Recensione
Sun Ken Rock
7.0/10
Sun Ken Rock è uno di quei fumetti che, appena letto il primo volume, ti viene da farti i complimenti da solo per aver scoperto una lettura così galvanizzante. Ed in effetti per gli amanti del genere "mazzate, comicità, personaggi tosti e belle fanciulle", il colpo di fulmine con questo titolo magnificamente disegnato è praticamente inevitabile. Ma questo avviene non perché, ad esempio, l'idea di fondo intavolata da Boichi sia particolarmente geniale, ma semplicemente perché Sun Ken Rock esordisce in maniera schietta, fresca e spassosissima, tanto che si è portati a sorvolare volentieri sulle apparenti forzature iniziali dell'intreccio; apparenti perché, più avanti, i conti torneranno dopo alcuni retroscena svelati.
La storia parla infatti di Ken Kitano, uno studente giapponese rissaiolo che decide un bel giorno di dichiarare finalmente il suo amore alla graziosa e leggiadra Yumin, che però gli risponde cortesemente con un due di picche; infatti il giorno dopo dovrà lasciare il Giappone per diventare una poliziotta a Seoul, di dov'è originaria. Che culo (letteralmente).
Ma Ken non demorde, e decide di mollare tutto per andare in Corea del Sud e diventare anche lui un poliziotto. Ma le cose non vanno come il ragazzo sperava: non riuscendo ad integrarsi nel mondo del lavoro e nel tessuto sociale di Seoul, in breve si vede diventare un disadattato squattrinato che vive sciattamente in un monolocale di un paio di metri quadri.
Ma la fortuna sembra arridergli - be', dipende dai punti di vista - quando Tae Su, capo di una giovane organizzazione malavitosa, nota le grandi capacità combattive e il carisma di Ken, e decide di far di lui… il boss!
Inizia così l'avventura di Ken Kitano che da un lato vuole conquistare la diligente poliziotta Yumin, e dall'altro deve tenere segreta le sue attività malavitose, che sono destinate ad ingigantirsi di pari passo con l'ambizione di Tae Su che grazie alla gang "Sun Ken Rock", un'atipica gang mafiosa "buona", vuole capovolgere letteralmente l'attuale ordine sociale retto sulle speculazioni economiche dei potenti e le sofferenze dei più deboli.
Sun Ken Rock si rivela essere subito un titolo molto vario, che non risparmia gags davvero ben riuscite (anche quelle dal sapore più classico), tette e culi, botte da orbi, ma anche tematiche più serie e spesso idealistiche. Per descrivere velocemente Sun Ken Rock, lo si potrebbe vedere come una sorta di fusione tra due altri titoli pubblicati sempre da J-POP Manga: Akumetsu, per il lato impegnato e drammatico, e Black Joke, per la componente esagerata, ecchi e rissaiola.
Ed è anche qui però, in questa doppia natura, che sta uno dei difetti del titolo di Boichi.
Infatti finché in manga si basa sulle spacconate, le mazzate e le risate, gli si può perdonare qualsiasi esagerazione, anzi, tutto ciò è gradito e funziona benissimo nell'economia generale. Ma il problema forse nasce proprio quando l'autore la butta su un registro serio(so), inoltrandosi in un terreno in cui i risultati sono altalenanti, se non addirittura tediosi o stucchevoli in alcuni casi.
Il tentativo, per carità, è lodevole; e non raramente il manga tocca temi e questioni che fanno riflettere, come la politica, cancri sociali, lo stato, la corruzione, la malavita, il malaffare, gli storici attriti tra Corea e Giappone; ma ciò spesso risulta "poco credibile" all'interno di questo contesto. Questo forse perché la narrazione cambia registro troppo grossolanamente, unendo a forza in una sola opera due anime diversissime e discordanti. Ad esempio se in un'occasione si vede affrontare seriamente il tema dello sfruttamento sessuale, poche tavole dopo il manga offre invece un tripudio di disimpegnate sporcellate ecchi. Al lettore quindi l'onere di imporsi uno switch passando ogni volta da un contesto "scemo" a uno serio", e viceversa, durante la lettura.
