Recensione
Sakura Mail
8.0/10
Recensione di Bradipo Lento
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[quote]A me Sakura Mail piace perché mi trasmette emozioni: dalla rabbia alla tenerezza, dall'eccitazione alla dolcezza, dalla compassione allo stupore. Mi piace perché trovo U-Jin un artista completo, capace di disegnare benissimo, ma anche di raccontare. Troppo per un fumetto erotico? Troppo solo per chi non capisce che, al di là di vendite e target, i manga sono forme espressive complete, capaci di coinvolgerci profondamente. Forme di svago, ma non solo intrattenimento.[/quote]
Queste parole non sono mie ma di Paolo Gattone, il direttore editoriale della GOEN, e le ho volute riportare all'inizio della recensione perché trovo che rispecchino alla perfezione il mio punto di vista e le sensazioni che ho provato leggendo Sakura Mail. Avevo già visto l'anime - tratto dai primi 15 capitoli - e mi aveva lasciato un forte senso di incompiuto, così mi è venuta la voglia di procurarmi il manga. Sapevo che avrei avuto a che fare con situazioni piccanti: l'anime concede ampi spazi ai momenti erotici, U-Jin è famoso per le scene di passione intriganti inserite nelle sue opere e gli avvisi riportati sulle copertine dei volumi ("Commedia sexy" e "Consigliato a un pubblico adulto") fanno capire subito che si tratta di un lavoro che difficilmente troveremo in un collegio gestito dalle Orsoline.
Il manga, infatti, è immediatamente classificabile come un hentai e le immagini rappresentate - sia che si tratti di sguardi alle forme che le ragazze mettono generosamente in mostra o di rapporti sessuali nei quali sono coinvolti i personaggi - lasciano poco spazio all'immaginazione per la fedeltà con la quale sono disegnate. Quello che è (quasi del tutto) assente è la perversione: cosa c'è di male nel rappresentare una coppia di ragazzi che, consenzienti, si abbandonano alle gioie del sesso? U-Jin è un maestro nel riportare le emozioni provate dai personaggi con il tratto dei suoi disegni, per me è memorabile una vignetta in cui viene rappresentata Komi durante la sua prima esperienza sessuale: l'espressione del suo volto e l'effetto causato dai lunghi capelli sciolti un po' arruffati rendono perfettamente la passione provata dalla ragazza in quel momento. Qualcuno potrebbe dire "Urara e Toma sono cugini, non è perversa una relazione tra loro due?"; l'affermazione è corretta se rapportata alla nostra cultura ma in Giappone le cose sono diverse. Nel paese del Sol Levante sono ammessi i matrimoni tra cugini di primo grado come Urara e Toma; la loro relazione - vista con la mentalità nipponica - è perfettamente lecita e non ha niente di depravato. U-Jin si conferma molto abile nel trasmettere le emozioni dei personaggi quando ci narra le prime esperienze sessuali dei due ragazzi: con le sue tavole rende perfettamente la tenerezza e la dolcezza che precedono i momenti di passione tra i due innamorati.
I primi capitoli del manga sono stati una sorta di ripasso di quello che già conoscevo, con la piacevole sorpresa di vedere che alcune situazioni vengono rese in maniera più completa o intrigante rispetto a quanto mostrato nell'anime. Proseguendo con la lettura ci si accorge che iniziano a dipanarsi le varie situazioni - amorose e scolastiche - che vivono i personaggi ed è difficile non esserne coinvolti: ognuno di noi si è trovato a combattere contro un percorso di studi troppo complicato o invischiato in un amore impossibile che lo faceva soffrire e viene quasi spontaneo fare il tifo per Toma o Urara.
Gli eventi narrati - almeno nei primi volumi - appaiono plausibili e si ha veramente l'impressione di trovarsi a che fare con ragazzi che si scontrano con le difficoltà della vita e con la delusione che si prova scoprendo che spesso "quello che vorremmo" è ben diverso da "quello che possiamo avere". In seguito la storia si arricchisce di numerosissimi eventi che, come nei "Promessi sposi" di Manzoni, sottopongono i due innamorati a dure prove che mettono in seria discussione il loro rapporto. Alcuni di questi sono comunissimi e potrebbero veramente capitare a ognuno di noi; altri sono alquanto improbabili e danno un tono melodrammatico al manga. Il risultato complessivo, comunque, rimane avvincente e una volta terminato un volume si ha voglia di iniziare immediatamente a leggere il successivo per scoprire come si evolve la storia.
