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9.0/10
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Ormai posso dire di conoscere il maestro Kakizaki, amo le sue opere. Sia quelle che produce da solo, sia quelle in cui fa solo il disegnatore... è un regista, un poeta, un romanziere, tutto questo accanto al mestiere del mangaka.
Hideout secondo me è una delle sue opere più riuscite, anche per il fatto che le sue creazioni siano basate sulle sue passioni è già un segno di un grande prodotto (come per esempio Green Blood, scritto per la sua passione sui film Western).

La trama è semplice ma geniale: è la storia di uno scrittore, giovane, che per una serie di sfortunati eventi impazzisce completamente (questo succede spesso nelle storie con il personaggio principale che fa lo scrittore di mestiere, ma questa vicenda è comunque differente). Egli è sempre consapevole di essere fuori di testa, ma le sue azioni sono tutte compiute al fine di "ricominciare una nuova vita" e quindi diventano anche lecite e giuste secondo il protagonista, e se ci lasciamo prendere dalla storia magari anche secondo noi...

La pazzia di Seiichi è vista completamente dal suo punto di vista, facendoci vedere immagini e pensieri direttamente dai suoi occhi. Questi ultimi svolgono una parte importantissima nel manga, i quali vedremo essere il vero e proprio simbolo della pazzia! Occhi intrisi di una cattiveria e di una violenza che sembra quasi poterla leggere nelle singole venature degli occhi rosso sangue, che fanno da copertina al manga stesso e vengono più e più volte riproposte all'interno della storia... Tutto questo è permesso solamente dalle tavole di Kakizaki.

Consiglierei questo manga solo per i suoi disegni così espressivi (cosa che ormai si vede in tutti i manga del maestro), ma anche per la caratterizzazione psicologica: la pazzia di un uomo che potrebbe essere chiunque e che finisce anche egli per essere complice e portatore sano di questa pazzia che aumenta ogni giorno sempre di più, fino ad arrivare ad un pieno controllo di essa sulla sua mente.

Questo manga è da 9 e non da 10 soltanto perché nel personaggio della moglie ho rivisto troppo il solito cliché della moglie che fa shopping e che finisce per tradire il marito troppo impegnato nel lavoro (cosa che in Kakizaki può essere vista anche come una citazione a qualche film al quale potrebbe essersi ispirato)... e forse mi è un po' dispiaciuto il fatto che sia "corto" come manga, perché contiene una storia e un significato così forte che porta il lettore a farsi delle Grandi domande sulla vita... senza però chiaramente darcene le risposte.

P.S.
Ho scelto di non andare troppo nel particolare, sia per la storia che per i personaggi, perché opere come questa secondo me vanno lette pagina per pagina, senza saper cosa doversi aspettare da un personaggio che crediamo conoscere.