Recensione
Kenshin, Samurai Vagabondo
7.0/10
Il perché il manga di Kenshin abbia avuto più successo di molti altri Shounen onestamente non sono mai riuscito a comprenderlo. L'opera di Nobuhiro Watsuki ha probabilmente scelto il momento giusto per essere editata con la Shueisha in madrepatria che in Italia ad opera di Star Comics.
Kenshin ha una trama semplice e lineare, che porta il lettore indietro nel tempo, verso la fine del 1800, epoca Meiji. Battosai Himura è uno spietato assassino che dopo un lungo periodo di vagabondaggio torna in città con una nuova identità, quella di Kenshin. Il fulvo samurai vagabondo ha con se una katana a lama invertita, ossia un'arma che non è più in grado di uccidere nessuno. Kenshin diventato ostile ai combattimenti cercherà di far fede alla promessa avuta con se stesso ovvero quella di non assassinare più nemmeno i nemici, ma presto dovrà fare delle scelte.
Il punto cardine dell'opera sta proprio in questa introspezione del protagonista, oltre che alla sua presenza scenica che attira il lettore e ne fa un personaggio destinato a durare nel tempo. Il suo essere interiore è in continuo sviluppo e il malessere psicologico a volte è molto accennato e sicuramente non guasta. Purtroppo però tutto attorno a Kenshin si vede poco, o meglio si vede solo a sufficienza, nessun altro personaggio è degno di nota e nemmeno a livello antagonistico ci sono punti favorevoli. Il manga parte come un manga Shounen ma con diversi accenni storici ma le citazioni, i dettagli e le spiegazioni sul periodo in cui si svolge, in brevissimo tempo svaniscono dando strada allo Shounen vero e proprio costellato di combattimenti e situazioni praticamente fantascientifiche che cozzano con le ambientazioni. Come già affermato la scrittura è originale ma molto molto semplice, una classica storia della bella da salvare e, ripetendomi, se non fosse per il protagonista carismatico non mi avrebbe granché attirato.
Il disegno è buono, non va ovviamente paragonato agli Shounen attuali ma è in perfetta linea con il tratto degli anni '90.
Anche l'edizione Star Comics pare abbia sottolineato la semplicità del manga con la sua edizione. Standard e pulita, bianca sulla costina, così da renderla quasi banale in esposizione ma con delle belle immagini in copertina.
Tirando le somme, il manga è da semplice sufficienza con un voto in più per il personaggio di Kenshin.
Kenshin ha una trama semplice e lineare, che porta il lettore indietro nel tempo, verso la fine del 1800, epoca Meiji. Battosai Himura è uno spietato assassino che dopo un lungo periodo di vagabondaggio torna in città con una nuova identità, quella di Kenshin. Il fulvo samurai vagabondo ha con se una katana a lama invertita, ossia un'arma che non è più in grado di uccidere nessuno. Kenshin diventato ostile ai combattimenti cercherà di far fede alla promessa avuta con se stesso ovvero quella di non assassinare più nemmeno i nemici, ma presto dovrà fare delle scelte.
Il punto cardine dell'opera sta proprio in questa introspezione del protagonista, oltre che alla sua presenza scenica che attira il lettore e ne fa un personaggio destinato a durare nel tempo. Il suo essere interiore è in continuo sviluppo e il malessere psicologico a volte è molto accennato e sicuramente non guasta. Purtroppo però tutto attorno a Kenshin si vede poco, o meglio si vede solo a sufficienza, nessun altro personaggio è degno di nota e nemmeno a livello antagonistico ci sono punti favorevoli. Il manga parte come un manga Shounen ma con diversi accenni storici ma le citazioni, i dettagli e le spiegazioni sul periodo in cui si svolge, in brevissimo tempo svaniscono dando strada allo Shounen vero e proprio costellato di combattimenti e situazioni praticamente fantascientifiche che cozzano con le ambientazioni. Come già affermato la scrittura è originale ma molto molto semplice, una classica storia della bella da salvare e, ripetendomi, se non fosse per il protagonista carismatico non mi avrebbe granché attirato.
Il disegno è buono, non va ovviamente paragonato agli Shounen attuali ma è in perfetta linea con il tratto degli anni '90.
Anche l'edizione Star Comics pare abbia sottolineato la semplicità del manga con la sua edizione. Standard e pulita, bianca sulla costina, così da renderla quasi banale in esposizione ma con delle belle immagini in copertina.
Tirando le somme, il manga è da semplice sufficienza con un voto in più per il personaggio di Kenshin.