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Questo manga a primo impatto non ci stupirà sicuramente per i disegni, che a ben vedere non sono proprio il punto forte dell'autore, fosse per quello abbandoneremo da subito la lettura, perchè numerose volte ci sembrano incompleti e i retini usati per creare i chiaroscuri a guardarli bene ci fanno storcere il naso. Ma a discapito di questo ci troviamo di fronte a un manga decisamente atipico e una storia tutt'altro che banale. L'incipit di questo manga è fatto benissimo, nel senso che l'autore riesce a trasmettere la giusta simbologia all'opera e portare avanti gli argomenti dosandoli sapientemente. Ci presenta la storia con un immagine del presente dei due protagonisti e ci rimanda a un flash back dove vengono ripercorsi gli antefatti della storia. La storia narra le vicende in prima persona del protagonista, Ishida Shouya. Un ragazzo abbastanza spensierato e vivace che trascorre il suo tempo alla ricerca del modo migliore per abbattere la noia, circondandosi appunto di persone che fanno a gara con lui nell'affrontare delle prove di coraggio. Ogni giorno Ischida rientra a casa malconcio a causa delle sue bravate e una mamma forse troppo permissiva, acconsente anche se non del tutto al suo dinamismo e alle manie eccentriche. Infatti Ishida è quel genere di persona che pretende che tutte le attenzioni gravitino e girino attorno lui. Una situazione abbastanza tipica dei bambini nel sentirsi il capo della comitiva di bulli. Questa dimensione bambinesca però denota tutti i limiti e le screpolature, di fronte agli eccessi del protagonista anche gli amici vorrebbero in qualche modo intraprendere un percorso più maturo e lasciare perdere le bravate per dedicarsi allo studio. Infatti varie volte ribadiscono che sono ormai troppo grandi per continuare in questo modo, l'unico a non accorgersene è il protagonista stesso.
Contemporaneamente, nella scuola che frequenta Ishida, si trasferisce una nuova ragazza, l'iniziale sorpresa della classe però viene bruscamente portata alla realtà dai problemi della nuova alunna. Shouko Nishimiya infatti ha un problema abbastanza grave, è sorda e non riesce a comunicare con gli altri se non attraverso un quaderno che porta sempre con se.
Da subito il suo sorriso e il modo in cui guarda le persone attorno a lei mi hanno ricordato il sorriso di Hana in Wolf Children, ha quasi lo stesso modo di dimostrare coraggio e forza di fronte alle difficoltà, mostrando appunto un sorriso incrollabile capace di non piegarsi di fronte a nulla. Leggendo e scorrendo le varie vignette quel sorriso vi rimarrà dentro e non se ne andrà più via e vi accompagnerà per tutta la lettura. I probelmi della ragazza a poco a poco infatti tendono ad accentrare le attenzioni su di lei e molto spesso la classe deve cambiare i propri programmi per venire incontro all'handicap della ragazza. Ishida tollera mal volentieri questa situazione, da buon egocentrico non vuole e non ha intenzione di dedicarle il suo tempo o di comportarsi diversamente con lei, e appunto per questo la trasforma nell'oggetto delle sue spacconate. non si rende conto che il mondo attorno a lui sta cambiando drasticamente; così per accentrtare su di se tutte le attenzioni inizia a bulleggiare Nishimiya dipingendola come un mostro agli occhi degli altri, i suoi compagni di scuola spalleggiano inizialmente tutte le sue bravate ridendo anche palesemente a tutte le sue sbruffonate spesso assecondandolo nelle sue imprese. La situazione però raggiunge l'apice quando Ishida mette le mani addosso alla ragazza costringendola a ritirarsi da scuola; gli insegnanti mettono un freno alla situazione accorgendosi che la ragazza ha subito anche notevoli danni a causa della distruzione degli apparecchietti acustici che usa per ridurre il suo handicap. A quel punto la situazione degenera e quell'aria da eroe che il ragazzo si era dipinto negli anni, quell'alone di invicibilità di chi si batte contro la noia, crolla inesorabilmente. Ora è lui il mostro agli occhi di tutti e la madre di Ishida è costretta a ripagare il danno che il figlio ha fatto alla ragazza negli ultimi mesi.