La rappresentazione grafica è eccellente: oltre alle scene erotiche - sulle quali mi sono già dilungato abbastanza - sono da rimarcare l'abilità dell'autore nel rendere la bellezza dei personaggi femminili senza essere volgare e la cura maniacale nel rappresentare l'ambiente in cui si svolgono le azioni: sia che ci si trovi in città che all'interno di un parco si ha l'impressione di trovarsi all'interno della scena. Anche le emozioni dei personaggi (stupore, gioia, paura o terrore) sono rese alla perfezione; comico l'effetto che si crea quando Toma o altri personaggi per lo stupore sono disegnati con gli occhi fuori dalle orbite (soprattutto se questo accade a una ragazza che porta gli occhiali, che U-Jin disegna con gli occhi fuori dalla montatura come se non ci fossero le lenti). Carine anche le rappresentazioni chibi dei personaggi - soprattutto Urara - inserite per stemperare la tensione di alcune situazioni.
Molto buona la caratterizzazione dei personaggi: lungo i venti volumi si possono apprezzare i tratti distintivi dei singoli protagonisti e l'evoluzione delle loro personalità dovute alla maturazione e alle difficoltà affrontano. Toma è il ragazzo un po' imbranato e sognatore, che sembra darsi degli obbiettivi quasi impossibili da raggiungere ma che lotta duramente per tentare di conquistarli; spesso agisce d'impulso e commette errori anche gravi soprattutto con Urara, però riesce sempre a trovare il modo di farsi perdonare e di apprendere (anche se lentamente) dai propri sbagli. Urara è una ragazza un po' ingenua, che riesce a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e ad affrontare con spirito positivo le dure prove che le si parano davanti; follemente innamorata di Toma, è sempre disposta a perdonarlo anche quando il ragazzo sembra mettercela tutta per allontanarsi da lei. Komi ha la parte della ragazza cinica e arrivista: perfetta nel ruolo, riesce a mettere in mostra i sui lati positivi quando si impegna al massimo per proteggere l'amica del cuore Urara anche se non approva le sue scelte.
Dopo aver indicato i lati positivi delll'opera passiamo ai punti deboli: U-Jin, in alcuni passaggi, sembra farsi prendere la mano aggiungendo delle situazioni - eccessivamente drammatiche - inserite solo per "allungare il brodo". I manga ci hanno abituato ad amori che, prima di realizzarsi, compiono dei giri tortuosi; Maison Ikkoku e Video Girl Ai sono due buoni esempi di quanto lungo e accidentato possa essere il cammino che porta al finale che si intuisce dalle prime vignette del manga o dalle prime scene dell'anime. Alcuni degli eventi narrati in Sakura Mail hanno una drammaticità eccessiva, paiono estremamente improbabili e fanno pensare che l'autore voglia accanirsi eccessivamente contro Toma e Urara. Il finale dell'opera, invece, è un po' troppo precipitoso: dopo un salto temporale di quattro anni la storia giunge all'epilogo nel giro di due capitoli, lasciando il lettore un po' disorientato.
Altra grave pecca è quella di aver ceduto alla tentazione di allungare la storia affidandosi a scene di sesso fini a se stesse. Quasi sempre le situazioni erotiche trasmettono le emozioni degli amanti e si potrebbero definire come funzionali agli eventi narrati: per me non c'è niente di strano se Urara, dopo essere fuggita insieme a Toma per mettersi al riparo da una situazione pericolosa, abbia voglia di concedersi al suo amato una volta al sicuro. In un paio di occasioni, purtroppo, si ha l'impressione che U-Jin abbia inserito delle lunghe scene di sesso soltanto per completare il volume: emblematico in questo caso l'ultimo capitolo del volume 13 - che almeno è indicato come EXTRA senza seguire la numerazione, come se fosse stato aggiunto all'ultimo momento - dove Urara, Toma e Akimoto sono i protagonisti di una situazione più indicata ai giornaletti che, negli anni '80, i barbieri mettevano a disposizione dei loro clienti per ingannare l'attesa. Una brutta caduta di stile, fortunatamente breve come un temporale estivo, in un lavoro che fino a quel punto si era dimostrato di buon livello e che recupererà negli ultimi volumi.
Personalmente consiglierei Sakura Mail a varie categorie di appassionati di manga: chi ama le storie sentimentali si ritroverà coinvolto nelle avventure che, giorno dopo giorno, vivono Toma e Urara sullo sfondo del tormentato rapporto che li lega. Il manga, però, è indicato anche a tutti quelli che pensano che gli hentai non abbiano alcun tipo di trama e si limitino a convegni carnali dove abbonda la perversione; tolti un paio di volumi - che sembrano dare forza a questa idea - ci si renderà conto che le scene di sesso rappresentate trasmettono emozioni più che lussuria smodata, rendendo ancora più intenso il racconto della storia d'amore tra i due protagonisti.
