Recensione
Abara
7.0/10
Abara è una miniserie di due volumetti del maestro Tsutomu Nihei, conosciuto da molti per l'altra sua opera, Blame! Vi è un protagonista principale di nome Denji Ito attorno a cui però non ruota l'intera vicenda, che invece vede alternarsi vari attori di cui non conosceremo quasi nulla se non informazioni sparse per tutto il manga e il loro destino. L'intera vicenda è fumosa e poco chiara, caratteristica conosciuta dell'autore, quindi se odiate leggere opere che spiegano poco o nulla state lontano dalla miniserie. Il Protagonista Denji è un Gauna nero, una sorta di mostro forse frutto di mutazioni genetiche o esperimenti su cui non avremo molte/troppe informazioni se non quelle essenziali. La trasformazione di Denji è abbastanza raccapricciante: dalle vertebre sulla schiena escono una serie di filamenti/fruste che a me ricordano le antenne degli scarafaggi, che si inspessiscono fino a diventare una sorta di armatura ossea abbastanza schifosa a vedersi. Denji è tale poiché faceva parte di un gruppo di individui che avrebbero il compito di combattere i Gauna Bianchi, creature misteriose molto simili a ciò che diventa Denji quando si trasforma. I Gauna Bianchi appaiono ogni tot anni ed hanno il solo scopo di divorare gli esseri viventi e distruggere il "mausoleo dell'eterno distacco", nome che diverrà "chiaro" solo alla fine dell'opera. Denji però è un fuggiasco, infatti scoperta la sua natura è fuggito dall'organizzazione che l'ha creato. Quando appare il primo gauna bianco però decide di combatterlo, grazie all'intermediazione di Tadohomi, una ragazza che conosce il suo passato essendo parte dell'organizzazione chiamata "residenza di optometria", che ci accompagnerà fino alla fine dell'opera. Un altro protagonista è l'investigatore Sakijima che invece subisce gli eventi senza poter quasi fare nulla se non rincorrerli e vedere i suoi uomini venir decimati uno ad uno.
La cosa che maggiormente colpisce l'opera sono i disegni e l'atmosfera cupa, sporca, fatale. Niente ambientazioni scolastiche, niente gonnelline ascellari, niente katane, niente maggiordomi che servono il tè a loli vestite come confetti e personaggi fotocopia con gli occhiali. Tsutomu Nihei ha uno stile tutto suo e per tale motivo è riuscito ad emergere ed imporsi. Certo alcuni visi femminili si assomigliano troppo e se non fosse per l'aggiunta di qualche cerotto, graffio e ferite non sarebbero così chiari. Purtroppo la cripticità di alcuni passaggi è abbastanza fastidiosa e il finale potrebbe avere un risvolto biblico, chissà! I combattimenti tra Gauna sono fumosi ed occupano buona parte dell'opera, e forse se vi fosse stato un terzo volume l'autore avrebbe potuto approfondire di più alcuni passaggi (chissà se invece non ne aveva nessuna intenzione). Abara è un'opera di fantascienza dark e cupa, criptica, per un pubblico adulto con uno stile grafico particolare che può piacere o meno, ma che certamente trova il suo posto tra le opere del maestro. Non è per tutti e nonostante, come hanno recensito altri, non abbia una grandissima profondità e può sembrare una serie di scontri e morti dietro l'altro, ha il pregio di soddisfare il palato di chi cerca qualcosa di differente. Sto basso con il voto poiché avrei preferito qualche dialogo in più e qualche scontro in meno. Ottima l'edizione italiana con sovra.copertina. Invece calo un velo pietoso per Digimortal, inserito al termine del secondo volumetto, forse un pilot, abbastanza inutile come storia e spunto poco originale.
La cosa che maggiormente colpisce l'opera sono i disegni e l'atmosfera cupa, sporca, fatale. Niente ambientazioni scolastiche, niente gonnelline ascellari, niente katane, niente maggiordomi che servono il tè a loli vestite come confetti e personaggi fotocopia con gli occhiali. Tsutomu Nihei ha uno stile tutto suo e per tale motivo è riuscito ad emergere ed imporsi. Certo alcuni visi femminili si assomigliano troppo e se non fosse per l'aggiunta di qualche cerotto, graffio e ferite non sarebbero così chiari. Purtroppo la cripticità di alcuni passaggi è abbastanza fastidiosa e il finale potrebbe avere un risvolto biblico, chissà! I combattimenti tra Gauna sono fumosi ed occupano buona parte dell'opera, e forse se vi fosse stato un terzo volume l'autore avrebbe potuto approfondire di più alcuni passaggi (chissà se invece non ne aveva nessuna intenzione). Abara è un'opera di fantascienza dark e cupa, criptica, per un pubblico adulto con uno stile grafico particolare che può piacere o meno, ma che certamente trova il suo posto tra le opere del maestro. Non è per tutti e nonostante, come hanno recensito altri, non abbia una grandissima profondità e può sembrare una serie di scontri e morti dietro l'altro, ha il pregio di soddisfare il palato di chi cerca qualcosa di differente. Sto basso con il voto poiché avrei preferito qualche dialogo in più e qualche scontro in meno. Ottima l'edizione italiana con sovra.copertina. Invece calo un velo pietoso per Digimortal, inserito al termine del secondo volumetto, forse un pilot, abbastanza inutile come storia e spunto poco originale.