti a lotte indiscriminate e orribili violenze. Esatto, proprio quei demoni, vampiri e licantropi di cui il folklore mondiale parla da tempi immemori.
Durante il brusco cambio della temperatura terrestre dovuta al periodo delle glaciazioni i demoni sono rimasti ibernati in animazione sospesa ai due poli, permettendo al genere umano di farsi largo nella catena alimentare per giungere a presiedere il posto che un tempo era proprio appannaggio dei demoni.
Ma ciò che Ryo rivela a uno stupefatto Akira è qualcosa di molto peggio della descrizione dei tempi che furono: i demoni infatti si stanno risvegliando a un ritmo velocissimo.
L'unica speranza per il genere umano risiede proprio in Akira Fudo. O meglio, nella speranza che Akira riesca a fondersi volontariamente con un demone (quale sarà il prode combattente demoniaco Amon) in maniera tale da ottenere poteri e forma impareggiabile di diavolo, ma cuore e sentimenti umani.
È questa l'eredità di paura che Ryo dona al protagonista, non un demone né un essere umano, ma un ibrido senziente, un Devilman a cui è capitato in sorte il più arduo ed eroico compito: difendere la razza umana dalla orrorifica invasione demoniaca.
Alla violenza e alla sessualità sfrenata vanno, però, di pari passo numerosi momenti introspettivi di speculazione religiosa e filosofica da parte dei protagonisti Ryo e Akira, le due facce della stessa medaglia. E come loro, anche genere umano e demoniaco sono due facce dello stesso dado, così dissimili fisicamente eppure non poi così diversi. Del resto, come si evince da un passo particolarmente intenso, i demoni non si nutrono forse degli essere umani così come questi ultimi si nutrono degli animali?
I quesiti che pone Nagai sono quanto mai attuali e profondi: non sarà forse che solo chi detiene di volta in volta il potere (e dunque risulta in cima alla catena alimentare, per rimanere in tema) decide di volta in volta cosa è giusto e cosa è sbagliato?
I concetti di bene e male sono labili, mobili, esattamente come insegna la tradizione filosofica nietzscheana. E un ulteriore spunto di riflessione viene offerto dalla figura dell'uomo immerso nella folla cieca e invasata, che necessita unicamente di santi da venerare e mostri da distruggere (come già descritto da Baudrillard).
Akira non riesce a liberarsi da queste domande (ed è proprio il suo porsi continuamente quesiti sul senso delle proprie azioni che dimostra come l'uomo Akira Fudo sia riuscito finanche a soggiogare il demone Amon) e la scelta tra le due fazioni sarà quanto mai problematica. O forse no. Per il potente Devilman, l'anello di congiunzione tra umano e demoniaco, la scelta si fa strada quasi inevitabile e ineludibile. Egli sceglierà di lottare per ciò che caratterizza maggiormente la forza del genere umano, il sentimento in grado di smuovere eserciti e far crollare imperi. Il sentimento invocato e cantato sin dall'alba dei tempi. Devilman, il più umano degli umani.
Forse è davvero necessario diventare un ibrido tra due elementi per poter comprendere appieno la propria natura e quella altrui, e Nagai sembra suggerirci proprio questa idea.
Una nota sui disegni: se a volte le proporzioni dei corpi lasciano rabbrividire il lettore, il tutto viene compensato e ampiamente superato dalle maestose tavole d'insieme che caratterizzano perfettamente le scene più intense. Opera unica e miliare nel suo genere, un "must read" per chiunque.
Attenzione: presenza di spoiler.
Akira Fudo, timido e impacciato studente giapponese, vede la sua vita cambiare radicalmente ad opera del migliore amico Ryo Asuka, da cui viene a sapere il vero corso degli eventi storici relativi alla Terra. Moltissimo tempo fa, prima che sul Pianeta comparisse il genere umano, in cima alla catena alimentare figuravano i demoni, esseri spietati e terribili dediti a lotte indiscriminate e orribili violenze. Esatto, proprio quei demoni, vampiri e licantropi di cui il folklore mondiale parla da tempi immemori.
Durante il brusco cambio della temperatura terrestre dovuta al periodo delle glaciazioni i demoni sono rimasti ibernati in animazione sospesa ai due poli, permettendo al genere umano di farsi largo nella catena alimentare per giungere a presiedere il posto che un tempo era proprio appannaggio dei demoni.
Ma ciò che Ryo rivela a uno stupefatto Akira è qualcosa di molto peggio della descrizione dei tempi che furono: i demoni infatti si stanno risvegliando a un ritmo velocissimo.
L'unica speranza per il genere umano risiede proprio in Akira Fudo. O meglio, nella speranza che Akira riesca a fondersi volontariamente con un demone (quale sarà il prode combattente demoniaco Amon) in maniera tale da ottenere poteri e forma impareggiabile di diavolo, ma cuore e sentimenti umani.
È questa l'eredità di paura che Ryo dona al protagonista, non un demone né un essere umano, ma un ibrido senziente, un Devilman a cui è capitato in sorte il più arduo ed eroico compito: difendere la razza umana dalla orrorifica invasione demoniaca.
Alla violenza e alla sessualità sfrenata vanno, però, di pari passo numerosi momenti introspettivi di speculazione religiosa e filosofica da parte dei protagonisti Ryo e Akira, le due facce della stessa medaglia. E come loro, anche genere umano e demoniaco sono due facce dello stesso dado, così dissimili fisicamente eppure non poi così diversi. Del resto, come si evince da un passo particolarmente intenso, i demoni non si nutrono forse degli essere umani così come questi ultimi si nutrono degli animali?
I quesiti che pone Nagai sono quanto mai attuali e profondi: non sarà forse che solo chi detiene di volta in volta il potere (e dunque risulta in cima alla catena alimentare, per rimanere in tema) decide di volta in volta cosa è giusto e cosa è sbagliato?
I concetti di bene e male sono labili, mobili, esattamente come insegna la tradizione filosofica nietzscheana. E un ulteriore spunto di riflessione viene offerto dalla figura dell'uomo immerso nella folla cieca e invasata, che necessita unicamente di santi da venerare e mostri da distruggere (come già descritto da Baudrillard).
Akira non riesce a liberarsi da queste domande (ed è proprio il suo porsi continuamente quesiti sul senso delle proprie azioni che dimostra come l'uomo Akira Fudo sia riuscito finanche a soggiogare il demone Amon) e la scelta tra le due fazioni sarà quanto mai problematica. O forse no. Per il potente Devilman, l'anello di congiunzione tra umano e demoniaco, la scelta si fa strada quasi inevitabile e ineludibile. Egli sceglierà di lottare per ciò che caratterizza maggiormente la forza del genere umano, il sentimento in grado di smuovere eserciti e far crollare imperi. Il sentimento invocato e cantato sin dall'alba dei tempi. Devilman, il più umano degli umani.
Forse è davvero necessario diventare un ibrido tra due elementi per poter comprendere appieno la propria natura e quella altrui, e Nagai sembra suggerirci proprio questa idea.
Una nota sui disegni: se a volte le proporzioni dei corpi lasciano rabbrividire il lettore, il tutto viene compensato e ampiamente superato dalle maestose tavole d'insieme che caratterizzano perfettamente le scene più intense. Opera unica e miliare nel suo genere, un "must read" per chiunque.