Queste parole non sono mie ma di Paolo Gattone, il direttore editoriale della GOEN, e le ho volute riportare all'inizio della recensione perché trovo che rispecchino alla perfezione il mio punto di vista e le sensazioni che ho provato leggendo Sakura Mail. Avevo già visto l'anime - tratto dai primi 15 capitoli - e mi aveva lasciato un forte senso di incompiuto, così mi è venuta la voglia di procurarmi il manga. Sapevo che avrei avuto a che fare con situazioni piccanti: l'anime concede ampi spazi ai momenti erotici, U-Jin è famoso per le scene di passione intriganti inserite nelle sue opere e gli avvisi riportati sulle copertine dei volumi ("Commedia sexy" e "Consigliato a un pubblico adulto") fanno capire subito che si tratta di un lavoro che difficilmente troveremo in un collegio gestito dalle Orsoline.
Il manga, infatti, è immediatamente classificabile come un hentai e le immagini rappresentate - sia che si tratti di sguardi alle forme che le ragazze mettono generosamente in mostra o di rapporti sessuali nei quali sono coinvolti i personaggi - lasciano poco spazio all'immaginazione per la fedeltà con la quale sono disegnate. Quello che è (quasi del tutto) assente è la perversione: cosa c'è di male nel rappresentare una coppia di ragazzi che, consenzienti, si abbandonano alle gioie del sesso? U-Jin è un maestro nel riportare le emozioni provate dai personaggi con il tratto dei suoi disegni, per me è memorabile una vignetta in cui viene rappresentata Komi durante la sua prima esperienza sessuale: l'espressione del suo volto e l'effetto causato dai lunghi capelli sciolti un po' arruffati rendono perfettamente la passione provata dalla ragazza in quel momento. Qualcuno potrebbe dire "Urara e Toma sono cugini, non è perversa una relazione tra loro due?"; l'affermazione è corretta se rapportata alla nostra cultura ma in Giappone le cose sono diverse. Nel paese del Sol Levante sono ammessi i matrimoni tra cugini di primo grado come Urara e Toma; la loro relazione - vista con la mentalità nipponica - è perfettamente lecita e non ha niente di depravato. U-Jin si conferma molto abile nel trasmettere le emozioni dei personaggi quando ci narra le prime esperienze sessuali dei due ragazzi: con le sue tavole rende perfettamente la tenerezza e la dolcezza che precedono i momenti di passione tra i due innamorati.
I primi capitoli del manga sono stati una sorta di ripasso di quello che già conoscevo, con la piacevole sorpresa di vedere che alcune situazioni vengono rese in maniera più completa o intrigante rispetto a quanto mostrato nell'anime. Proseguendo con la lettura ci si accorge che iniziano a dipanarsi le varie situazioni - amorose e scolastiche - che vivono i personaggi ed è difficile non esserne coinvolti: ognuno di noi si è trovato a combattere contro un percorso di studi troppo complicato o invischiato in un amore impossibile che lo faceva soffrire e viene quasi spontaneo fare il tifo per Toma o Urara.
Gli eventi narrati - almeno nei primi volumi - appaiono plausibili e si ha veramente l'impressione di trovarsi a che fare con ragazzi che si scontrano con le difficoltà della vita e con la delusione che si prova scoprendo che spesso "quello che vorremmo" è ben diverso da "quello che possiamo avere". In seguito la storia si arricchisce di numerosissimi eventi che, come nei "Promessi sposi" di Manzoni, sottopongono i due innamorati a dure prove che mettono in seria discussione il loro rapporto. Alcuni di questi sono comunissimi e potrebbero veramente capitare a ognuno di noi; altri sono alquanto improbabili e danno un tono melodrammatico al manga. Il risultato complessivo, comunque, rimane avvincente e una volta terminato un volume si ha voglia di iniziare immediatamente a leggere il successivo per scoprire come si evolve la storia.
