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Pochi avrebbero immaginato che questa mini serie potesse essere solo l'inizio di una delle serie shounen più famose, longeve e migliori al mondo; Phantom Blood rappresenta il punto cardine della futura e longeva saga di JoJo, dove tutto ebbe inizio e le conseguenze di tali eventi si percuoteranno anche nelle serie successive, o meglio fino alla sesta serie.
La trama, conosciuta ormai da tutti e ben descritta nella prefazione del sito, è molto semplice,lineare che riprende tutti gli elementi del genere shounen/avventura degli anni 80, emulando classici del tempo come Hokuto no Ken: l'eroe buono che affronta molte difficili prove prima di poter sconfiggere il suo rivale/nemico e salvare il mondo; la presenza di un mentore e di compagni pronti ad aiutarlo; il sacrificio di una persona cara al protagonista. Ciò nonostante la lettura è piacevole, di buon intrattenimento grazie alla presenza di buone scene drammatiche cariche di pathos e combattimenti dinamici dove si coniugano forza, intelligenza, astuzia e buon spirito di osservazione; Araki fornirà sempre esaustive spiegazioni logiche sull'uso ed sugli effetti di determinati poteri, con la consapevolezza che rimaniamo sempre in un contesto fantastico.
Ma il vero punto di forza di Phantom Blood sono i personaggi principali, e fin da subito Araki mostra la sua abilità nel creare personaggi con personalità ben definite e relazioni assai complesse tra di esse: il protagonista Jonathan Joestar è l'incarnazione dell'uomo buono, onorevole e gentile, che è diventato così dopo aver vissuto e superato momenti tristi e dolorosi della sua vita forgiandone il carattere, regalandoci un personaggio con cui immedesimarsi e meno statico di quanto non appaia. La sua controparte è un altro personaggio di grande spessore, uno degli antagonisti più carismatici, iconici e famosi nella storia dei manga: Dio Brando.
Ambizioso, manipolatore, carismatico e di una bellezza classica, Dio è sia l'incarnazione del male oscuro e affascinante che un uomo che ha sofferto molto e con una gran voglia di riscatto, rendendolo un personaggio affascinante e complesso allo stesso tempo. La relazione tra i due personaggi comincia fin da quando erano bambini ed è decisamente difficile e conflittuale fino a culminare in una tragedia, anche se alla fine riusciranno in un certo senso a rispettarsi e provare rispetto l'uno per l'altro. La caratterizzazione degli altri personaggi è altrettanto buona, specialmente quella del mentore Zeppelie, personaggio celebre per la sua bontà, intraprendenza e dagli atteggiamenti talvolta buffi, tipo mettersi sempre in posa.
Il disegno di Araki è molto simile, almeno inizialmente, a quello di Tetsuo Hara: personaggi maschili molto muscolosi, con conseguente cura nel disegnare i personaggi, e infatti Jonathan da grande assomiglia vagamente a Kenshiro.
Il disegno è molto pomposo, ma molto curato e dettagliato, anche nel disegnare i paesaggi; basta vedere le sue tavole dove disegna i bassifondi di Londra per notare una certa attenzione per i dettagli. C'è da specificare che questo è il primo lavoro di Araki e pian piano il suo stile cambierà e si evolverà in qualcosa di molto diverso.
Phantom Blood è un manga semplice e genuino con una trama forse troppo simile ai classici di quel tempo (Hokuto no Ken), benché qui vi sia una forte componente horror dovuta alla presenza di zombie e vampiri, quindi non molto sorprendente ma solida e scorrevole, anche se il finale è molto intenso e commovente allo stesso tempo; i personaggi non sono tanti, ma ben caratterizzati, specialmente i due personaggi principali.
Forse molti non lo troveranno emozionante per la sua brevità e per i motivi sopracitati, ma già da qui si intravede il talento di questo mangaka, che maturerà sempre di più negli anni successivi, fino ad esplodere e a creare una serie shounen così avvincente e assai imitata, ancora oggi dopo ventisette anni dall'uscita della prima serie di JoJo.