Questo principio si nota sia apprezzando l'opera nel suo insieme, che prendendo in esame singolarmente i vari archi narrativi che impegnano, a seconda dei casi, qualche volume. E qui il lettore potrà soffrire alti e bassi soprattutto in base alle proprie preferenze rispetto al tema prevalente trattato (botte, ecchi, ironia, malavita e critica sociale). Ad esempio nel breve arco narrativo dedicato alla mafia italiana, l'autore impernia tutto sulle situazioni comiche giocando soprattutto con gli stereotipi su noi italiani.
Invece l'arco dedicato al mondo delle idol, come si può ben immaginare, dispenserà una marea di situazioni piccantissime, viaggiando sempre sul confine tra erotismo softcore e hardcore. Insomma nelle tavole di questi capitoli si vedrà un po' di tutto: dalla semplice tetta, all'esplicito atto sessuale vero e proprio in cui però non si mostrano i genitali.
Per fare un altro esempio ancora, nella successiva saga dedicata allo scontro contro la banda di emarginati di Kim Ban-Phuong, i toni tornano a farsi più drammatici e impegnati. I combattimenti, gli intrighi politici e mafiosi tornano al centro della narrazione.
In tutto ciò, sono una costante i disegni di Boichi. Da urlo, senza mezzi termini. Basta guardare anche solo le sontuosissime cover per notare come Boichi sia, sotto questo aspetto, un autore assai talentuoso e che evolve di volume in volume. Le tavole sono spesso estremamente dinamiche, un tripudio di linee cinetiche, anatomie poderose, muscoli tesi, vene pulsanti, urla, espressività, sangue, saliva, fondali iperdettagliati, e tante tante, tante curve. I personaggi femminili di Boichi (dai tipici occhi giganti da alieno, va be') sono assolutamente spettacolari: tra capezzoli turgidi, sinuosità, anfratti e carni frementi, mettono a dura prova il self control del lettore.
L'aspetto grafico si fa inoltre anche veicolo per esaltare l'ottimo lavoro di caratterizzazione dei personaggi. Soprattutto i membri della banda Sun Ken Rock, ovviamente, sono molto carismatici. Si finisce subito per legare con loro, e preferirne follemente qualcuno a seconda delle proprie preferenze; come Tae Su, lo stratega; il mite colosso Do-Heun Chang; oppure "Piccone", il membro più sfigato del gruppo che però crede d'essere il boss.
L'edizione italiana è sicuramente una delle migliori che J-POP Manga annoveri nel suo catalogo. Certo, oggi è uno standard alla portata di tutti, ma all'epoca dell'esordio di Sun Ken Rock in Italia non erano poi diffusissimi i titoli che potessero vantare dei volumi con sovraccoperta ben plastificata, carta d'alta qualità, buona stampa, rilegatura a filo e molte pagine a colori non solo a inizio volume.
A guardare il pelo nell'uovo, tra i difetti notati rileggendo d'un fiato tutta la serie, vi sono nei primi volumi alcuni refusi occasionali, ed un adattamento che suona a volte poco scorrevole quando i protagonisti si inoltrano in lunghi discorsi ideologici, che finiscono per suonare in questi casi, di misura, poco coinvolgenti; ma ovviamente è da considerare che il difetto potrebbe risiedere a monte.
Molti infine gli extra a fine volume, da brevi one-shot, agli spassosissimi i free talk di Boichi, che svela i trucchetti e i retroscena legati alla realizzazione del volume appena letto, o approfondimenti sui tanti cibi trattati (e l'autore ha una vera ossessione per il tema culinario).
Sun Ken Rock è un titolo che apparentemente offre puro intrattenimento scanzonato con belle pupe, e bulli che se le danno di santa ragione; ma nel contempo si fa opera di denuncia sociale, trattando temi come le speculazioni immobiliari, gli interessi dei potenti a scapito delle masse inermi o distratte, gli intrecci tra mafie e politica... insomma nulla che non si stia vedendo anche in questi ultimi periodi guardando i fatti di casa nostra.
Di carne al fuoco quindi ce n'è, e molta. Ma allo stesso tempo si tratta di un'opera che presenta un'escursione contenutistica non indifferente; alternandosi costantemente tra lo status di capolavoro e quello di amabile cavolata.
