Recensione
Sky Hawk
8.0/10
"Sky Hawk" è un manga di un solo volume, scritto e disegnato dal grande maestro Jiro Taniguchi. L'autore, dopo aver spaziato con le proprie opere dal genere slice of life al poliziesco, decide di dedicarsi a uno dei filoni più proliferi della produzione fumettistica internazionale, cioè il western. L'ambientazione americana di fine Diciannovesimo secolo offre all'autore lo spunto necessario per sviluppare, anche in questo manga, una delle tematiche che funge da filo conduttore dei suoi racconti, ossia l'odio per la civiltà moderna e per i suoi ritmi frenetici. L'avanzata pionieristica dei coloni orientali americani, dopo la Guerra di Secessione, trova le sue massime espressioni nella disperata ricerca dell'oro e nella costruzione della mastodontica ferrovia che avrebbe collegato le colonie atlantiche con lo spietato Far West.
In questo contesto tanto affascinante, quanto atipico per un fumettista giapponese, Taniguchi colloca i propri protagonisti, Manzou e Hikosaburou - detto Hiko -, due samurai esiliati dal paese del Sol Levante e ora in cerca di un nuovo posto dove trascorrere i propri giorni e morire in pace. L'avventura americana dei due giapponesi cambia radicalmente quando Hiko si imbatte in una donna indiana moribonda, coperta di sangue, fuggita dai propri padroni bianchi per poter dare alla luce la propria bambina; Hiko prende in custodia la donna e la difende dai successivi attacchi dei coloni bianchi che la inseguivano, catturando l'attenzione di una tribù indiana che abitava i dintorni della zona, gli Oglala Sioux. Crazy Horse, capo della tribù, rimane infatti impressionato nel vedere i due samurai sconfiggere a mani nude i propri avversari tramite il jujitsu, arte marziale sconosciuta nel Nuovo Mondo, e chiede loro di insegnare ai propri guerrieri la misteriosa, quanto affascinante, tecnica di combattimento. Al villaggio Oglala i protagonisti apprendono la situazione più che precaria delle tribù indiane del luogo, non tutelate dai contratti stipulati con l'uomo bianco e spesso costrette allo scontro armato per difendere i propri territori sacri, le proprie zone di caccia o i loro stessi villaggi. L'ardore di guerrieri dei Sioux e la situazione iniqua in cui essi si trovano, spingono i protagonisti ad adottare la causa indiana e fronteggiare il nemico bianco, incarnazione degli anti-valori che lo spirito del samurai impone di combattere.
Quanto ad aspetto narrativo, devo ammettere che Taniguchi non mi ha convinto troppo: eccessiva la facilità con cui un popolo fiero e mentalmente chiuso come gli indiani, accetti che due stranieri entrino a far parte della propria tribù; troppo frammentato invece, soprattutto nella seconda parte del fumetto, il filo narrativo, che si concentra più sulle battaglie cardine della storia, che su un vero e proprio sviluppo della trama. I personaggi non risultano troppo approfonditi d'altro canto, incarnando da una parte i valori positivi e onesti del buon guerriero, quali fierezza, orgoglio e lungimiranza, dall'altra i lati della società contemporanea che si rispecchiano nell'uomo bianco di fine Ottocento, cioè arrivismo, ragion di stato, sfruttamento, e così via.
C'è anche da dire che questa piccola carenza viene ampiamente compensata da uno stile di disegno e da una regia che rasentano davvero l'eccellenza, complice anche l'ottimo formato che Planet Manga ha adottato per quest'opera. Il tratto del mangaka è sempre sicuro e preciso, le espressioni dei personaggi sono palpabili, la violenza e il vigore delle scene di battaglia, espresse tramite muscoli tesi, visi contorti e torsioni incredibili, paiono veri, mentre gli sfondi delle tavole rappresentano con precisione maniacale le sterminate praterie americane; la regia non è da meno, sempre chiara e lineare, soprattutto nelle scene di guerra, permette una fruizione rapida e indipendente dai dialoghi, e quindi un'immediata comprensione della scena.
