Recensione
Mushishi
10.0/10
"Girl, it's a hard, hard world,
If it gets you down.
Dreams often fade and die
In a bad bad world.
I'll take you where real animals are playing
And people are real people not just playing
It's a quiet, quiet life
By a dirty old shack
That we called our home
I want to be back there
Among the cats and dogs
And the pigs and the goats
On Animal Farm
My animal home
The Kinks - Animal Farm"
SOGGETTIVAMENTE PARLANDO
Vivendo vicino al bosco ho la fortuna di poter prendere quando mi pare e addentrarmi per i suoi sentieri. Parto dalla fila di case ai piedi della montagna e mano a mano che mi allontano il silenzio si fa sempre più fitto, la mente comincia a trovare il suo respiro. Purtroppo nelle pieghe di quel silenzio trovano spesso posto le preoccupazioni e le ansie; trovano lo spazio che molte volte non gli si può concedere e prendono il sopravvento. Al che mi distraggo, testa bassa, occhi su di me e pedalare. Così passo oltre i gelsi e i formicai, le betulle e le volpi, i rospi sul ciglio della strada e le lucciole quando tira a far scuro. Ci sono volte invece in cui la mente è sgombra e mi ricordo di osservare, mi rendo conto della bellezza di quello che mi circonda, sento i profumi e i rumori dei micro mondi sparsi per quella piccola cosa che chiamiamo realtà. Leggere Mushishi è questo, è trovare il tempo per fermarsi ad osservare i germogli, gli insetti che brulicano sul terreno oppure per accucciarsi ad osservare in silenzio il comportamento degli animali. Fermarsi e ricordare quanto si è piccoli e quante sono le cose che non notiamo che ci sfuggono continuamente, quanto la natura sia più maestosa di noi e quanto ci possa influenzare.
Questa premessa per darvi un'idea di quanto questo fumetto sia atipico, non solo il tema trattato non è dei più "esplosivi" per così dire, ma manca quasi completamente di trama orizzontale ed è quindi composto per lo più da storie autoconclusive. Piccole, splendide favole che sembrano uscite direttamente dalla bocca della montagna. L'ispirazione a creare un fumetto così particolare è maturata - per quanto si capisce dalle pagine extra - proprio dall'amore dell'autrice per i monti e per la natura, oltre che dai racconti d'altri tempi tramandati dai nonni e - soprattutto - dalla spiccata sensibilità dell'autrice stessa. Basti leggere le sue riflessioni per capire quale profondo legame la leghi ai paesaggi di montagna, ai boschi e ai laghi oppure alle sue adorate terrazze di riso. Attrazione e tanto, tanto rispetto oltre che tonnellate di curiosità e pazienza.
Del resto si parla di ciò che di più antico c'è all'universo, ovverosia l'universo stesso. La "vena di luce", la tela su cui tutto è scritto e da cui tutto è stato generato. I racconti della Urushibara sono permeati di questa antichità, della magia del Cosmo e della Terra e dei suo moti e si fanno ora filosofici, ora fantasiosi, ora meditabondi, ora malinconici, talvolta crudeli come la natura stessa sa essere. Questo è un aspetto chiave del fumetto, il suo saper disegnare la bellezza così come la crudeltà rendendoli parte di uno schema più grande, uno schema armonioso e innocente che è proprio di quel mondo incosciente. Nessun eccesso e nessuna sbavatura, nessun buono e nessun cattivo, tutto va semplicemente come deve andare; un disegno in divenire da miliardi di anni che - per fortuna - sfugge al nostro controllo.
Similmente i Mushi che Ginko incontra sulla sua strada seguono le proprie regole e mettono in atto il proprio essere, a volte in maniera innocua, altre volte provocando perdite o sofferenze. Essi sono entità invisibili agli occhi dei più, emanazioni della natura capaci di influenzare in maniera profonda le vite degli uomini fino a portali a sottostare alle loro leggi. L'unica possibilità per liberarsi dal loro influsso è affidarsi ai Mushishi di passaggio, studiosi della natura e delle sue manifestazioni che conoscono i comportamenti e le meccaniche degli spiriti. A volte essi riescono a migliorare la situazione, altre volte, purtroppo niente si può fare contro l'incombere degli eventi.
