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Il titolo di questo manga non può non farci tornare in mente il ben più noto eroe della razza Sayan. Tuttavia, per chi non lo sapesse, il personaggio di Goku è in realtà una creatura del mondo letterario cinese, poi presa a prestito da altri paesi come il Giappone. In questo caso la trama della leggenda relativa al mitico re delle scimmie è stata declinata secondo un paradigma futuristico, nell'ambiente di una grande megalopoli con edifici dalle ardite strutture e nella quale la componente tecnologica gioca un ruolo fondamentale. Frutto dell'ingegneria cibernetica sono poi alcuni dei criminali, dotati quindi di incredibili capacità, contro i quali combatte il detective Goku Furinji che per alcune caratteristiche da lui stesso raccontate (non riesce a stare lontano dalle donne, beve durante il lavoro, non gli interessa la giustizia ma solo la sua sete di verità) appare quasi come il tipico anti-eroe di un romanzo noir. Le sue armi sono un occhio robotico in grado di penetrare qualsiasi sistema informatico e, manco a dirlo, un bastone allungabile, oggetti che però gli vengono attribuiti da un personaggio non meglio identificato che funge da decisivo "deus ex machina". Non sapremo mai chi è perché il fumetto si conclude in maniera brusca al sesto volumetto, dopo la terza delle brevi avventure che coinvolge il detective.
Per quanto riguarda il disegno, la colorazione approssimativa rovina quello che poteva essere un buon manga in bianco e nero. Un esempio valga su tutti. Quando guardiamo gli occhi dei personaggi abbiamo quasi sempre a combattere con lo spiacevole inconveniente del rosa dell'incarnato che sconfina nelle orbite oculari rendendo il volto una tinta quasi unita. Alle volte, poi, si perde addirittura il tono della pupilla di modo che i nostri personaggi sembrano dei posseduti con lo sguardo assente. In generale, comunque, il tratto mi ha ricordato molto i classici fumetti di supereroi un po' datati, soprattutto nella resa plastica dei movimenti e delle posture nei combattimenti, con i contendenti quasi immortalati in pose idealizzate secondo un gusto che sembra quello della statuaria antica.
A parte le imprecisioni nella tecnica colorativa e le mancanze per troppa brevità nella trama, questo manga risulta essere abbastanza godibile, soprattutto per alcune trovate un tantino trash e davvero divertenti.