Avevo parlato di corrispondenze simboliche in questo incipit, notate la corrispondenza quasi identica dei nomi, Shouko e Shouya, come ci fanno notare: la madre chiama Ishida "Shou chan", allo stesso modo quando la ragazza si presenta con il suo quadernino chiede di essere chiamata nello stesso identico modo. È un espediente che mi è piaciuto parecchio. L'altra corrispondenza da bravissimo narratore è quella di aver messo a confronto un Handicap sociale con un Handicap reale. La ragazza da prima rallenta la classe e la limita e diventa "il mostro", probabilmente tutti in quell'istante la vedono nello stesso modo. In fondo ognuno nel proprio bagaglio dell'infanzia deve far carico del proprio egoismo personale che non fa sconti a nessuno, ma l'handicap reale della ragazza in qualche modo infrange quello sociale portandosi appresso un carico di maturità e consapevolezza in chi affronta e vede quella situazione dall'esterno, che fa tramontare quasi immediatamente quella che è appunto il limite dell'infanzia stessa. assumendosi le responsabilità di dover entrare in un età maggiore (l'adolescenza appunto) rinunciando al rancore e a quell'egoismo sbagliato che avevano caratterizzato la loro vita precedente. Questa nuova visione della realtà trasformano il bullo Ishida Shouya nel nuovo mostro. Un mostro che anche durante le vicende scolastiche narrate era già palese agli occhi di tutti, era la stessa ragazza infatti che ogni giorno, quasi sentisse su di se quel carico di colpa e della condanna, a cancellare le scritte che i compagni lasciavano nel banco del ragazzo accusandolo e offendendolo per il suo comportamento. Come se volesse appunto cancellarne tutta la ferocia, quel peso insostenibile che lei porta da tutta una vita. Così come se avessero spalancato un sipario e proiettato un unica luce sul nostro protagonista, l'infanzia del nostro Ishida finisce con i "Buuu!!!" della folla che costringono il ragazzo all'ostracismo sociale. Senza più un vero amico a cui affidarsi e mettendo in dubbio tutte le sue fondamenta sull'amicizia o meglio sulla amicizia apparente in cui aveva vissuto fino a quel momento. Abbandonato da tutti, cresce cercando di riscattare se stesso, lavorando per ripagare il debito con la madre che era stata costretta a saldare il danno causato dal figlio. Ishida si trascina il fardello della sua colpa sentendosi un mostro agli occhi dell'intera società. Pianifica per giunta il suo suicidio, o per lo meno ci pensa, il giorno stesso che riesce a fatica a restituire alla madre il milione e settecento yen del danno provocato, (molto forte l'immagine di quando la mamma viene a sapere del suicidio e brucia i soldi e costringe il figlio a chiedere perdono, e si fa promettere che non lo farà mai più, e a voler rimarcare che il denaro non ha nessun valore ai suoi occhi lascia che il denaro bruci fino all'ultimo centesimo e restituisce così valore alla nuova vita del figlio, dandole semplicemente tutta l'importanza che stava per perdere con il suo eventuale gesto) avviene una sorta di miracolo narrativo, infatti incontra la stessa ragazza che ha innescato tutti i suoi problemi e con la sua sola presenza lo salva. Ma a mio avviso la salvezza era già in atto, infatti Shouko Nishimiya in passato aveva soltanto manifestato il problema che Ishida stava già affrontando, la presenza della ragazza in passato ha solo spinto il ragazzo ad affrontare il cambiamento. Questo cambiamenteo prende coscienza di se quando appunto i due si ritrovano a distanza di anni nella scuola dove il martedì lui va ad apprendere il linguaggio dei segni. È stupendo come ci viene presentata la scena, tutta l'incomunicabilità che c'era anni prima scompare di fronte a quel nuovo mondo, adesso loro due sono due persone che possono comunicare fra loro. Si apre così una nuova e isperata porta che cambierà per sempre il destino del nostro protagonista. I due riescono a fare pace e fare amicizia con tutto il carico di vergogna, senso di colpa, smarrimento e paura.
Tutto sembra reiniziare per il meglio anche se alcuni vecchi rancori da parte sopratutto della madre Shouko non si sono del tutto sopiti. Il ragazzo infatti per riabilitarsi agli occhi della ragazza le riporta il quaderno che lei usava per comunicare con la classe delle elementari. (un altro espediente narrativo stupendo) la madre vedendo quel quaderno nuovamente nelle mani della figlia lo getta nello stagno sottostante il ponte dove i due si sono incontrati. E lei a quel punto attribuisce un simbolo a quel quaderno molto più profondo di quello che aveva originariamente, come se le avessero restituito finalmente la parola e potesse nuovamente parlare. Lo insegue nello stagno scavalcando la ringhiera. Ed entrambi si gettano nell'acqua per recuperarlo.
Fino a questo punto questo incipit è geniale: non avevo mai visto un inizio così fatto bene con un architettura narrativa così ben costruita. Ma come sempre certi autori devono fare i conti con gli editori (anche perchè altrimenti non riuscirei a spiegarmi quel che da ora in poi sucederà nella vicenda) fino ad ora abbiamo tutti gli elementi per una storia ricca con tanti elementi che se combinati a dovere possono realizzare un piccolo capolavoro, ma come ho detto in precedenza è una serializzazione e come tale ha delle esigenze di continuità e quindi deve neccessariamente allungare il brodo, purtroppo in modo drastico e inopportuno. Vengono introdotte delle brutte forzature nel cercare di aggiungere nuovi personaggi di cui la storia non ha bisogno. La sorellina di Nishimiya scambiata per un ragazzo (mi pare un pò esagerata e porta il manga in un senso "di già visto" di cui tutta questa vicenda ancora non si era macchiata) l'alone di colpa del protagonista si allunga diventando un ombra troppo pesante sulle decisioni future, manifestando un senso di oppressione pure in chi legge. ritroviamo nuove forzature nella presenza di un nuovo amico cicciotello compagno di scuola del liceo con la passione del cinema, e la ricerca esasperata di quelli che erano i compagni di classe delle elementari per accontentare le richieste di Shouko Nishimiya di reincontrarli; infatti il nuvo intento del protagonista è un tentativo di restituire tutto quello che il suo se stesso precedente aveva portato via alla ragazza con il suo comportamento. Un altro espediente che si potrebbe funzionare, e di fatti come obbiettivo mi piace, ma non nella situazione attuale come c'è la stanno presentando, la ricerca dei protagonisti o compagni di classe è forzata all'inverosimile ed appare grottesca e troppo fretolosa. Non si riescie a digerire la situazione del ritrovamento di Sahara (una ragazza che alle elementari aveva delle buone intenzioni con Shouko per instaurare con lei una sana amicizia) che ci presentano subito un altra compagna di classe innamorata del protagonista con un ego e un indole rimasta identica a quella di tanti anni fa, Insomma la storia inizia a prendere colpi perdendo tutto lo slancio iniziale. Non so se essere contento o meno del modo in cui stanno curando il climax, certo è che sono curioso di vedere come si evolverà quella che tutti si aspettano: la situazione sentimentale tra Shouko e Shouya. Sperando che l'autore risollevi il tono narrativo riportandolo come nell'inizio di questo manga.