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Fortified School è un manga del 1995, scritto da Takeshi Narumi e disegnato da Shinichi Hiromoto.

Ci troviamo da subito catapultati in una scuola-penitenziario, all'interno della quale vige la legge del più forte e la violenza la fa da padrona. Seguiamo le vicende di tre coloriti personaggi: Gentaro Matusda, un ragazzo dalla faccia tosta ma coraggioso e leale verso gli amici, Itsuki Takizawa, più moderato e cerebrale, e Mei Mato, un'individuo misterioso ed inquietante che viene addirittura trattenuto in catene come misura di sicurezza.
Le vicendesi principali si svolgono tutte all'interno della struttura scolastica, in un crescendo di colpi di scena che si dirigeranno velocemente verso mete a dir poco estreme dalla metà in poi, andando oltre il semplice rapporto tra studenti difficili e professori. In effetti Fortified School è uno di quei lavori che, secondo me, o si ama o si odia. Se è vero che col progredire della storia le premesse iniziali possono essere generalmente disattese, ciò però non vuol dire che il fumetto non abbia una propria linea di coerenza. Il lato più negativo, a mio avviso, è la sola presenza nel motore della trama di alcuni dettagli un poco forzati per giustificare le varie assurdità (non in senso dispregiativo) partorite dalla mente dell'autore.

È fuor di dubbio che la forza di questo manga è l'opera grafica, unica nel suo genere, che richiama atmosfere trash e punk e rievoca grandiosamente una faccia degli anni '90, con i suoi graffiti da ghetto e i bulli impellettati figli dei guerrieri della strada. Osservando i personaggi di Fortified School, con i loro ciuffi ribelli e ondulati verso l'alto, le facce e gli occhi allungati, mi sono tornati in mente vecchi ricordi, simboli e mascotte di quel tempo, come per esempio Fido Dido, il duo Flik Flak degli orologi svizzeri, i Rugrats, e tante altre cose della mia infanzia che da tempo avevo lasciato nel dimenticatoio. E' stato un bel tuffo nel passato. Sul finale oserei dire che c'è anche qualcosa nella scelta grafica che ricorda i vari Final Fantasy, ma non posso dire di più per non spoilerare.
L'aspetto più geniale sono i dettagli ironici o sarcastici che tappezzano qua e là le tavole: slogan grafici allusivi di carattere sessuale oppure riferimenti simbolici che contrastano con le parole e l'essenza dei personaggi, irridendoli sottilmente.

Se è vero che alcuni possono storcere il naso davanti alle assurdità nell'evoluzione della trama, mi preme di dire che le scelte azzardate sono accompagnate da alcuni clichè della letteratura, alcuni addirittura romantici, che sono piccoli respiri all'interno di una storia fatta per essere folle, violenta, grottesca ma, per questo, godibile. Così è, quando non c'è più alcuna regola che ci si aspetti venga seguita.