Recensione
I fiori del male - Aku no Hana
10.0/10
Recensione di Marco Onizuka
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Quello che vado a recensire oggi è un manga tra i più particolari che ho letto ed anche tra i più carichi di significato. Prima di tutto bisogna parlare dei personaggi: c'è un'introspezione psicologica veramente incredibile e trovo che raramente siano state raggiunte certe vette di approfondimento, tanto da entrare davvero in empatia con i personaggi e talvolta rispecchiarsi con loro, almeno in parte. Il protagonista si trova coinvolto in questa sorta di triangolo amoroso: da una parte c'è la ragazza che gli piace, Saeki, quella a cui ha rubato la tuta, che per lui rappresenta la purezza più assoluta. Dall'altra parte invece c'è Nakamura, che rappresenta esattamente l'opposto, ovvero la perversione, e le vicende riguarderanno soprattutto loro tre, ma non solo, però non dico altro per non spoilerare. E' un manga che mette a nudo l'essenza umana e l'attrazione verso il lato oscuro da sempre radicata nell'uomo dall'inizio della storia dell'umanità e a cui non si può sfuggire, e Kasuga, che è il protagonista di questa storia, dovrà fronteggiare questo lato oscuro e decidere da cosa è davvero attratto: dalla luce, o dalle tenebre? Purezza o perversione? Elevarsi ad uno stato superiore e trattenere le proprie pulsioni o liberare la propria interiorità senza trattenersi?
Parlando dei disegni, invece, questi sono molto belli, anche se all'inizio li ho trovati quasi inadatti per il tipo di storia raccontata. Poi però con il passare dei capitoli hanno subito una continua evoluzione e sono diventati ottimi. C'è da dire che riescono a trasmettere forti emozioni, soprattutto quella sensazione di vuoto e di smarrimento che si percepisce nel protagonista. Specialmente nella seconda parte del manga, in cui ormai i disegni sono veramente belli, questa sensazione mi veniva trasmessa benissimo attraverso il protagonista e le ambientazioni in cui si muoveva, facendo sentire anche me angosciato e perso. Queste ambientazioni sono soprattutto urbane, tristi, grige e deprimenti, a tratti quasi claustrofobiche, e quindi fanno immergere ancora di più nell'atmosfera che il manga vuole trasmettere e ci riesce alla grande secondo me. Ho provato veramente tante sensazioni leggendo questo manga, ho percepito la vuotezza, la malinconia e la tristezza che avvolge questa storia carica di significati e di messaggi dall'inizio alla fine. Posso dire che è stato uno dei più bei manga che ho letto ed una sorta di viaggio alla scoperta del lato più profondo di noi stessi, della nostra sofferenza e della nostra continua ricerca di qualcosa, forse un'altra persona che ci accompagni in questo viaggio solitario che è la vita, forse la liberazione delle proprie perversioni, o forse il fantomatico "other side" di cui parla Nakamura, chissà.
Parlando dei disegni, invece, questi sono molto belli, anche se all'inizio li ho trovati quasi inadatti per il tipo di storia raccontata. Poi però con il passare dei capitoli hanno subito una continua evoluzione e sono diventati ottimi. C'è da dire che riescono a trasmettere forti emozioni, soprattutto quella sensazione di vuoto e di smarrimento che si percepisce nel protagonista. Specialmente nella seconda parte del manga, in cui ormai i disegni sono veramente belli, questa sensazione mi veniva trasmessa benissimo attraverso il protagonista e le ambientazioni in cui si muoveva, facendo sentire anche me angosciato e perso. Queste ambientazioni sono soprattutto urbane, tristi, grige e deprimenti, a tratti quasi claustrofobiche, e quindi fanno immergere ancora di più nell'atmosfera che il manga vuole trasmettere e ci riesce alla grande secondo me. Ho provato veramente tante sensazioni leggendo questo manga, ho percepito la vuotezza, la malinconia e la tristezza che avvolge questa storia carica di significati e di messaggi dall'inizio alla fine. Posso dire che è stato uno dei più bei manga che ho letto ed una sorta di viaggio alla scoperta del lato più profondo di noi stessi, della nostra sofferenza e della nostra continua ricerca di qualcosa, forse un'altra persona che ci accompagni in questo viaggio solitario che è la vita, forse la liberazione delle proprie perversioni, o forse il fantomatico "other side" di cui parla Nakamura, chissà.