La rappresentazione grafica è eccellente: oltre alle scene erotiche - sulle quali mi sono già dilungato abbastanza - sono da rimarcare l'abilità dell'autore nel rendere la bellezza dei personaggi femminili senza essere volgare e la cura maniacale nel rappresentare l'ambiente in cui si svolgono le azioni: sia che ci si trovi in città che all'interno di un parco si ha l'impressione di trovarsi all'interno della scena. Anche le emozioni dei personaggi (stupore, gioia, paura o terrore) sono rese alla perfezione; comico l'effetto che si crea quando Toma o altri personaggi per lo stupore sono disegnati con gli occhi fuori dalle orbite (soprattutto se questo accade a una ragazza che porta gli occhiali, che U-Jin disegna con gli occhi fuori dalla montatura come se non ci fossero le lenti). Carine anche le rappresentazioni chibi dei personaggi - soprattutto Urara - inserite per stemperare la tensione di alcune situazioni.
Molto buona la caratterizzazione dei personaggi: lungo i venti volumi si possono apprezzare i tratti distintivi dei singoli protagonisti e l'evoluzione delle loro personalità dovute alla maturazione e alle difficoltà affrontano. Toma è il ragazzo un po' imbranato e sognatore, che sembra darsi degli obbiettivi quasi impossibili da raggiungere ma che lotta duramente per tentare di conquistarli; spesso agisce d'impulso e commette errori anche gravi soprattutto con Urara, però riesce sempre a trovare il modo di farsi perdonare e di apprendere (anche se lentamente) dai propri sbagli. Urara è una ragazza un po' ingenua, che riesce a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e ad affrontare con spirito positivo le dure prove che le si parano davanti; follemente innamorata di Toma, è sempre disposta a perdonarlo anche quando il ragazzo sembra mettercela tutta per allontanarsi da lei. Komi ha la parte della ragazza cinica e arrivista: perfetta nel ruolo, riesce a mettere in mostra i sui lati positivi quando si impegna al massimo per proteggere l'amica del cuore Urara anche se non approva le sue scelte.
Dopo aver indicato i lati positivi delll'opera passiamo ai punti deboli: U-Jin, in alcuni passaggi, sembra farsi prendere la mano aggiungendo delle situazioni - eccessivamente drammatiche - inserite solo per "allungare il brodo". I manga ci hanno abituato ad amori che, prima di realizzarsi, compiono dei giri tortuosi; Maison Ikkoku e Video Girl Ai sono due buoni esempi di quanto lungo e accidentato possa essere il cammino che porta al finale che si intuisce dalle prime vignette del manga o dalle prime scene dell'anime. Alcuni degli eventi narrati in Sakura Mail hanno una drammaticità eccessiva, paiono estremamente improbabili e fanno pensare che l'autore voglia accanirsi eccessivamente contro Toma e Urara. Il finale dell'opera, invece, è un po' troppo precipitoso: dopo un salto temporale di quattro anni la storia giunge all'epilogo nel giro di due capitoli, lasciando il lettore un po' disorientato.
Altra grave pecca è quella di aver ceduto alla tentazione di allungare la storia affidandosi a scene di sesso fini a se stesse. Quasi sempre le situazioni erotiche trasmettono le emozioni degli amanti e si potrebbero definire come funzionali agli eventi narrati: per me non c'è niente di strano se Urara, dopo essere fuggita insieme a Toma per mettersi al riparo da una situazione pericolosa, abbia voglia di concedersi al suo amato una volta al sicuro. In un paio di occasioni, purtroppo, si ha l'impressione che U-Jin abbia inserito delle lunghe scene di sesso soltanto per completare il volume: emblematico in questo caso l'ultimo capitolo del volume 13 - che almeno è indicato come EXTRA senza seguire la numerazione, come se fosse stato aggiunto all'ultimo momento - dove Urara, Toma e Akimoto sono i protagonisti di una situazione più indicata ai giornaletti che, negli anni '80, i barbieri mettevano a disposizione dei loro clienti per ingannare l'attesa. Una brutta caduta di stile, fortunatamente breve come un temporale estivo, in un lavoro che fino a quel punto si era dimostrato di buon livello e che recupererà negli ultimi volumi.
Personalmente consiglierei Sakura Mail a varie categorie di appassionati di manga: chi ama le storie sentimentali si ritroverà coinvolto nelle avventure che, giorno dopo giorno, vivono Toma e Urara sullo sfondo del tormentato rapporto che li lega. Il manga, però, è indicato anche a tutti quelli che pensano che gli hentai non abbiano alcun tipo di trama e si limitino a convegni carnali dove abbonda la perversione; tolti un paio di volumi - che sembrano dare forza a questa idea - ci si renderà conto che le scene di sesso rappresentate trasmettono emozioni più che lussuria smodata, rendendo ancora più intenso il racconto della storia d'amore tra i due protagonisti.