Per concludere, nonostante abbia prima elogiato l'edizione che Planet Manga ha proposto per quest'opera, sia per grandezza delle tavole, sia per qualità della carta e dell'inchiostro, c'è da dire che 16.90€ non è esattamente una cifra modesta. Ciò non toglie che "Sky Hawk" sia un manga dall'indiscussa qualità tecnica, che agli amanti del genere western non potrà che piacere. Un 8 abbondante mi sembra più che meritato.
In questo contesto tanto affascinante, quanto atipico per un fumettista giapponese, Taniguchi colloca i propri protagonisti, Manzou e Hikosaburou - detto Hiko -, due samurai esiliati dal paese del Sol Levante e ora in cerca di un nuovo posto dove trascorrere i propri giorni e morire in pace. L'avventura americana dei due giapponesi cambia radicalmente quando Hiko si imbatte in una donna indiana moribonda, coperta di sangue, fuggita dai propri padroni bianchi per poter dare alla luce la propria bambina; Hiko prende in custodia la donna e la difende dai successivi attacchi dei coloni bianchi che la inseguivano, catturando l'attenzione di una tribù indiana che abitava i dintorni della zona, gli Oglala Sioux. Crazy Horse, capo della tribù, rimane infatti impressionato nel vedere i due samurai sconfiggere a mani nude i propri avversari tramite il jujitsu, arte marziale sconosciuta nel Nuovo Mondo, e chiede loro di insegnare ai propri guerrieri la misteriosa, quanto affascinante, tecnica di combattimento. Al villaggio Oglala i protagonisti apprendono la situazione più che precaria delle tribù indiane del luogo, non tutelate dai contratti stipulati con l'uomo bianco e spesso costrette allo scontro armato per difendere i propri territori sacri, le proprie zone di caccia o i loro stessi villaggi. L'ardore di guerrieri dei Sioux e la situazione iniqua in cui essi si trovano, spingono i protagonisti ad adottare la causa indiana e fronteggiare il nemico bianco, incarnazione degli anti-valori che lo spirito del samurai impone di combattere.
Quanto ad aspetto narrativo, devo ammettere che Taniguchi non mi ha convinto troppo: eccessiva la facilità con cui un popolo fiero e mentalmente chiuso come gli indiani, accetti che due stranieri entrino a far parte della propria tribù; troppo frammentato invece, soprattutto nella seconda parte del fumetto, il filo narrativo, che si concentra più sulle battaglie cardine della storia, che su un vero e proprio sviluppo della trama. I personaggi non risultano troppo approfonditi d'altro canto, incarnando da una parte i valori positivi e onesti del buon guerriero, quali fierezza, orgoglio e lungimiranza, dall'altra i lati della società contemporanea che si rispecchiano nell'uomo bianco di fine Ottocento, cioè arrivismo, ragion di stato, sfruttamento, e così via.
C'è anche da dire che questa piccola carenza viene ampiamente compensata da uno stile di disegno e da una regia che rasentano davvero l'eccellenza, complice anche l'ottimo formato che Planet Manga ha adottato per quest'opera. Il tratto del mangaka è sempre sicuro e preciso, le espressioni dei personaggi sono palpabili, la violenza e il vigore delle scene di battaglia, espresse tramite muscoli tesi, visi contorti e torsioni incredibili, paiono veri, mentre gli sfondi delle tavole rappresentano con precisione maniacale le sterminate praterie americane; la regia non è da meno, sempre chiara e lineare, soprattutto nelle scene di guerra, permette una fruizione rapida e indipendente dai dialoghi, e quindi un'immediata comprensione della scena.
Per concludere, nonostante abbia prima elogiato l'edizione che Planet Manga ha proposto per quest'opera, sia per grandezza delle tavole, sia per qualità della carta e dell'inchiostro, c'è da dire che 16.90€ non è esattamente una cifra modesta. Ciò non toglie che "Sky Hawk" sia un manga dall'indiscussa qualità tecnica, che agli amanti del genere western non potrà che piacere. Un 8 abbondante mi sembra più che meritato.