E qui, nel giudicarlo, troppo dipende dai gusti personali del lettore e da quanto si è disposti ad eventualmente sorvolare sulle forzature e le contraddizioni, per lasciarsi piacevolmente intrattenere da tutto il resto ma, non di rado, anche lasciarsi stimolare alla riflessione.
La storia parla infatti di Ken Kitano, uno studente giapponese rissaiolo che decide un bel giorno di dichiarare finalmente il suo amore alla graziosa e leggiadra Yumin, che però gli risponde cortesemente con un due di picche; infatti il giorno dopo dovrà lasciare il Giappone per diventare una poliziotta a Seoul, di dov'è originaria. Che culo (letteralmente).
Ma Ken non demorde, e decide di mollare tutto per andare in Corea del Sud e diventare anche lui un poliziotto. Ma le cose non vanno come il ragazzo sperava: non riuscendo ad integrarsi nel mondo del lavoro e nel tessuto sociale di Seoul, in breve si vede diventare un disadattato squattrinato che vive sciattamente in un monolocale di un paio di metri quadri.
Ma la fortuna sembra arridergli - be', dipende dai punti di vista - quando Tae Su, capo di una giovane organizzazione malavitosa, nota le grandi capacità combattive e il carisma di Ken, e decide di far di lui… il boss!
Inizia così l'avventura di Ken Kitano che da un lato vuole conquistare la diligente poliziotta Yumin, e dall'altro deve tenere segreta le sue attività malavitose, che sono destinate ad ingigantirsi di pari passo con l'ambizione di Tae Su che grazie alla gang "Sun Ken Rock", un'atipica gang mafiosa "buona", vuole capovolgere letteralmente l'attuale ordine sociale retto sulle speculazioni economiche dei potenti e le sofferenze dei più deboli.
Sun Ken Rock si rivela essere subito un titolo molto vario, che non risparmia gags davvero ben riuscite (anche quelle dal sapore più classico), tette e culi, botte da orbi, ma anche tematiche più serie e spesso idealistiche. Per descrivere velocemente Sun Ken Rock, lo si potrebbe vedere come una sorta di fusione tra due altri titoli pubblicati sempre da J-POP Manga: Akumetsu, per il lato impegnato e drammatico, e Black Joke, per la componente esagerata, ecchi e rissaiola.
Ed è anche qui però, in questa doppia natura, che sta uno dei difetti del titolo di Boichi.
Infatti finché in manga si basa sulle spacconate, le mazzate e le risate, gli si può perdonare qualsiasi esagerazione, anzi, tutto ciò è gradito e funziona benissimo nell'economia generale. Ma il problema forse nasce proprio quando l'autore la butta su un registro serio(so), inoltrandosi in un terreno in cui i risultati sono altalenanti, se non addirittura tediosi o stucchevoli in alcuni casi.
Il tentativo, per carità, è lodevole; e non raramente il manga tocca temi e questioni che fanno riflettere, come la politica, cancri sociali, lo stato, la corruzione, la malavita, il malaffare, gli storici attriti tra Corea e Giappone; ma ciò spesso risulta "poco credibile" all'interno di questo contesto. Questo forse perché la narrazione cambia registro troppo grossolanamente, unendo a forza in una sola opera due anime diversissime e discordanti. Ad esempio se in un'occasione si vede affrontare seriamente il tema dello sfruttamento sessuale, poche tavole dopo il manga offre invece un tripudio di disimpegnate sporcellate ecchi. Al lettore quindi l'onere di imporsi uno switch passando ogni volta da un contesto "scemo" a uno serio", e viceversa, durante la lettura.
Questo principio si nota sia apprezzando l'opera nel suo insieme, che prendendo in esame singolarmente i vari archi narrativi che impegnano, a seconda dei casi, qualche volume. E qui il lettore potrà soffrire alti e bassi soprattutto in base alle proprie preferenze rispetto al tema prevalente trattato (botte, ecchi, ironia, malavita e critica sociale). Ad esempio nel breve arco narrativo dedicato alla mafia italiana, l'autore impernia tutto sulle situazioni comiche giocando soprattutto con gli stereotipi su noi italiani.