Trovo sia un modo estremamente fantasioso ed efficace di rappresentare l'azione della natura stessa sull'uomo e le interazioni che necessariamente si vengono a creare. La contrapposizione fra questi eventi irreversibili e la nostra impotenza, i nostri affetti e la nostra solitudine dà vita a quel velo di poesia che ricopre tutte le bellissime storie uscite dal pennino della Urushibara. Storie che sono alla portata di tutti, scritte in un lessico semplice, essenziale, perfino un bambino potrebbe leggerle tutte eppure restano così profonde, così intrise di malinconia e significato che potrebbero essere coinvolgenti a qualsiasi età e comunque offrire degli ottimi spunti di riflessione.
OGGETTIVAMENTE PARLANDO
La prima cosa che si nota prendendo in mano i volumetti di Mushishi sono le splendide copertine acquerellate in carta ruvida, che lasciano già trasparire il tratto dolce e in qualche modo grezzo dell'autrice. Come molti hanno già detto non sembrano molto resistenti ma sono fedeli alle originali e trovo che esaltino le colorazioni utilizzate. La ruvidità inoltre aggiunge una leggera sensazione tattile, sembra quasi di toccare gli splendidi scenari sfumati dagli acquerelli. All'interno dei volumi ci sono alcune pagine colorate con la stessa tecnica e solitamente sono usate per aprire i racconti. Il prezzo è forse leggermente esagerato rispetto al valore dell'edizione ma poco importa, vista la qualità dei contenuti questo Mushishi lo avrei letto volentieri anche sugli involucri delle caramelle.
I disegni sono perfetti per l'opera, volutamente ruvidi ma in grado di rappresentare splendidamente gli scenari naturali che abbondano nelle vignette. Specialmente nel volume pilota si nota molto come l'autrice non sia propriamente navigata ma nell'ottica favolistica dei racconti questa sua caratteristica si rivela un pregio anziché un difetto, le linee grezze e tremolanti ben si sposano con l'atmosfera sognante del fumetto e con gli scenari e le genti umili che lo popolano. Contadini, capanne, fiumi e soprattutto fiori, alberi e panorami. Un immaginario agreste che risulta in disegni semplici ma al contempo molto poetici.
L'autrice è stata abile a gestire i tempi e i dialoghi con una regia asciutta e fantasiosa arricchita da un' impostazione delle vignette che offre varie trovate originali e riuscite. I dialoghi sono delle perle di misura, mai invadenti o eccessivi e mai gratuiti, lasciano spesso spazio al silenzio e ai paesaggi o alle espressioni dei tantissimi personaggi che abbiamo modo di conoscere. I comprimari sono tutti caratterizzati divinamente ed è impressionante quanto la Urushibara riesca a trasmettere su una persona e sui suoi trascorsi con una manciata di pagine. La loro sofferenza, la loro felicità e i loro sentimenti sono sussurrati dai gesti e dagli sguardi, dai loro ricordi visto che sono sempre le immagini stesse a parlare. Ginko poi è a mio parere un personaggio fenomenale, vi lascio il gusto di scoprirlo nei capitoli in cui si indaga il suo passato e le scelte che lo hanno portato a essere il Mushishi gentile.
Gli extra del fumetto non sono esagerati ma molto significativi. Il più delle volte si tratta dei racconti e delle riflessioni che hanno ispirato ogni singola favola ed è molto bello constatare come le idee alla base di ciò che abbiamo letti siano così semplici eppure così profonde.
CONCLUSIONE
Questo fumetto è stato una lettura a dir poco toccante che mi resterà addosso per un bel po', probabilmente per sempre. Lo consiglierei a chiunque sulla faccia della terra ma visto il ritmo disteso e la sua natura episodica mi sento di sconsigliarlo - a malincuore - a tutte le persone che cercano una trama complessa e monolitica e a tutti quelli che mal sopportano più di due vignette con soli sguardi di fila, in Mushishi troverete pagine e pagine senza balloon e l'espressività dei personaggi è spesso tutto quello che c'è da vedere. A tutti gli altri non posso che consigliare di cuore quest'opera, trovatevi un posticino dove sentite bene il silenzio e seguite pure Ginko nel suo favoloso viaggio lontano dai neon e dagli schiamazzi, sulle montagne e sui prati avvolti dagli spiriti della natura. Quando lo saluterete al vostro ritorno avrete voglia di partire ma anche di ritornare.
