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8.0/10
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Prima di iniziare, premetto che non sono tanto solito fare recensioni di un qualcosa che non abbia ancora visto la sua fine - e che possa quindi essere giudicata nella sua interezza -, in quanto non sono proprio avvezzo a fare delle recensioni. Vinland Saga è però uno dei pochissimi manga che seguo, ed uno dei pochi che non ho mollato dopo essermi avvicinato all'opera per curiosità. Io, poi, non recensisco per professione, quindi... beh, chi se ne frega. Considerate questa recensione e il voto come "opinioni in corsa" nell'attesa della fine del manga (che sembra non essere vicina).

Makoto Yukimura presenta la sua storia all'interno del panorama dell'Europa settentrionale dell'undicesimo secolo, concentrandosi sul mondo dei vichinghi e presentando, in primis, quest'arco di storia tramite gli occhi dell'islandese Thorfinn Karlsefni, giovane destinato a stabilire una colonia nel Nuovo Mondo: il "Vinland", appunto.
Chi potrebbe restare perplesso dall'idea di una trasposizione di una saga norrena all'interno di un fumetto in cui disegni e storia prendono vita dalle mani di un manga-ka, ha di cui restar tranquillo. Sebbene non possa annoverarsi tra i massimi esperti, Yukimura non è un parco conoscitore della cultura norrena: da essa non prende in prestito qualche nome, un'ambientazione nevosa e sporadici riferimenti alla sua mitologia. Non vedrete una rivisitazione nipponica del popolo vichingo, animata da personaggi con improbabili vestiti mai realmente visti nella vecchia Europa del Nord, o che combattono il cattivo di turno urlando ad alta voce i loro "attacchi". Non vedrete neanche quell'ossessione giapponese che è il fanservice. Insomma, non vedrete un classico manga sul combattimento - quelli che sembrano creati per essere perfettamente trasposti in videogiochi di picchiaduro -, ma una ricostruzione seria ed appassionata di una delle più famose saghe norrene. Tra quella che in fondo è per metà storia e per metà leggenda, e presenta quindi anche versioni multiple in certi frangenti, Yukimura si prende le sue libertà artistiche; il manga avanza a caduta mensile, e non presenta capitoli particolarmente generosi per quanto riguarda il numero di pagine, ma nel lungo percorso iniziato nel 2005 il manga-ka si è rimboccato molto le maniche.
Partiamo dal disegno: sebbene già curato negli abiti e nei paesaggi, il tratto pecca inizialmente nei volti - disegnati comunque bene per la media -, ma tutti i dettagli iniziano ad aumentare, arrivando a presentare tavole che sono una delizia per gli occhi e di innegabile qualità anche per chi predilige altri stili meno ricchi o più vicini a quelli classici dei disegnatori giapponesi. Solo nel primo capitolo vedrete un anonimo signorotto al comando di un esercito, qualcosa dall'anatomia impossibile che possiamo vedere solo in una caricatura (o in un manga). Quell'errore, o momento di pigrizia nel disegno, non verrà più ripetuto.
Yukimura tiene anche molto alla storia: non gli importa di fomentare l'attesa mensile inserendo per forza alla fine del capitolo quelli che vogliono essere colpi di scena, solitamente preceduti da un senso di inconsistenza o di vuoto che riempie tutto il resto del capitolo, e che quasi sempre è solo un temporeggiare (a qualcuno vengono in mente gli episodi di Drangon Ball?).
Passando alla storia, non riporto una sinossi perché quella è già presenta all'interno della pagina, ma è bene sapere questo: il manga è dinamico. Non cambia radicalmente ogni poco, ma si trasforma con naturalezza, ed a lungo termine i cambiamenti si notano eccome.
Mi spiego meglio: vedremo Thorfinn da piccolo, nel pieno della sua innocenza e giustificata ignoranza del mondo - così come nel mezzo della parte meno originale ed ispirata del manga, i primi due/tre volumi - per poi trovarlo nei panni di un ragazzo, poi di un giovane uomo. Assisteremo alle varie fasi della vita di una persona, e così come è ridicolo che un essere umano resti perfettamente lo stesso dall'inizio alla fine della sua vita, Thorfinn cambierà sia dentro che fuori. Mi sale spontaneo un sorriso pensando a come Kakashi Hatake di Naruto venga presentato da grande e da piccolo. Sul serio. Andate a vedere se non l'avete mai visto.
Il manga avanza per volumi, e segue la linea tracciata dal primo capitolo. Avanza dritto e sicuro come la mentalità di Thorfinn, finché il manga-ka non cambia le carte in tavola. Quando arriverete al capitolo intitolato "Fine del prologo", Vinland Saga passerà ad un nuovo livello di maturità, diverrà più ispirato e vedrete quel Yukimura che alcuni avranno già visto in Planetes, il suo primo lavoro.

Darei un voto più alto, ma trattandosi di un manga in corso tratto a ribasso. Del resto, il voto è secondario.