Invece l'arco dedicato al mondo delle idol, come si può ben immaginare, dispenserà una marea di situazioni piccantissime, viaggiando sempre sul confine tra erotismo softcore e hardcore. Insomma nelle tavole di questi capitoli si vedrà un po' di tutto: dalla semplice tetta, all'esplicito atto sessuale vero e proprio in cui però non si mostrano i genitali.
Per fare un altro esempio ancora, nella successiva saga dedicata allo scontro contro la banda di emarginati di Kim Ban-Phuong, i toni tornano a farsi più drammatici e impegnati. I combattimenti, gli intrighi politici e mafiosi tornano al centro della narrazione.
In tutto ciò, sono una costante i disegni di Boichi. Da urlo, senza mezzi termini. Basta guardare anche solo le sontuosissime cover per notare come Boichi sia, sotto questo aspetto, un autore assai talentuoso e che evolve di volume in volume. Le tavole sono spesso estremamente dinamiche, un tripudio di linee cinetiche, anatomie poderose, muscoli tesi, vene pulsanti, urla, espressività, sangue, saliva, fondali iperdettagliati, e tante tante, tante curve. I personaggi femminili di Boichi (dai tipici occhi giganti da alieno, va be') sono assolutamente spettacolari: tra capezzoli turgidi, sinuosità, anfratti e carni frementi, mettono a dura prova il self control del lettore.
L'aspetto grafico si fa inoltre anche veicolo per esaltare l'ottimo lavoro di caratterizzazione dei personaggi. Soprattutto i membri della banda Sun Ken Rock, ovviamente, sono molto carismatici. Si finisce subito per legare con loro, e preferirne follemente qualcuno a seconda delle proprie preferenze; come Tae Su, lo stratega; il mite colosso Do-Heun Chang; oppure "Piccone", il membro più sfigato del gruppo che però crede d'essere il boss.
L'edizione italiana è sicuramente una delle migliori che J-POP Manga annoveri nel suo catalogo. Certo, oggi è uno standard alla portata di tutti, ma all'epoca dell'esordio di Sun Ken Rock in Italia non erano poi diffusissimi i titoli che potessero vantare dei volumi con sovraccoperta ben plastificata, carta d'alta qualità, buona stampa, rilegatura a filo e molte pagine a colori non solo a inizio volume.
A guardare il pelo nell'uovo, tra i difetti notati rileggendo d'un fiato tutta la serie, vi sono nei primi volumi alcuni refusi occasionali, ed un adattamento che suona a volte poco scorrevole quando i protagonisti si inoltrano in lunghi discorsi ideologici, che finiscono per suonare in questi casi, di misura, poco coinvolgenti; ma ovviamente è da considerare che il difetto potrebbe risiedere a monte.
Molti infine gli extra a fine volume, da brevi one-shot, agli spassosissimi i free talk di Boichi, che svela i trucchetti e i retroscena legati alla realizzazione del volume appena letto, o approfondimenti sui tanti cibi trattati (e l'autore ha una vera ossessione per il tema culinario).
Sun Ken Rock è un titolo che apparentemente offre puro intrattenimento scanzonato con belle pupe, e bulli che se le danno di santa ragione; ma nel contempo si fa opera di denuncia sociale, trattando temi come le speculazioni immobiliari, gli interessi dei potenti a scapito delle masse inermi o distratte, gli intrecci tra mafie e politica... insomma nulla che non si stia vedendo anche in questi ultimi periodi guardando i fatti di casa nostra.
Di carne al fuoco quindi ce n'è, e molta. Ma allo stesso tempo si tratta di un'opera che presenta un'escursione contenutistica non indifferente; alternandosi costantemente tra lo status di capolavoro e quello di amabile cavolata.
E qui, nel giudicarlo, troppo dipende dai gusti personali del lettore e da quanto si è disposti ad eventualmente sorvolare sulle forzature e le contraddizioni, per lasciarsi piacevolmente intrattenere da tutto il resto ma, non di rado, anche lasciarsi stimolare alla riflessione.