If it gets you down.
Dreams often fade and die
In a bad bad world.
I'll take you where real animals are playing
And people are real people not just playing
It's a quiet, quiet life
By a dirty old shack
That we called our home
I want to be back there
Among the cats and dogs
And the pigs and the goats
On Animal Farm
My animal home
The Kinks - Animal Farm"
SOGGETTIVAMENTE PARLANDO
Vivendo vicino al bosco ho la fortuna di poter prendere quando mi pare e addentrarmi per i suoi sentieri. Parto dalla fila di case ai piedi della montagna e mano a mano che mi allontano il silenzio si fa sempre più fitto, la mente comincia a trovare il suo respiro. Purtroppo nelle pieghe di quel silenzio trovano spesso posto le preoccupazioni e le ansie; trovano lo spazio che molte volte non gli si può concedere e prendono il sopravvento. Al che mi distraggo, testa bassa, occhi su di me e pedalare. Così passo oltre i gelsi e i formicai, le betulle e le volpi, i rospi sul ciglio della strada e le lucciole quando tira a far scuro. Ci sono volte invece in cui la mente è sgombra e mi ricordo di osservare, mi rendo conto della bellezza di quello che mi circonda, sento i profumi e i rumori dei micro mondi sparsi per quella piccola cosa che chiamiamo realtà. Leggere Mushishi è questo, è trovare il tempo per fermarsi ad osservare i germogli, gli insetti che brulicano sul terreno oppure per accucciarsi ad osservare in silenzio il comportamento degli animali. Fermarsi e ricordare quanto si è piccoli e quante sono le cose che non notiamo che ci sfuggono continuamente, quanto la natura sia più maestosa di noi e quanto ci possa influenzare.
Questa premessa per darvi un'idea di quanto questo fumetto sia atipico, non solo il tema trattato non è dei più "esplosivi" per così dire, ma manca quasi completamente di trama orizzontale ed è quindi composto per lo più da storie autoconclusive. Piccole, splendide favole che sembrano uscite direttamente dalla bocca della montagna. L'ispirazione a creare un fumetto così particolare è maturata - per quanto si capisce dalle pagine extra - proprio dall'amore dell'autrice per i monti e per la natura, oltre che dai racconti d'altri tempi tramandati dai nonni e - soprattutto - dalla spiccata sensibilità dell'autrice stessa. Basti leggere le sue riflessioni per capire quale profondo legame la leghi ai paesaggi di montagna, ai boschi e ai laghi oppure alle sue adorate terrazze di riso. Attrazione e tanto, tanto rispetto oltre che tonnellate di curiosità e pazienza.
Del resto si parla di ciò che di più antico c'è all'universo, ovverosia l'universo stesso. La "vena di luce", la tela su cui tutto è scritto e da cui tutto è stato generato. I racconti della Urushibara sono permeati di questa antichità, della magia del Cosmo e della Terra e dei suo moti e si fanno ora filosofici, ora fantasiosi, ora meditabondi, ora malinconici, talvolta crudeli come la natura stessa sa essere. Questo è un aspetto chiave del fumetto, il suo saper disegnare la bellezza così come la crudeltà rendendoli parte di uno schema più grande, uno schema armonioso e innocente che è proprio di quel mondo incosciente. Nessun eccesso e nessuna sbavatura, nessun buono e nessun cattivo, tutto va semplicemente come deve andare; un disegno in divenire da miliardi di anni che - per fortuna - sfugge al nostro controllo.
Similmente i Mushi che Ginko incontra sulla sua strada seguono le proprie regole e mettono in atto il proprio essere, a volte in maniera innocua, altre volte provocando perdite o sofferenze. Essi sono entità invisibili agli occhi dei più, emanazioni della natura capaci di influenzare in maniera profonda le vite degli uomini fino a portali a sottostare alle loro leggi. L'unica possibilità per liberarsi dal loro influsso è affidarsi ai Mushishi di passaggio, studiosi della natura e delle sue manifestazioni che conoscono i comportamenti e le meccaniche degli spiriti. A volte essi riescono a migliorare la situazione, altre volte, purtroppo niente si può fare contro l'incombere degli eventi.
Trovo sia un modo estremamente fantasioso ed efficace di rappresentare l'azione della natura stessa sull'uomo e le interazioni che necessariamente si vengono a creare. La contrapposizione fra questi eventi irreversibili e la nostra impotenza, i nostri affetti e la nostra solitudine dà vita a quel velo di poesia che ricopre tutte le bellissime storie uscite dal pennino della Urushibara. Storie che sono alla portata di tutti, scritte in un lessico semplice, essenziale, perfino un bambino potrebbe leggerle tutte eppure restano così profonde, così intrise di malinconia e significato che potrebbero essere coinvolgenti a qualsiasi età e comunque offrire degli ottimi spunti di riflessione.
OGGETTIVAMENTE PARLANDO
La prima cosa che si nota prendendo in mano i volumetti di Mushishi sono le splendide copertine acquerellate in carta ruvida, che lasciano già trasparire il tratto dolce e in qualche modo grezzo dell'autrice. Come molti hanno già detto non sembrano molto resistenti ma sono fedeli alle originali e trovo che esaltino le colorazioni utilizzate. La ruvidità inoltre aggiunge una leggera sensazione tattile, sembra quasi di toccare gli splendidi scenari sfumati dagli acquerelli. All'interno dei volumi ci sono alcune pagine colorate con la stessa tecnica e solitamente sono usate per aprire i racconti. Il prezzo è forse leggermente esagerato rispetto al valore dell'edizione ma poco importa, vista la qualità dei contenuti questo Mushishi lo avrei letto volentieri anche sugli involucri delle caramelle.
I disegni sono perfetti per l'opera, volutamente ruvidi ma in grado di rappresentare splendidamente gli scenari naturali che abbondano nelle vignette. Specialmente nel volume pilota si nota molto come l'autrice non sia propriamente navigata ma nell'ottica favolistica dei racconti questa sua caratteristica si rivela un pregio anziché un difetto, le linee grezze e tremolanti ben si sposano con l'atmosfera sognante del fumetto e con gli scenari e le genti umili che lo popolano. Contadini, capanne, fiumi e soprattutto fiori, alberi e panorami. Un immaginario agreste che risulta in disegni semplici ma al contempo molto poetici.
L'autrice è stata abile a gestire i tempi e i dialoghi con una regia asciutta e fantasiosa arricchita da un' impostazione delle vignette che offre varie trovate originali e riuscite. I dialoghi sono delle perle di misura, mai invadenti o eccessivi e mai gratuiti, lasciano spesso spazio al silenzio e ai paesaggi o alle espressioni dei tantissimi personaggi che abbiamo modo di conoscere. I comprimari sono tutti caratterizzati divinamente ed è impressionante quanto la Urushibara riesca a trasmettere su una persona e sui suoi trascorsi con una manciata di pagine. La loro sofferenza, la loro felicità e i loro sentimenti sono sussurrati dai gesti e dagli sguardi, dai loro ricordi visto che sono sempre le immagini stesse a parlare. Ginko poi è a mio parere un personaggio fenomenale, vi lascio il gusto di scoprirlo nei capitoli in cui si indaga il suo passato e le scelte che lo hanno portato a essere il Mushishi gentile.
Gli extra del fumetto non sono esagerati ma molto significativi. Il più delle volte si tratta dei racconti e delle riflessioni che hanno ispirato ogni singola favola ed è molto bello constatare come le idee alla base di ciò che abbiamo letti siano così semplici eppure così profonde.
CONCLUSIONE
Questo fumetto è stato una lettura a dir poco toccante che mi resterà addosso per un bel po', probabilmente per sempre. Lo consiglierei a chiunque sulla faccia della terra ma visto il ritmo disteso e la sua natura episodica mi sento di sconsigliarlo - a malincuore - a tutte le persone che cercano una trama complessa e monolitica e a tutti quelli che mal sopportano più di due vignette con soli sguardi di fila, in Mushishi troverete pagine e pagine senza balloon e l'espressività dei personaggi è spesso tutto quello che c'è da vedere. A tutti gli altri non posso che consigliare di cuore quest'opera, trovatevi un posticino dove sentite bene il silenzio e seguite pure Ginko nel suo favoloso viaggio lontano dai neon e dagli schiamazzi, sulle montagne e sui prati avvolti dagli spiriti della natura. Quando lo saluterete al vostro ritorno avrete voglia di partire ma anche di ritornare.